Cristiano Bodo – Il Vescovo pastore in una Chiesa sinodale

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Un libro per avvicinare il vescovo alla comunità e questa al vescovo, affinché ne derivino una reciproca edificazione nella testimonianza della fede, della speranza, della carità e un rinnovato impulso a vivere nella Chiesa la sinodalità come importante forma di testimonianza e di missione. Una possibilità di scambio e di reciproco arricchimento.

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A modo di piccola prefazione

Attardandomi con benevola e attentamente grata fraternità nella lettura del volumetto del vescovo Cristiano di Saluzzo ho sentito immediatamente l’esigenza di risuonare con queste due riflessioni.

  1. Ogni persona con responsabilità di servizio nella Chiesa dovrebbe esprimere la propria autocoscienza: che cosa pensa della propria identità cristiana ministeriale, soprattutto non al proprio agire e relazionarsi in genere, ma nel manifestare il proprio unico irripetibile rapporto con Gesù il Signore, a beneficio di tanti. Da questo punto di vista prendere atto dell’incomprensione della propria presenza e del senso dei propri tentativi di comunicare; ma non attardarsi alle disattenzioni e sulle diffidenze e noncuranze, invece vivere la lettura paolina di Abramo: «sperare contro ogni speranza» (Rm 4,18).
  2. Certamente il vescovo non è il Signore, non è Dio. Ma, comunque storicamente di fatto sia approdato a questo divino dono di servizio, è stato pensato, amato, voluto da Gesù che lo ha abilitato in pienezza a donare Lui. Grazie a quel che è, a quel che annuncia, a quel che ripropone e rinnova nei suoi gesti, al suo sempre miglior saper offrire il proprio soffrire per amore, attesta Gesù trasfigurato che trasfigura ogni cuore umano e ogni povera ricca storia personale.

Ringrazio il vescovo Cristiano che ripropone con fiducia gli insegnamenti del concilio Vaticano II e condivido la sua amarezza (esperienza inevitabile a ogni pastore) che costata che le cose non vanno come dovrebbero andare.

L’ultima parola per i credenti è sempre affidata al Buon Dio. E Gesù è la Parola, prima e ultima, creatrice e rinnovatrice: vescovo di tutti. In noi si fa preghiera fiduciosa aperta al futuro e promettente.

Gesù uomo è stato sintesi inedita e ineguagliabile di umanità: «dolce, mite, umile; lucido, fermo, forte» (cito tutte aggettivazioni bibliche) vero modello e nostro trasfigurante. Come Dio è «tanto diverso da noi», più «intimo a noi di noi stessi», Amore, e da «scarti» che siamo, nel suo divino universale disegno di salvezza, ci rende «risorsa».

Ogni credente, e tra loro e con loro il vescovo, riconosce e attesta questa costante incredibile trasfigurazione: peccatori, emarginati, deturpati da orgoglio ed egoismo, siamo resi vincitori della mondanità, del peccato, della morte.

Il pregio del volumetto del vescovo Cristiano è ridire le verità, oggi possibili, belle e illuminanti, sul servizio personale del vescovo. Il rischio è quello stesso corso da Paolo apostolo nell’Areopago di Atene rispetto ai suoi ascoltatori che dissero: «Su questo ti sentiremo un’altra volta» (At 17,32).

Ci auguriamo al contrario che tanti siano i lettori. Comprendano che il vescovo come servizio e persona è rivelatore e rende presente l’Altro Gesù con l’unico rapporto di Amore costitutivo e corroborante ogni amore concreto umano.

Come Paolo, nessuno è «padrone della fede ma cooperatore della vostra gioia» (2Cor 1,24).

Luciano Pacomio

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