“La Parola di Dio“, canale YouTube del prolifico Don Mauro di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, Dedicazione della Basilica Lateranense – Anno A.
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La vita oggi è abbastanza pesante e amara per quasi tutte le persone. La mancanza di lavoro, la carenza di sicurezze, la scarsità di beni, l’insufficienza e inadeguatezza dei servizi. La delinquenza dilaga e il teppismo è all’ordine del giorno. Il dolore, la sofferenza e la morte, segue a ruota la guerra, l’odio e l’ingiustizia e la legalità spesso va a farsi friggere. Diventa naturale, allora, rinchiudersi in se stessi, pensare solo al proprio giardino, non fidarsi più di nessuno e arrabattarsi nella vita meglio che si può, anche sulle spalle degli altri e il rischio diventa dubbio e sospetto. E’ l’atteggiamento del terzo servo del Vangelo di questa domenica, che preferisce nascondere il suo talento sotto terra per sottrarsi alla responsabilità di impiegare la propria vita e farla fruttificare. Sì, perchè il talento della parabola è la nostra vita di uomini e donne. Dio è per il rischio, e continua ad elargire doni e talenti a tutti per farli fruttificare e impiegare al meglio. Il non uso di questi doni è più spaventoso del cattivo uso. E’ il libro dell’Apocalisse che ce lo sottolinea: “Io conosco le vostre opere: voi non siete né freddi né ardenti. Magari foste freddi o ardenti! Invece non siete né freddi nè ardenti e mi disgustate fino alla nausea”. Nel cuore di ognuno di noi c’è un talento, anzi un centesimo. Spendiamolo al meglio!
Mt 25, 14-30
Dal Vangelo secondo Matteo
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.]
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.]
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.