Dave Hach – Commento al Vangelo del 11 Luglio 2021

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Il vero ritratto di Gesù è lealmente riprodotto nella vita del discepolo fedele della Sapienza incarnata, il quale si è fatto annunciatore della lieta notizia, si è fatto testimone verso il prossimo, in quanto ha saputo rispondere alla Chiamata, al volere di Dio, che rompe il silenzio del Suo mistero con la Sua Parola e la Sua Azione, facendosi trovare persino da quelli che non lo cercano. La vita di questo discepolo, quindi, ha conosciuto la vocazione, si è lasciato afferrare, si è lasciato convertire, si è lasciato trovare dal suo Creatore che passa per le strade della sua storia e bussa alla porta del suo cuore.

Così, la vita di ogni persona convertita da Dio, diventa un pellegrinaggio nella storia come prosecuzione della missione di Gesù, dal Padre all’umanità; e questo viaggio deve essere portato avanti nello stile di Gesù: senza fardelli, garanzie, mediazioni; non avendo altro nutrimento che Lui (pane!); altra ricchezza che Lui (bisaccia!); altra comunicazione che il Suo amore (denaro!); forte solo della Parola di salvezza, affidatagli dal Padre, e dello Spirito che allontana e vince il male.

Il Vangelo di oggi, dunque, ci invita a fare come i primi discepoli, svelando a tutti il vero volto di Gesù, con il quale è possibile orientare il cammino della propria vita lasciandosi convertire dall’Uni-Trino; è possibile allontanare i demoni che imperversano i cuori, le menti, i progetti formativi orientati in senso cristiano, inquinando tutti i sistemi del vivere umano.

Ecco che, allora, quando risuona la chiamata, là ci viene indicata la missione che esige prontezza, coraggio, e si fa chiara la consapevolezza di essere stati scelti, chiamati, predestinati in Gesù ad essere testimonianza di quanto la Grazia di Dio trasformi il cristiano, liberandolo, elevandolo, spalancandolo ad orizzonti misteriosi e lontani, salvandolo da quella secolarizzazione che rende la condotta dell’umanità corrotta e corruttiva, legata alla morale del consumo, dell’interesse egoistico, dell’avere che sostituisce l’essere, del vivere come se Dio non esistesse.

In queste raccomandazioni possiamo notare il contenuto della fisionomia che deve avere il discepolo di Gesù: grazia, annunciazione trascinante e carità che non dev’essere solo natalizia ma un filo rosso costante dell’esistenza cristiana. Senza dubbio è un profilo con il quale dobbiamo confrontarci, facendo saggiamente un esame di coscienza, affinché possiamo seriamente dirci cristiani, affinché coloro che incontrano un cristiano trovano nella sua storia la risposta alla presenza di Gesù in mezzo a noi: il buon Pastore, la Parola di Salvezza definitiva che il Padre ha annunciato all’umanità, la mano divina che sostiene ogni evangelizzatore. Basta solo vederla e afferrarla, in quanto è Lui il Salvatore che ci ha fatto conoscere il mistero della Sua volontà.

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