Riflettere sul legame tra i nuovi spazi dell’agire sociale e una delle dimensioni peculiari dell’esperienza religiosa. È questo il senso di “Social network e formazione religiosa”, convegno organizzato il prossimo 30 ottobre dalla Pontificia Università Lateranense in collaborazione con le Edizioni San Paolo.
La mattinata di studio (dalle ore 9.00 in Aula Paolo VI dell’Ateneo Lateranense) sarà introdotta da un duplice saluto introduttivo: dell’Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali e del Rettore Magnifico della Lateranense, il vescovo Enrico dal Covolo.
Seguiranno due sessioni di approfondimento.
La prima, dedicata a “La formazione religiosa nella contemporaneità digitale”, sarà caratterizzata dalle relazioni del Segretario per i Seminari Congregazione per il Clero, il vescovo Jorge Carlos Patrón Wong e di Dario Edoardo Viganò, Direttore del Centro Televisivo Vaticano. Modererà Massimiliano Padula, portavoce della Lateranense.
“I social network, ambienti di formazione” sarà il focus tematico della seconda sessione. Moderati dal docente della Pontificia Università della Santa Croce Bruno Mastroianni, interverranno suor Maria Antonia Chinello della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e il sacerdote esperto di cultura digitale Paolo Padrini.
«Questa iniziativa – spiega il Rettore dal Covolo – si inserisce in un anno dedicato allo studio e all’approfondimento del tema della didattica universitaria. Non si tratta – aggiunge il presule – semplicemente di sensibilizzarci all’uso di strumenti digitali e di supporti didattici. Più profondamente, occorre comprendere che la società in cui viviamo, iperconnessa e ipertecnologica, sta mutando in profondità le strutture cognitive che presiedono all’apprendimento».
Gli fa eco Paolo Padrini che evidenzia come sia sempre più necessario, soprattutto per gli operatori pastorali, laici e religiosi, «assumere maggiore consapevolezza delle dinamiche relazionali che i nuovi media innescano nei soggetti e nelle comunità religiose (piccole e grandi) al fine di sperimentare l’accesso ai nuovi media non solo come operazione tecnologica ma evento rilevante dal punto di vista pastorale».