La sacra Scrittura ci dice che il Creatore non ci ha voluti come dei robots, ma come esseri pensanti, liberi, capaci di amare, ma anche di compiere il male.
Nellโinsondabile disegno di Dio il peccato fa parte di questa esistenza terrena. Infatti, nessuno รจ senza peccato e tutti abbiamo bisogno di perdono. Solo chi ha fatto lโesperienza del perdono รจ anche capace di amare veramente.
Chi si crede perfetto ama solo sรฉ stesso. In questa vita terrena ciascuno di noi รจ chiamato a riconoscere la propria fragilitร e imperfezione per sperimentare la gratuitร del perdono. Gesรน, infatti, inizia la sua missione dicendo: ยซConvertitevi e credete nel Vangeloยป (Mc 1, 15). Il precetto che impegna a celebrare il sacramento della penitenza e del perdono, confessando almeno una volta allโanno i peccati gravi, mira ad evitare che il male si radichi profondamente nel cuore umano, lo corrompa e diventi uno stile abituale di vita, danneggiando sรฉ stessi e gli altri.
Nessun peccato รจ โprivatoโ perchรฉ รจ sempre in qualche modo una forma di egoismo idolatrico che rende schiavi di sรฉ stessi e incapaci di giuste relazioni con il prossimo.
Tuttavia, anche per i peccati non gravi, questo sacramento dona la forza dello Spirito Santo per continuare quel cammino di conversione che ci permette di far emergere sempre piรน dai nostri cuori ciรฒ che vi รจ in essi di bello, di vero, di giusto e di buono; cioรจ lโimmagine che Dio ha impresso di sรฉ in ogni essere umano (Cfr Genesi 2, 27).
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Silvano Sirboni, liturgista