Anche nella debolezza, nella paura, nella fuga, la grazia ricevuta nella sequela di Gesù continua a operare. Egli ha cominciato una storia e la porterà a compimento anche attraverso passaggi difficili, non schematici.
Fa riflettere anche che Cleopa è parente stretto di quella Maria che era rimasta sotto la croce. La grazia la vediamo in questa accoglienza dello sconosciuto da parte dei due in ritirata. Potevano temere tante cose, potevano essere troppo presi dalle loro ambascie per fare spazio ad un insignificante viandante. Invece lo mettono a parte delle loro domande, al punto che è facile intravedere in questi atteggiamenti proprio l’azione della grazia di questo incontro. Gesù cammina con noi anche per le nostre strade a rovescia.
Il suo amore va ben al di là di certi schemi nei quali possiamo chiuderlo. E ascolta con attenzione, stimola la comunicazione. Conduce al senso delle cose, a cominciare dalle Scritture. Qui direttamente si riferisce ai profeti. Quella è la via per lasciar rivelare sempre più la Parola. Osserviamo proprio su questa scia che Gesù prima porge ai due l’eucaristia e poi si aprono i loro occhi e tornano a Gerusalemme.
Gesù sparisce ai loro occhi proprio perché da quel momento è presente nell’eucaristia. Anche questa esperienza fa di questi piccoli degli annunciatori di una rivelazione straordinaria.
Frammento a
… io che la vita ancora non so,
io che l’attendo, sempre più cose
io perdo e ti amo di meno e ti cerco
di più.
Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente).
A cura di don Giampaolo Centofanti su il suo blog