“La Parola di Dio“, canale YouTube del prolifico Don Mauro di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima,XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A.
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A prima vista, ascoltando e leggendo il Vangelo di questa domenica, sembra che Gesù stavolta faccia delle scelte ben precise. C’è un terreno buono, dove la Parola è accolta e fatta fruttificare, e altri terreni meno buoni dove la Parola muore. Ma, conoscendolo, Gesù non divide, non può dividere le persone in categorie: ogni discriminazione, ogni divisione e qualsiasi emarginazione sarebbe contro la logica del suo Amore. In primo piano e sotto osservazione non sono i variegati terreni, ma al centro di tutto è il Seme, la Parola che viene gettata dal seminatore senza alcun calcolo o valutazione. Semina ovunque, non fa preferenze o emarginazioni, non scarta nulla e nessuno. Scartoccia la Sua parola su tutto e su tutti. E questo perché ognuno di noi è, di volta in volta, terreno sassoso, spinoso, duro o fertile e fecondo. E’ la nostra vita, il nostro essere uomini e donne, a volte fragili e deboli, a volte forti ed energici, ma sempre disposti ad accogliere questo Seme. Spesso non riusciamo a custodirlo al meglio, lo facciamo inaridire e seccare, ma ogni volta che lo si accoglie, ci accorgiamo che il Seme è dono, offerto dall’amore di Dio, amore per tutti e per ciascuno.
Mt 13, 1-23
Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.