Commento al Vangelo del 21 settembre 2014 – don Mauro Manzoni

La Parola di Dio“, canale YouTube del prolifico Don Mauro di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A.

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Contrattazione sindacale, precisa, firmata ed accettata. Ci si accorda per una denaro al giorno e si comincia a lavorare e a sudare. Quel padrone però non si accontenta e per ben cinque volte va in cerca di persone per al sua vigna trasgredendo ogni regola di mercato. Non mette al centro la produttività e il denaro, ma l’uomo e la persona. “Nessuno ci ha presi a giornata”. “Andate, anche se per poco, andate anche voi a lavorare nella mia vigna. Quei braccianti senza terra e senza lavoro, alle cinque del pomeriggio ancora in attesa, con famiglia e figli da sfamare, entrano nel cuore del padrone, al di la di calcoli economici ed operazioni finanziarie. E’ l’amore e la bontà del Padrone, la sua sensibile solidarietà e squisita gratuità. Questo si riscontra nel momento della paga, e qui scattano le proteste e le lagnanze, accompagnate da malumore e insoddisfazione. E la recriminazione è sulla busta paga degli ultimi arrivati, non sulla propria. Assurdo. Contestano il trattamento dei loro compagni di lavoro, chiedendo, in pratica, che sia dato di meno in nome della giustizia. Non so se a quei tempi erano stati inventati i sindacati, avrebbero avuto un campo di battaglia vasto e preciso. Ma qui si parla di Regno e quel padrone è il Signore, giusto con i primi, generoso e solidale con gli ultimi. Davanti a Lui quello che conta è il mio bisogno e le mie necessità, non i miei diritti o la mia giustizia. Tutto è dono tuo, o Signore, anche se sono l’ultimo bracciante della tua vigna e anche se si fa sera e si fa tardi, Tu mi vieni a cercare per iscrivermi sul tuo libro paga.

Mt 20, 1-16
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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