Il commento alle letture del 22 gennaio 2019 a cura del sito Dehoniane.
II settimana del tempo ordinario – II settimana del salterio
S. Vincenzo, diacono e martire (memoria facoltativa)
Un tempo per Dio e per l’uomo
La disputa sul sabato spesso accompagna l’incontro (e lo scontro) degli scribi e dei farisei con Gesù. E molte volte sembra che la tensione su questo tema sia provocata da Gesù stesso, soprattutto quando sceglie di compiere guarigioni o miracoli in giorno di sabato (cf. Mc 3,1-6: la guarigione dell’uomo dalla mano paralizzata). Nel caso raccontato da Marco nel brano evangelico che oggi la liturgia propone, sembra che la domanda posta dai farisei sorga piuttosto da un comportamento occasionale dei discepoli che, presi dalla fame, strappano alcune spighe di grano.
Subito i farisei non si lasciano sfuggire l’occasione per fare polemica e domandano a Gesù: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato ciò che non è lecito?» (2,24). Il sabato è un tempo sacro; fa parte di quell’alleanza a cui il popolo di Israele deve mantenersi fedele per diventare erede della «promessa» (Eb 6,17) e si fonda sulla volontà stessa di Dio. L’impegno e la possibilità di vivere questo spazio di santità derivano dal fatto che Dio stesso lo ha reso santo, lo ha donato all’uomo come luogo in cui comunica la sua santità. E questo è molto chiaro dal testo di Gen 2,1-3 e dal precetto della legge di Mosè in Es 20,8-11 e in Dt 5,12-15. Dunque l’impegno dell’uomo di vivere questo giorno come tempo in cui si ritrova la verità del proprio rapporto con Dio, con gli altri, con se stessi, ma anche con le cose e con la creazione, si fonda sulla volontà stessa di Dio, su una scelta di Dio di ricreare questo spazio in cui lui stesso abita con la sua santità e in cui l’uomo può incontrarlo e incontrarsi.
Di fronte a Gesù, alla sua parola, al suo modo di agire, questa prospettiva cambia. Gesù non sopprime il sabato, ma lo porta a compimento, cioè ne rivela tutta la profondità e l’autenticità alla luce della novità della sua persona e del suo annuncio. Poco prima Gesù aveva detto ai farisei: «Vino nuovo in otri novi!» (Mc 2,22). L’evangelo è novità e rende nuovo tutto ciò che incontra. Anche il sabato, in Gesù, è riportato alla sua origine, alla volontà di Dio, volontà che Gesù stesso rivela. Ecco perché può dire:
«Il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato» (2,28). In Gesù l’uomo è chiamato a incontrare Dio, ma non nell’oppressione di una legge soffocante e che alla fine si ritorce contro l’uomo, ma nella gioia di una salvezza e di una libertà ritrovate. Dio vuole che l’uomo ritrovi la sua vera vocazione proprio nel giorno di sabato. Gesù esprime questa centralità del rapporto tra Dio e l’uomo con queste parole: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!» (2,27). Dio, in un certo senso, non ha bisogno del sabato; è l’uomo che ha bisogno di un tempo donato per ritrovare la propria relazione con Dio. Ma ciò che conta è che questa relazione sia davvero un luogo di salvezza per l’uomo, di scoperta della propria dignità e della propria vocazione.
E tutto ciò che aiuta l’uomo a scoprire questa sua identità deve trovare spazio nel giorno di sabato; anche strappare delle spighe per mangiarle, perché Dio non vuole un uomo affamato e oppresso dal bisogno più elementare. Certamente il sabato è un tempo che l’uomo è chiamato a dare a Dio. È il giorno che Dio, fin dall’inizio della creazione, si è riservato per sé; ma Dio non vuole viverlo nella solitudine, escludendo l’uomo dalla sua gioia e dal suo riposo. Tuttavia il sabato è anche un tempo che Dio dona all’uomo perché l’uomo riprenda consapevolezza della sua dignità, della sua profonda identità (essere «icona» di Dio), ma anche della sua finitezza, della sua fragilità, non per disperarne, anzi, per viverla con sapienza e umiltà. L’uomo, in questo tempo che gli è dato, deve riscoprire la sua vitale e liberante dipendenza da Dio, come costitutiva del suo essere umano. In fondo, il giorno del Signore è il tempo in cui l’uomo ricupera la sua dimensione più vera.
Signore Gesù, tu sei il tempo che Dio ha perso con l’uomo affinché l’uomo imparasse a vivere il tempo come dono che viene dall’alto e sapesse, a sua volta, perderlo con i fratelli. Donaci la grazia di vivere nella gioia ogni momento della nostra esistenza quotidiana, scoprendo che tu sei presente, sei accanto a noi e ci doni il tuo tempo che ci apre all’eternità.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mc 2, 23-28
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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