Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
LE COLONNE
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Pietro e Paolo sono più degli altri apostoli i fautori della diffusione del cristianesimo in tutto il mondo. Gesù cambiò il nome di Simone e lo chiamò Cefa che vuol dire pietra, da cui Pietro, per indicare che lui sarebbe stato il fondamento della chiesa nascente. Il mandato di Pietro riguardava non solo lui, ma tutti i suoi successori, i papi, che avrebbero guidato la chiesa nei secoli futuri. Paolo, che in latino significa piccolo, era il soprannome di Saulo, un ebreo di Tarso, fabbricatore di tende e cittadino romano. Paolo non era dei dodici, ma ricevette una specialissima vocazione quando Gesù stesso gli apparve come una luce sfolgorante mentre era in viaggio per Damasco. Egli stesso fondava la sua autorità su questa chiamata straordinaria. Nella prima lettera ai Corinzi (1, 27) scrive: Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Questa parola si può riferire sia a Paolo che a Pietro. Infatti entrambi hanno commesso errori che li fecero sentire indegni. Sappiamo che Simone rinnegò il Signore durante la passione e il dolore di questo tradimento lo accompagnò per il resto della sua vita. Saulo invece perseguitava i cristiani facendoli arrestare, perché da fariseo, era convinto che andassero combattuti come una setta pericolosa. Ciò che li ha resi intrepidi annunciatori del vangelo è stato l’intervento dello Spirito Santo e di questo i due apostoli ne hanno avuto sempre la certezza. Caratteristica dei santi di ogni tempo è l’umiltà, proprio perché si capisce che senza l’aiuto della grazia, non solo i santi, ma anche noi, andremmo alla deriva. Tuttavia, a fronte della debolezza umana che dimostrarono, avevano anche delle indiscusse doti. Pietro amava sinceramente Gesù, molto docile nel farsi guidare dal Maestro, era un uomo generosissimo. È sempre lui che dà la risposta giusta al momento giusto, ed è pronto a buttarsi per seguire il Signore. Fu lui a battezzare Cornelio, il primo pagano a diventare cristiano, proprio perché seppe leggere bene la volontà di Dio senza farsi tradire dai pregiudizi. Questa sua disposizione era ideale per essere messo a capo della chiesa. Paolo invece era dotato di un’energia straordinaria, affrontò dei viaggi massacranti per annunciare il vangelo e fu molto fermo nelle sue convinzioni. Si scontrò anche con Pietro stesso per affermare che i pagani non erano inferiori agli ebrei. Entrambi furono martirizzati a Roma, Pietro crocifisso e Paolo decapitato. La loro dedizione fino alla morte fa di loro sempre la nostra fede.
Mt 16, 13-19
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.