«Volete andarvene anche voi?» Parole che sulle labbra di Gesù possono meravigliarci. E se, invece, si trattasse di un’interpolazione della Comunità cristiana primitiva per giustificare la sua prassi? No, direi! Abbiamo già detto che tutto può essere compreso nel nostro essere credente: siamo, allora, peccatori? Sì, e per tale motivo è venuto in mezzo a noi! Abbiamo, quindi, tradito? Sì, e, purtroppo, altre occasioni ci attendono! Siamo, pertanto, tiepidi? Sì, ma non tarderà ad arrivare il fervore!
Tutto possiamo essere e dire, ma immaginare di adattare il discorso del Signore, la sua Salvezza su nostra misura per essere pronti a liquidare un cristianesimo, un Gesù che non regga al succedersi delle modernità , no! «È lo Spirito che dà la vita» e non noi che diamo spazio, tempo, vita a Dio. È lui che salva la nostra esistenza e non noi che lo salviamo nelle nostre legislazioni, tradizioni, vita sociale. Infatti, Gesù ribadisce: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». E il Padre lo concede non agli autoreferenziali, ma a coloro che riconoscono la verità , cioè che da soli non possiamo salvarci!
Allora, anche il nostro modo di essere cristiani ha bisogno delle parole di Giosuè: «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire… Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore» per continuare a ritrovare l’entusiasmo nel rendere testimonianza del Dono della nostra fede, quindi «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!»; oppure le parole di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Dove può andare la famiglia il cui amore reciproco si è infettato di potere maschilista e femminista, se non da Gesù per imparare dall’Eucaristia ad essere sottomessi l’un l’altro per essere nutrimento reciproco di amore fedele e fecondo?
Dove possono andare a sentire parole di fiducia nella vita e anziché implodere sui sentimenti, partire per la propria avventura di diventare una carne sola, se non da Gesù che diventa carne della nostra carne affinché noi diventiamo spirito del suo Spirito per pagine più degne dell’amore umano nel divenire della società ? Dove possiamo andare noi, sua Comunità cristiana, quando la società è stanca di parole vuote, di analisi inconcludenti, quando tutto è vagliato dalla legge del consumo senza investimento, produttività , benessere?
Il mondo stesso, tormentato da varie vicende, dove potrà imparare la verità della vita basato sulla carità , amore gratuito, che genera fiducia reciproca e mette le basi della pace? Dove cercherà il proprio futuro se non nella legge eucaristica che siamo parte dello stesso corpo umano, che a vicenda ci dobbiamo alimentare ed insieme dobbiamo formare la stessa famiglia umana? Beati noi invitati alla cena del Signore. Beati perché sappiamo e sperimentiamo la forza dell’Eucaristia. Beati perché il dono è per noi, e per tutti, e tocca a noi rendere Gesù presente.