22 aprile 2016 – Ef 4,7-10
7 A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8 Per questo è detto: Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. 9 Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10 Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
COMMENTO DI GIOVANNI
Oggi, con l’insegnamento dell’Apostolo, il Signore Gesù ci annuncia, ci ricorda e rinnova in noi la “particolarità” del suo dono per noi. Dunque, quel dono che ci unisce nell’amore per Lui, ha in ciascuno di noi una sua tonalità, un suo volto particolare. Questo mi sembra ci sia detto al ver.7: “A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Dio”, dove la “misura non dice forse solo la “quantità”, ma soprattutto la “qualità”, la particolarità del suo dono a ciascuno di noi!
Il Signore risorto, salendo al Padre (“in alto”), “ha portato prigioniera la prigionia”, così, mi sembra, alla lettera al ver.8: non siamo più nella prigionia del male e della morte.
E Paolo cita il Salmo 67(68),19 che si presenta nella tradizione ebraica con molta varietà di interpretazioni. Noi qui accogliamo il testo come si presenta e come Paolo lo legge: “Ha distribuito doni agli uomini”. Strappando da noi il male e la morte ci ha fatto dono del suo Spirito e quindi dei doni particolari che lo Spirito Santo dona!
Ai vers.9-10 l’Apostolo ci porta a considerare ulteriormente questa ascesa del Signore “al di sopra di tutti i cieli”, cioè appunto a Dio Padre, per dirci che Gesù risorto “ascese” perché “prima era disceso quaggiù sulla terra” (ver.9). In questo suo scendere sulla terra, Egli visita con la sua opera di salvezza “tutte le cose” (ver.10)!
E per questo Egli è “pienezza di tutte le cose”! Tutto è stato visitato e salvato dalla sua opera di salvezza con la quale Egli ha strappato tutti e tutto dalla prigionia della male e della morte! In Gesù tutto è nuovo! Siamo e viviamo in cieli nuovi e in terra nuova, noi stessi radicalmente “rinnovati” dalla sua Pasqua di salvezza e di amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.