Dave Hach – Commento al Vangelo del 6 Giugno 2021

591

Questa giornata è dedicata all’ Eucaristia, segno di amore e di dolore. Difatti, essa, da un lato, è Pane e Vino, cioè Cibo, Comunione, Intimità; e d’altro lato, è Corpo e Sangue del Signore sacrificato in un martirio di donazione. Tuttavia, è il mistero istituito nell’ultima Cena, e costituisce la perla della Comunità cristiana; la preziosa eredità che il Suo Signore le ha lasciato.

Pertanto, non scordiamo che questa perla preziosa, che ha come destinatario ciascun battezzato, non è altro che il Signore Gesù che si dona per questa nostra vita terrena con Amore incondizionato, innanzi al quale non possiamo che rimanere adoranti, attratti e consapevoli di questa Sua presenza attiva, della realtà corporea che investe tutto il nostro essere.

In ogni epoca e in ogni luogo, Gesù vuole incontrare la persona, ogni persona, e portarle la Vita del Padre. Non solo. L’Eucaristia ha, altresì, una valenza cosmica: la trasformazione del Pane e del Vino nel Corpo e Sangue di Gesù, costituisce, in realtà, l’incipit di divinizzazione della stessa creazione. Appunto per questo, il tradizionale appuntamento di recare il Santissimo Sacramento in processione, significa immergere il Pane disceso dal cielo nella quotidianità della propria vita; significa fare camminare Gesù, dove cammina e vive ciascun discepolo.

Allora, questa realtà ci porta al pensiero che si allarga all’esperienza d’amore in quanto tale. E questa esperienza non deve mai essere banale, come, purtroppo, sovente accade ai nostri giorni, quando viene ridotta a un po’ meno di un mero sentimento. Invece, il vero amore è impegnativo, come lo è ogni donazione di sé; è strappare qualcosa dallo stesso cuore, dalla stessa vita, è infrangere l’egoismo, sempre presente e solido dentro di noi.

Addirittura, l’amore può sfociare anche nell’infedeltà, nell’essere non capiti o abbandonati. Quanti giorni e notti di lacrime possono fluire da un abbandono! Eppure, nulla mai riesce a pareggiare la gioia e la ricchezza che l’amore ha donato.
Le prove, le fatiche, le amarezze non riescono mai a pesare di più della dolcezza e della trasformazione interiore che l’amore opera nell’anima. Chi non ha mai amato sarà forse più quieto, calmo o indifferente, ma avrà una vita e una personalità ben più modesta, grigia e insignificante.

Maria è la donna amorevole e eucaristica, alla quale ci vogliamo rivolgere, anche oggi, affinché ogni cristiano approfondisca la fede nel mistero eucaristico, per vivere in costante comunione con Gesù Amore ed essere Suo autentico testimone, proprio perché quest’Uomo (Figlio dell’Altissimo) ha donato se stesso in Cibo, diventando il Sacramento dell’Amore gratuito, totale e definitivo.

Fonte