Cristina Pettinari – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2019 per bambini

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Cari bambini e ragazzi, ci siamo: tra pochissimi giorni è Natale!

Le letture di questa domenica ci aiutano ad essere veramente pronti per vivere al meglio tale evento meraviglioso.

Infatti, in questo periodo il rischio è quello di perderci nei preparativi pratici della festa: gli ultimi inviti da fare, la spesa da completare, gli addobbi più belli da mettere, i regali da comprare, i messaggi di auguri da inviare… Tutto ciò è molto bello, però rischia di farci perdere di vista il senso della nascita di Gesù.

Le prime due Letture di oggi ci dicono proprio questo: Dio sta per farci un regalo meraviglioso, che noi non possiamo rifiutare, non possiamo ignorare. Anzi! La nascita di Gesù avviene perché noi possiamo essere felici e quindi dobbiamo anche condividere questa gioia, con le persone che ci sono intorno. Che regalo meraviglioso! È come se i nostri genitori volessero regalarci un Xbox: è un regalo talmente bello e importante che noi non solo non potremmo rifiutarlo, ma per divertirci di più chiameremmo subito tutti i nostri amici per giocare insieme.

Però credo che la domanda da porci ora sia: perché Dio vuole farci un regalo?

Lo scopriamo leggendo in Vangelo. Questa domenica il Testo è dolcissimo. Si parla di San Giuseppe: questo tenero papà adottivo che tendiamo a dimenticare.

Il Vangelo ce lo presenta come un uomo giusto, cioè una persona che rispettava tutte le leggi del suo popolo – Israele – ed era molto religioso.

Quando scopre che Maria aspetta un bambino è a dir poco stupito: conosce bene la ragazza e sa che non l’avrebbe mai tradito. Giuseppe non solo si trova davanti a questa gravidanza inaspettata, ma deve anche fare i conti con la Legge. All’epoca, infatti, le regole erano davvero molto rigide: se una donna non sposata aspettava un bambino, doveva essere denunciata pubblicamente e la punizione era durissima. Per una cosa del genere una ragazza poteva essere addirittura condanna a morte.

Giuseppe tutto questo lo sa bene! Si trova in mezzo a due fuochi enormi: da una parte Maria che aspetta un bambino ma che certamente non è una traditrice, dalla l’altra la Legge che lo costringerebbe ad accusare una brava ragazza…

Il falegname di Nazareth è talmente sconvolto che non vuole indagare per capire cosa sia successo veramente a Maria, ma non vuole neanche disobbedire alla Legge. Allora, dice il Vangelo, decide di “ripudiarla in segreto”: fondamentalmente non dice nulla a nessuno lasciando credere a tutti che il padre del bambino sia lui, ma, contemporaneamente, decide di non parlare più con Maria.

Insomma, Giuseppe trova una soluzione che non lo costringa a mettersi per forza completamente da una parte o dall’altra. Ed è proprio a questo punto che interviene l’Angelo di Dio!

 

Una notte, mentre dorme, Giuseppe riceve questo Angelo che gli svela chi è veramente Gesù: non solo Maria è una ragazza molto buona, ma Gesù è il Figlio di Dio. Inoltre l’Angelo di Dio gli dice che non solo deve proteggere Maria, ma che deve amare Gesù come fosse un figlio suo. Infatti sarà lui a dare il nome al bambino al momento della nascita. Questa cosa del nome era molto importante a quei tempi: dava il nome al neonato il padre, cioè colui al quale apparteneva quel bambino, e colui che doveva crescerlo, amarlo, educarlo e proteggerlo.

Insomma, Dio sta facendo una cosa splendida con Giuseppe. E sì perché lui si aspettava di sposare Maria, di avere da lei dei figli suoi, di passare una vita normalissima divisa tra casa, bottega e sinagoga, di avere dei nipoti e morire da anziano. Insomma, il falegname voleva avere una vita abbastanza semplice e organizzata. Ma Dio irrompe nella sua esistenza con l’annuncio di questa creaturina che sta per nascere e chiede chiaramente a Giuseppe di fare questa esperienza straordinaria di essere il padre adottivo di Suo Figlio.

Cari bambini e ragazzi, questa domenica le letture sono come delle trombe squillanti che lanciano un allarme. Il Natale non è solo fatto dal cenone, regali, e parenti. Ma è Dio che veramente vuole nascere nelle nostre vite. Vuole farci fare qualcosa di impressionante, fuori dal comune: vuole farci sperimentare tutta la Sua Potenza.

È come se noi avessimo paura delle altezze. Allora decidiamo di non vedere dei bellissimi panorami dalle terrazze, di non viaggiare con l’aereo, di vivere sempre con i piedi ben ancorati a terra. Poi però, per il nostro compleanno, un amico ci porta su un aereo e ci fa lanciare giù con il paracadute. Certamente noi avremmo paura, ma dopo, non solo saremmo felici per il divertimento in sé per sé, ma perché avremmo fatto qualcosa che noi neanche immaginavamo. Avremmo superato i nostri limiti e riconosceremmo in quell’amico una cura e un affetto veramente unici.

Insomma, cari ragazzi, per questo Natale vi auguro di vivere la nascita del Gesù Bambino come un intervento di Dio nelle vostre vite. Un intervento tanto sconvolgente quanto emozionante.

Buon Natale!