Una città chiamata graziosa
L’esordio di ogni pericope evangelica segnala chiavi di lettura del brano. Qui Gesù si reca in una città chiamata graziosa. Con i suoi discepoli e grande folla giunge alla porta, alla soglia della coscienza, di tanta gente del luogo.
Persone che stanno accompagnando fuori, alla vita terminata, il figlio unico di una madre vedova. Gesù compie gesti di vicinanza e compassione ma quei gesti non avrebbe potuto compierli con persone non graziose nell’accoglierlo. Dire a quei sofferenti, specie la madre, di non piangere, toccare la bara non rispettando le regole, poteva scatenare reazioni del tutto diverse.
Che grande dono è accogliere la luce che tocca il cuore non lasciandosi ingannare da rabbie, ansie, schemi, da tanti sentimenti e pensieri fasulli. Quella gente ha reso possibile il miracolo e ha reso possibile a Gesù di manifestare la sua vicinanza, la sua dolcezza verso di loro.
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Per gentile concessione di don Giampaolo Centofanti dal suo blog.