Vangelo di oggi
Lunedì della III settimana di Quaresima
Commento: Rev. P. Higinio Rafael ROSOLEN IVE (Cobourg, Ontario, Canada)
«Nessun profeta è bene accetto nella sua patria»
Oggi, nel Vangelo, Gesù ci dice «nessun profeta è bene accetto nella sua patria» (Lc 4,24). Gesù, utilizzando questo proverbio, viene presentato come un profeta.
“Profeta” è chi parla per conto di un’altro, chi porta il messaggio di un’altro. Tra gli Ebrei, i profeti erano uomini mandati da Dio per annunciare, sia con le parole che con i segni, la presenza di Dio, l’arrivo del Messia, il messaggio di salvezza di pace e speranza.
Gesù è il profeta per eccellenza, il Salvatore atteso. In Lui tutte le profezie hanno complimento. Ma, come è accaduto nei giorni di Elia ed Eliseo, Gesù non è “ben accolta” in mezzo al suo popolo, perché son questi colui che pieni di rabbia «lo cacciarono fuori della città» (Lc 4,29).
Ognuno di noi, in ragione della loro battesimo, è chiamato anche ad essere un profeta. Pertanto:
1º. Dobbiamo proclamare la Buona Novella. Per questo, come ha detto il Papa Francesco, dobbiamo ascoltare la Parola con apertura sincera, permetterla di toccare le nostre vite, che ci reclami, che ci esorti, che ci mobilizzi, perché se non troviamo il tempo per pregare con questa Parola, allora sì saremmo un “falso profeta”, un ” truffatore” o un “ciarlatano vuoto”.
2º Vivere il Vangelo. Ancora una volta il Papa Francisco: «Non ci viene chiesto di essere immacolati, ma piuttosto che siamo sempre in crescita, che viviamo il desiderio profondo di progredire nella via del Vangelo, e non ci lasciamo cadere le braccia ». È indispensabile aver la certezza che Dio ci ama, che Gesù Cristo ci ha salvati, che il suo amore è per sempre.
3º Come discepoli di Gesù, essere consapevoli del fatto che, così come Gesù ha sperimentato il rifiuto, la rabbia, l’essere scacciato fuori, questo sarà presente anche l’ orizzonte della nostra vita quotidiana.