d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 21 Aprile 2020

Gesù dialoga con amore e comprensione con Nicodemo. Non si risente e anzi comprende il senso buono, forse in difficoltà, della sua ironia. Non abbocca alla tentazione della risposta che mette a posto o ridicolizza il ridicolizzatore.

La chiave di Gesù è l’amore e infatti Nicodemo trae beneficio da questa accoglienza serena. Si apre con cuore semplice e umile e mostra la difficoltà di quell’epoca: le logiche d’apparato avevano reso la religione un codice burocratico, il respiro, la libertà, dello Spirito erano ignote.

È davvero interessante dunque osservare che Gesù non affronta subito specifiche questioni teologiche e di fede. Invece va al nucleo generatore: passare dagli intellettualismi legalistici al cuore nella luce. In questo rinnovato vissuto cammino di fondo si potrà accogliere sempre più la rivelazione di Gesù.

Ma questo passaggio lo può compiere in noi solo l’amore di Gesù che dà la vita per noi. Non sono teorie filosofiche.

Il katechon (2 Tess 2)

La fiaccola del vero contro la manipolazione viene dal cielo e viene dall’umano.La tecnica da sola scinde, frantuma, omologa, il semplice cuore. L’uomo diventa automa, servo di pochi signori del denaro, caricato a molla. Va verso il crollo di tutto e non si ferma se il cuore non lo sveglia. Sarà il disastro a destarlo, se poi qualcuno resta? O accoglierà la luce nella coscienza, piccola, semplice, serena, umana?

Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente).

A cura di don Giampaolo Centofanti su il suo blog


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