Vangelo di oggi
Giovedì, I settimana del Tempo di Avvento\
Commento: Abbé Jean-Charles TISSOT (Freiburg, Svizzera)
«Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli»
Oggi, il Signore pronuncia queste parole al termine del Suo “sermone della montagna”, nel quale dà un valore nuovo e più profondo ai Comandamenti del Vecchio Testamento, le “parole” di Dio agli uomini. Si esprime quale Figlio di Dio, e come tale ci chiede di ricevere quello che io vi dico, come parole di somma importanza: parole di vita eterna che devono essere messe in pratica, e, non solo per essere ascoltate –rischiando di dimenticarle o di accontentarsi di ammirarle o di ammirare il Suo autore- ma senza coinvolgersi personalmente.
«Costruire sulla sabbia una casa» (cf. Mt 7,26) è una immagine per descrivere un contegno insensato, che non porta a nessun risultato positivo e finisce nell’insuccesso di una vita, dopo uno sforzo lungo e penoso per costruire qualcosa. “Bene curris sed extra viam”, diceva sant’Agostino: corri bene, però fuori dal percorso omologato. Che peccato! Arrivare, solo fino lì: Al momento della prova, delle tempeste e degli straripamenti che necessariamente comprende la nostra vita.
Il Signore vuole insegnarci a porre una base solida, e che il cemento proceda dallo sforzo di mettere in pratica i Suoi insegnamenti, vivendoli giorno per giorno tra i piccoli problemi che Egli tratterà di dirigere. Le nostre risoluzioni quotidiane di vivere la dottrina di Cristo devono, così, sfociare in risultati concreti che, anche se non saranno definitivi, ci permettono di ricavarne felicità e gratitudine quando faremo alla sera, l’esame di coscienza. L’allegria di aver ottenuto una piccola vittoria su noi stessi sarà un allenamento per altre battaglie e la forza non ci mancherà –con la grazia di Dio- per perseverare fino alla fine.