Dio eppure obbediente
Gesù ci rivela il segreto dell’amore, egli è Dio eppure non comanda in nulla, in tutto obbedisce al Padre, fonte dell’amore. I titoli che più usa sono Figlio di Dio e Figlio dell’uomo: figlio, persona che cresce con l’aiuto di Dio e degli uomini.
Quando gli chiedono circa il primo comandamento premette: Ascolta, Israele. Non possiamo giudicare il cuore di nessuno, di seguito parlo di atteggiamenti, consci che talora può non trattarsi di peccati perché senza la grazia non si può fare nulla.
Ma la persona che ha il cuore chiuso non ascolta, non sente il bisogno di venire davvero aiutata a crescere ed invece spesso vuole primeggiare, guidare, insegnare. Ma come diventare guida se non ci si è mai davvero lasciati aiutare a crescere? Si tratta di persone che si autoproclamano guide, padri, senza che nessuno abbia dato loro questo incarico.
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Così Gesù da un lato insegna a pregare perché Dio mandi operai nella sua messe. Dall’altro dice di non farsi guide. Che significa? Un pastore, un formatore anche laico incaricato dalla Chiesa, possono aiutare chi lo desideri a crescere ma devono ascoltare molto, cercare insieme alla persona le possibili vie della sua vita ma poi lasciare a quest’ultima le decisioni di sintesi perché della sua vita Dio parla prima di tutto a lei.
È Gesù l’unico vero maestro che sa come portare con amore delicato ed infinito ciascuna persona. Mettersi al posto di Dio e dell’altra persona, anche in piccole cose, è pericoloso per questa persona ed in ogni caso non l’aiuta a maturare in un discernimento personale. La gioia del pastore è aiutare il fedele a scoprire la guida meravigliosa di Dio.
Per gentile concessione di don Paolo Centofanti.