Si può pregare, fare tante cose ma non cercare, o cercare variamente poco rispetto alla grazia ricevuta, di vivere col cuore aperto a lasciarsi trasformare, gradualmente e serenamente, tutta la vita dallo Spirito invocato.
Senza Dio non possiamo fare nulla ma qui si tratta dei margini di collaborazione che l’uomo ha per accogliere o meno la grazia ricevuta. Questa non è una “cosa” che ci può venire data da qualcuno.
Solo noi possiamo scegliere. Ridurre a cosa da fare la grazia può dipendere da un dono dello Spirito in realtà ancora non ricevuto ma qui si intende la chiusura consapevole e volontaria alla Luce, attaccati dunque a paure, schemi, male intesi interessi, che si fanno prevalere sulla ricerca vigile e attenta della volontà di Dio.
Egli è infinitamente misericordioso e renderà vita anche il nostro peccato appena torniamo a Lui ma certi doni, certe strade, rischiamo di perderle perché andavano colte in quel momento.
A cura di don Giampaolo Centofanti nel suo blog.