Decreto per il Triduo Pasquale in tempo di Covid-19

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Decreto della Congregazione del Culto Divino
in tempo di Covid-19

Nel difficile tempo che stiamo vivendo a motivo della pandemia di Covid-19, considerando il caso di impedimento a celebrare la liturgia comunitariamente in chiesa come da indicazioni dei Vescovi per i territori di loro competenza, sono giunte a questa Congregazione istanze concernenti le prossime festività pasquali. Al riguardo si offrono indicazioni generali ed alcuni suggerimenti ai Vescovi.

1 — Circa la data della Pasqua. Cuore dell’anno liturgico, la Pasqua non è una festa come le
altre: celebrata nell’arco di tre giorni, il Triduo Pasquale, preceduta dalla Quaresima e
coronata dalla Pentecoste, non può essere trasferita.
2 — La Messa crismale. Valutando il caso concreto nei diversi Paesi, il Vescovo ha facoltà di
rimandarla a data posteriore.
3 — Indicazioni per il Triduo Pasquale.
Dove l’autorità civile ed ecclesiale ha dato restrizioni, per il Triduo Pasquale ci si attenga a quanto segue.

I Vescovi daranno indicazioni, concordate con la Conferenza Episcopale, affinché nella chiesa cattedrale e nelle chiese parrocchiali, pur senza la partecipazione fisica dei fedeli, il Vescovo e i parroci celebrino i misteri liturgici del Triduo Pasquale, avvisando i fedeli dell’ora d’inizio in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni. In questo caso sono di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata.

La Conferenza Episcopale e le singole diocesi non manchino di offrire sussidi per aiutare la preghiera familiare e personale.

Il Giovedì Santo, nelle chiese cattedrali e parrocchiali, in misura della reale possibilità stabilita da chi di dovere, i sacerdoti della parrocchia possono concelebrare la Messa nella Cena del Signore; si concede eccezionalmente a tutti i sacerdoti la facoltà di celebrare in questo giorno, in luogo adatto, la Messa senza il popolo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si omette. Al termine della Messa nella Cena del Signore si omette la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel tabernacolo. I sacerdoti che non hanno la possibilità di celebrare la Messa pregheranno invece i Vespri (cf. Liturgia Horarum).

Il Venerdì Santo, nelle chiese cattedrali e parrocchiali, in misura della reale possibilità stabilita da chi di dovere, il Vescovo / il parroco celebra la Passione del Signore. Nella preghiera universale il Vescovo diocesano avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti, chi si trova in situazione di smarrimento (cf. Missale Romanum, pag. 314 n. 13).

Domenica di Pasqua. Veglia Pasquale: la si celebra solo nelle chiese cattedrali e  parrocchiali, in misura della reale possibilità stabilita da chi di dovere. Per l'”Inizio della veglia o lucernario” si omette l’accensione del fuoco, si accende il cero e, omessa la processione, si esegue l’annunzio pasquale (Exsültet). Segue la “Liturgia della parola”. Per la “Liturgia battesimale”, soltanto si rinnovano le promesse battesimali (cf. Missale Romanum, pag. 371, n. 55). Quindi la “Liturgia eucaristica”.

Quanti in nessun modo possono unirsi alla Veglia Pasquale celebrata in chiesa, pregano l’Ufficio delle Letture indicato per la Domenica di Pasqua (cf. Liturgia Horarum).

Per i monasteri, i seminari, le comunità religiose, decida il Vescovo diocesano.

Le espressioni di pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad es. il 14 e 15 settembre.

De mandato Summi Pontificis pro hoc tantum anno 2020.

Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 19 marzo 2020, solennità di san Giuseppe, Patrono della Chiesa universale.

Robert Card. Sarah – Prefetto
Arthur Roche – Arcivescovo Segretario

Di seguito, il testo del decreto in PDF

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