Commento: P. Joel PIRES Teixeira (Faro, Portogallo)
«Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno»
Oggi, Gesù è posto a prova da “alcuni scribi e farisei” (Mt 12,38; Mc 10,12), che si sentono minacciati dalla persona di Gesù, non per ragioni di fede, ma di potere. Per la paura di perdere il loro potere, cercano di screditare Gesù, provocandolo. Questi “alcuni” spesso siamo noi stessi quando siamo portati via dal nostro egoismo e gli interessi individuali. Oppure, quando guardiamo la Chiesa come una realtà meramente umana e non come un progetto d’amore di Dio per ciascuno di noi.
La risposta di Gesù ‘è chiara: «Nessun segno sarà dato loro» (cfr Mt 12,39), non per paura, ma per sottolineare e ricordare che i “segni” sono il rapporto di comunicazione e di amore tra Dio e l’umanità; Questo non è un rapporto tra interessi e poteri individuali. Gesù ricorda che ci sono molti segnali dati da Dio; e non è con la provocazione o il ricatto che si arriva a Lui.
Gesù è il segno più grande. In questo giorno la Parola è un invito per ciascuno di noi a capire, con umiltà, che solo un cuore convertito, rivolto a Dio, è in grado di ricevere, interpretare e vedere questo segnale che è Gesù. L’umiltà è la realtà che ci porta non solo a Dio, ma anche all’umanità. Per l’umiltà riconosciamo i nostri limiti e virtù, ma soprattutto vediamo gli altri come fratelli e Dio come Padre.
Come ricordava Papa Francesco, «Il Signore è veramente paziente con noi! Non si stanca mai di riricominciare dall’inizio ogni volta che cadiamo». Così, nonostante i nostri difetti e le provocazioni, il Signore è con le braccia aperte per accogliere e ricominciare. Cerchiamo dunque che la nostra vita, e oggi particolarmente, questa parola si faccia realtà in noi. La gioia del cristiano è nell’essere riconosciuto dall’amore che si vede nella sua vita, l’amore che sgorga da Gesù.
AUTORE: Autori Vari
FONTE: Evangeli.net
SITO WEB: https://evangeli.net