Vangelo di oggi
Feria propria del 10 Gennaio
Commento: Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione»
Oggi, ricordiamo che «chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1 Gv 4,21). Come possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo a chi vediamo, immagine di Dio? Dopo che san Pietro rinnegasse, Gesù chiese se lui lo amava: «Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo» (Gv 21,17), rispose. Come a Pietro, anche a noi Gesù domanda: «Tu mi ami?», e vogliamo risponderGli ora: «Tu sai tutto, Signore, tu sai che ti amo, nonostante le mie mancanze, ma aiutami a dimostrarlo, aiutami a scoprire i bisogni dei miei fratelli, a darmi veramente agli altri, ad accettarli così come sono, a valorarli».
La vocazione dell’uomo è l’amore, è vocazione a darsi, cercando la felicità degli altri, e quindi trovare la propria felicità. Come dice san Giovanni della Croce, «alla fine della sera saremo giudicati sull’ amore». Vale la pena farsi la domanda, alla fine della giornata, ogni giorno, in un breve esame di coscienza, come è andato questo amore, e concretizzare qualcosa a migliorare per il giorno successivo.
«Lo Spirito del Signore è sopra di me» (Lc 4,18), dirà Gesù, facendo suo il testo messianico. È lo Spirito dell’Amore che, così come fece del Messia «l’unto per portare la buona novella ai poveri» (cfr Lc 4,18), anche “riposa” su di noi e ci porta verso l’amore perfetto: come dice il Concilio Concilio Vaticano II, «tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità». Lo Spirito Santo ci trasformerà come fece con gli Apostoli, in modo da poter agire sotto la sua mozione, dandoci i frutti e così, portargli a tutti i cuori: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22).