d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 11 Luglio 2020

Circa ogni questione tornare sempre vissutamente al vangelo. Non fermarsi a quel tale grande filosofo cristiano, alla spiritualità di quel dato ambiente. Realtà magari con più di un aspetto valido.

Ma più sono valide più costituiscono dei rimandi ad approfondire in Gesù. Si sente per esempio talora diffondersi il detto che Dio più ama i suoi figli più li sottopone a dure prove. Che sia un’espressione che poco ha a che vedere col vangelo lo rileviamo proprio nel brano odierno. Seguendo Gesù la vita fiorisce in ogni bene.

È vero che in brani evangelici paralleli si trova l’aggiunta insieme a persecuzioni. Ma è una frase dichiaratamente generica. Dopo aver preannunciato a Pietro di che morte doveva morire Gesù gli dice dell’apostolo Giovanni: se io voglio che egli rimanga finché io venga che importa a te? La santità non passa necessariamente per il martirio “materiale”. Né sono necessariamente più vicine a Dio le persone come san Francesco o Padre Pio che hanno desiderato partecipare sensibilmente alla passione di Gesù.

Queste sono semplicemente chiamate particolari. Maria non ha chiesto di patire ma di credere, sperare, amare eppure di certo è la più vicina di tutti a Dio. Dunque chiediamo la grazia di vivere sempre più nel nome di Gesù, ossia in Lui, nel suo discernere. Su questa via metteremo ogni altra cosa al suo giusto posto nel nostro cuore.

E Gesù lungo il cammino ci aiuterà a farlo con attenzione senza lasciarci ingannare da false gerarchie di valori. Lo si vede dalla dovizia di specificazioni di cose da lasciare che elenca in questo brano.


A cura di don Giampaolo Centofanti nel suo blog.

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