IN occasione dell’Anno della famiglia (1993), Giovanni Paolo II affermava che dalla casa nazaretana di Giuseppe, Maria e Gesù “sgorgò ogni grazia di salvezza”.
Il patrimonio di verità sulla famiglia «trova la sua espressione piena ed emblematica nel mistero della Santa Famiglia, nella quale lo Sposo divino opera la redenzione di tutte le famiglie. Da lì Gesù proclama il “Vangelo della famiglia”» (Lettera alle famiglie).
Chiaramente la Santa Famiglia non appartiene alle “devozioni”. Essa è un “mistero della vita di Cristo” e come tale è celebrato. Il Prefazio della Liturgia ambrosiana è esplicito: «Il tuo unico Figlio, venendo ad assumere la nostra condizione di uomini, volle far parte di una famiglia per esaltare la bellezza dell’ordine da te creato e riportare la vita familiare alla dignità alta e pura della sua origine… In essa, o Padre, hai collocato le arcane primizie della redenzione del mondo».
La Santa Famiglia è direttamente inserita nel mistero dell’Incarnazione, «costituendo essa stessa uno speciale mistero: Insieme con l’assunzione dell’umanità, in Cristo è anche assunto tutto ciò che è umano e, in particolare, la famiglia, quale prima dimensione della sua esistenza in terra» (Il Custode del Redentore, n. 21).
Ciò comporta la partecipazione di Maria e Giuseppe all’ordine dell’Unione ipostatica, così da costituire la “Trinità in terra”. Non è difficile trovare nelle nostre vecchie case il quadro delle “Due Trinità, celeste e terrestre”, testimonianza di una solida teologia, tutta da ricuperare.
P. Tarcisio Stramare, osj