Commento per animatori – Vangelo di domenica 17 Marzo 2019 – Lc 9, 28-36 – P.G. Diocesi di Roma

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La Trasfigurazione di Gesù è  il  mistero  delle  luce  che  illumina le tenebre. Tutti, da piccoli, abbiamo avuto paura del buio. E, pur crescendo, questa paura ce la portiamo dentro: si ripropone sotto varie forme, soprattutto quando le difficoltà e la sofferenza ci fanno dubitare della strada che abbiamo intrapreso e ci viene da chiederci quale  sia  lo scopo di tanta fatica, quale ne sia il fine. Nei nostri adolescenti e nei nostri giovani riscontriamo frequentemente l’atteggiamento di chi dice: ma chi me lo fa fare? Tutta questa fatica per che cosa? E allora si rischia di mollare tutto: perché studiare matematica, che tanto non serve a niente? Perché sforzarmi di andare d’accordo con mamma e papà, se comunque non ci capiamo? Perché mandare avanti un fidanzamento se non mi dà più le emozioni delle prime settimane? Inizia così uno slalom gigante per evitare il troppo impegno, per sfuggire le responsabilità, per aggirare la salita. I nostri ragazzi sono campioni in questo, così come lo siamo noi e come lo erano i discepoli di Gesù!

C’è un problema, però: come nello sci, anche nella vita lo slalom ti porta in basso! A furia di cambiare direzione e di eludere ogni ostacolo, ci si perde; non si sa più dove andare, si perde di vista la meta… Prima o poi, lo slalom finisce davanti ad un muro invalicabile, o semplicemente alla fine della discesa, e a quel punto che fare? Ci sono momenti in cui ci accorgiamo che una meta vera per la nostra vita non ce l’abbiamo! Passiamo le ore a giocare a pallone, ad allenarci in qualche sport, a superare un nuovo record alla play; ci fidanziamo e ci lasciamo, usciamo di casa e girovaghiamo… Apparentemente va tutto bene, ma quando l’età dei giochi si chiude e si apre il gioco della vita, allora il peso della realtà ci cade addosso rischiando di stenderci al suolo.

Gesù non vuole che questo accada. Dalla folla che simpatizza per lui sceglie e chiama i Dodici e, fin da subito, dopo i primissimi successi, parla loro di una strada in salita: Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto e […] se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Sono queste le parole che rivolge loro appena prima di salire sul Tabor (Lc 9,23-24).

C’è un salmo bellissimo, il salmo 30 (29), che descrive l’esperienza della Trasfigurazione così: Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto. HAI MUTATO IL MIO LAMENTO IN DANZA, MI HAI TOLTO L’ABITO DI SACCO, MI HAI RIVESTITO DI GIOIA, perché canti il mio cuore senza tacere. Signore ti renderò grazie per sempre. Come si vede il canto della luce e della gioia inizia con note che sono di grande sofferenza. Ce le immaginiamo sulla bocca di Gesù mentre, solo sulla montagna – in una specie di ritiro, o di corso di esercizi spirituali – ripercorre le difficili vicende di Mosè ed Elia, e capisce sempre di più che la sua missione da una parte è straordinaria – proprio come quella di Mosè che ha salvato il popolo dall’Egitto e di Elia che lo ha distolto dall’idolatria – ma al tempo stesso gli costerà la vita. Prendere o lasciare? A questo punto Gesù capisce come mai gli siano venute in mente proprio queste due figure: sono gli unici personaggi biblici che – secondo l’interpretazione che delle Scritture dava la tradizione ebraica – non sono morti, ma sono stati rapiti in cielo; su entrambi la fatica di una vita spesa fino all’ultimo per amore, non ha avuto il sopravvento: ha vinto la luce!

E così Gesù supera la sua crisi, si toglie il sacco del lamento e si riveste dell’abito della gioia; di lì in poi non avrà più timore di scegliere Gerusalemme come sua meta, inizierà la sua salita verso la croce, trampolino e scala (o scalo, se vogliamo!) per il cielo. Gesù scopre che una volta in cima non rimane solo la possibilità di guardare in basso; Gesù scopre che è dalla cima della montagna, dall’alto della croce che si può finalmente guardare il cielo! E così affronterà la vita come una danza d’amore, come un perenne rendimento di grazie: più salirà e più brillerà di luce; più salirà e più l’immensa gioia di sentirsi amato dal Padre invaderà il suo cuore!

I discepoli saranno testimoni di questo spettacolo: attratti da quella luce, seppur paurosi, lo seguiranno, fino a vedere il fuoco del suo amore divampare nelle ore dure della passione, e finalmente esplodere nella gioia del mattino di Pasqua!

La cosa meravigliosa è vedere come il cammino di Gesù si realizzerà anche nei suoi, in particolare in Pietro, Giacomo e Giovanni. Primi fra tutti hanno intuito la gloria della meta finale e sentono l’irrefrenabile desiderio di possederla… Come tutti noi, anch’essi cercano prima la via facile:   Pietro vuol semplicemente piantare una tenda; Giacomo     e Giovanni penseranno che con l’aiutino della mamma potranno facilmente convincere Gesù ad assegnar loro i posti d’onore nel Regno dei cieli (cf. Mt 20,20-23)! Gesù non condanna il loro desiderio, anche perché quello di condividere con i suoi la gloria del cielo è anche il  suo sogno più grande (cf. Mt 19,28); Gesù accoglie il loro desiderio, ma chiede loro di condividere la sua missione, la sua fatica, le sue sofferenze, il suo immenso amore per il Padre e per gli uomini. A Giacomo e Giovanni chiederà di bere il suo calice e di ricevere il suo stesso battesimo; a Pietro chiederà per ben tre volte di amarlo fino al punto di seguirlo dove umanamente non vorrebbe andare: di stendere come lui le sue braccia sulla croce, come fa un bambino che la mamma aiuta a cambiarsi. Quando Pietro stenderà le braccia, allora Gesù potrà togliergli l’abito di lutto e rivestirlo con l’abito della gioia e della luce (Gv 21,18-19), e sarà Trasfigurazione!

La Quaresima ci aiuta così a fissare lo sguardo sulla luce sfolgorante della Pasqua, sulla gioia immensa dell’Amore Risorto e allo stesso tempo ci chiede di maturare nella consapevolezza di quale sia la strada per giungervi: quella del buio della fatica, quella dell’Amore Crocifisso. La Quaresima corrisponde ai giorni trascorsi da Pietro, Giacomo e Giovanni sul Tabor insieme a Gesù: sono un anticipo della Pasqua sì, ma molto di più sono un invito a rinnovare nel cuore il nostro desiderio di seguirlo: Signore, chi altri seguiremo? Tu solo hai parole di vita eterna!(Gv 6,68).

Attività

La Trasfigurazione è una buona notizia, una boccata d’aria per chi desidera seguire Gesù e inseguire grandi ideali. La Trasfigurazione  è   il momento in cui nella nostra vita brilla la luce di un ideale che ci affascina e ci fa esclamare: Che bello stare qui!

Si può iniziare l’incontro fingendo di voler parlare di viaggi, magari prendendo insieme visione di un catalogo di offerte di viaggio (tipo smartbox); si arriva facilmente alla conclusione che i viaggi più belli sono quelli che costano di più! Il gioco può essere arricchito ( i ragazzi possono cercare cartine d’itinerari, indicare il grado di difficoltà, esporre le diverse opzioni….potrebbe essere anche l’occasione per lanciare la proposta dell’esperienza estiva….).

Da lì si può passare alla domanda: quale meta hai per il viaggio della tua vita? Si chiede così a ciascuno di pensare e scrivere su un cartoncino (magari giallo, a forma di sole) il proprio progetto di vita, invitando   ad essere concreti. Si può lasciare che i ragazzi esprimano liberamente il loro progetto oppure indicando tre ambiti ( affettivo, lavorativo, spirituale). Si mette poi in comune e si riflette su due cose:

– Solo un progetto d’amore brilla di una luce capace di illuminare il proprio futuro;

– Per realizzare un progetto di amore è necessario passare tante difficoltà: è necessario essere disposti a giocarsi la vita!

Si conclude con la preghiera chiedendo a Dio la forza per abbandonare l’illusione del bello a basso costo e il coraggio per camminare verso mete alte.

Segno

Il Segno potrebbe essere quello di attaccare i cartoncini a forma di sole su un cartellone raffigurante un sentiero in salita, la cui meta è  una croce con dei raggi luminosi, raffiguranti la vittoria dell’Amore Crocifisso e Risorto. Prima o dopo aver sistemato i propri cartoncini sul cartellone si proclama il Vangelo della Trasfigurazione che il catechista può brevemente commentare.

Meditazione personale

Pietro, Giacomo, Giovanni… E anche te… Vi va di venire con me in montagna? Sì, l’hai capito, sono Gesù, il solito a cui piacciono così tanto le salite! A dire il vero non è che mi piacciano le salite; quello che mi piace è il panorama che si vede da lassù: è semplicemente incredibile e bellissimo! In questa Quaresima vorrei darti un assaggio di questa bellezza; se mi guardi negli occhi, li vedrai brillare del riflesso di quello splendore. Ti prego, vieni! Ti prego, metti i tuoi occhi nei miei!

Guarda che me ne sono accorto: ultimamente più di una volta ti ho visto mentre cercavi di immaginarti il tuo futuro; ti ho visto impugnare di nascosto i pennelli dei tuoi desideri e provare a disegnare la tua strada; non ho potuto fare a meno di notare che spesso, però, ti fermi, ci rinunci, non sai come andare avanti… Del resto non si tratta più di disegnare mondi fantastici, ma di progettare tutta quanta una vita reale, e so benissimo che è tutt’altro che facile!

Ti va di raccontarmi i tuoi sogni? Di dirmi i tuoi desideri? Sai, mi piacerebbe che mi rendessi partecipe dei tuoi progetti. So che ne hai  di grandi; so che stai cercando di trovarne di ancora più grandi. Cosa vorresti che non mancasse? Che tipo di persona vorresti diventare?

A me piaceva andare in montagna: ci passavo le ore lassù; mi piaceva stare da solo e ascoltare il mio cuore, più ne ascoltavo i battiti e più sentivo che la mia vita era fatta per amare! La scienza dell’amore… Più mi guardavo dentro e più sentivo che era l’unica cosa che davvero mi interessava: imparare ad amare, trovare la fonte dell’amore. Sentivo che un giorno senza amare era un giorno sprecato, e non mi andava di sprecare i miei giorni!

In quelle ore di silenzio cercavo di passare in rassegna tutte le persone che conoscevo, tutti i personaggi famosi di cui avevo sentito parlare. I miei preferiti (che gusti! – mi dirai!) erano Mosè ed Elia! E i tuoi? Se pensi a una vita piena e bella, a chi pensi? … Io pensavo a Mosè ed Elia perché a loro il Signore era apparso come a nessun altro: con loro parlava come ad amici fino al punto che gli aveva scelti per opere incredibili! Ne aveva fatto veri salvatori di popoli! Io mi immaginavo così e mi dicevo: pensa che bello se la mia vita potesse brillare come una luce per gli altri, per tante persone! A dire il vero, quando pensavo a Mosè ed Elia mi rendevo conto anche che avevano dovuto passarne di tutti i colori: per compiere la loro missione avevano dovuto davvero dare la vita! Ma poi il premio era stato immenso: pensa che Dio non aveva voluto che morissero, ma li aveva rapiti in cielo: avevano combattuto duramente, ma il premio era stato eterno! E così mi dicevo: vale la pena spendere tutto per gli altri; è il modo migliore per conquistare il cielo.

Quando me ne tornavo a casa con il cuore pieno di questi pensieri,  i miei genitori – sì, proprio loro: Giuseppe e Maria! – mi dicevano sempre che sprizzavo gioia da tutti i pori, che mi brillavano gli occhi  di una luce bellissima! Era proprio così: sentivo sprigionarsi dentro di me una gioia immensa; la tristezza se ne andava via: mi sentivo amato e fatto per amare!

In questa Quaresima, guardami negli occhi! Sogna con me una vita piena di amore, una vita tutta in salita, tutta fatica,… una vita piena della gioia immensa dell’amore. Sai, la mia salita mi ha portato perfino su una croce: è stato faticosissimo, ma sai cosa visto in quel momento?      

Ho visto il Paradiso… E vi sono  finalmente  entrato!  Allora:  ti  va  di venire con me?

Prova a considerare i tuoi sogni, quelli che fai più frequentemente. Quali sono? Ci sono dei sogni che ritornano spesso? Perché?

Ti scoraggi davanti ad alcuni di questi sogni? Pensi d poterli realizzare?

Come e con quali aiuti?

Prova a dividere i tuoi sogni: ci sono alcuni che sono pieni di egoismo, altri di dono e di amore! Prova a distinguerli nettamente e farti un progetto per iniziare a realizzarli.

Fonte: Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma, sussidio di Quaresima 2019