Uno specchio per liberarci
Nel tratto finale della Quaresima, il vangelo della peccatrice (cfr Gv 8,1-11) mette Gesù alle corde. I farisei usano questo caso per tendere di nuovo una trappola a Gesù. A loro non importa della donna, lei è semplicemente una palla nelle loro mani per andare a distruggere il loro obiettivo e poterlo accusare secondo la risposta data dal Maestro. Se Gesù si schiera con la donna, allora è contro la legge. E allora avrai ragioni più che sufficienti per insultarlo come profeta e come Messia. Ma se si oppone alla donna, allora contraddice la sua stessa dottrina del perdono. Gesù non si lascia mettere alle strette: agisce dalla sua indiscutibile libertà interiore.
Gesù fa una cosa molto semplice e saggia: lascia stare gli accusatori e rivolge loro il pensiero. Il peccato della donna diventa un grande “specchio” in cui ognuno vede riflessa la propria debolezza. La barriera di sicurezza scompare, gli accusatori scendono al livello degli accusati. Gesù li costringe a stare nella propria verità ea rimanere in se stessi invece di proiettare i propri desideri sessuali sulla donna e voltare le spalle a se stessi. Si china e scrive con il dito per terra. Non “guarda” il riconoscimento dei suoi peccati. Rispetta la persona e ogni persona, senza trattenere nulla. Loro stessi hanno vissuto il forte contrasto con il loro peccato e la loro realtà.
Ciò che ostacola il perdono
Forse Gesù aveva in mente il profeta Geremia: «Coloro che si allontanano da te, saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva» (Ger 17,13). È un comportamento allegorico, che mostra ai farisei quanto hanno abbandonato Yahweh, il vero Dio, fonte di acqua viva, e come si sono arresi alla lettera della legge. Questa riflessione si riallaccia al testo precedente, l’incontro di Gesù con la Samaritana. Ha parlato di una sorgente d’acqua viva che sgorga dentro di lui e dentro tutti coloro che credono. Chi non crede inaridisce e diventa duro di cuore.
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Alla fine, Gesù rimane solo con la donna. Sant’Agostino dice di questa immagine: “Quelli che rimasero furono due, i degni di misericordia e di misericordia”. I poveri e chi ha un cuore per loro. Perdona la donna e la incoraggia a non peccare più: “Neppure io ti condanno. Puoi andare e non peccare più (Gv 8,11). Non la costringe al rimorso come un compito contro la sua autostima, ma piuttosto le dà fiducia e sicurezza nel percorso futuro. La libera per proiettare una nuova vita.
Solo Dio può perdonare perché solo Lui è ricco di misericordia. Contrastalo con il nostro modo di perdonare, come fa Josep Otón ne La mistica della parola: “Quando intendiamo perdonare qualcuno, dobbiamo affrontare le nostre emozioni – paura, rabbia, invidia o amarezza – che ostacolano la nostra decisione. O, al contrario, possiamo farlo per un certo sentimento di superiorità, scusando gli errori altrui per essere stati fatti per ignoranza, debolezza o indolenza”.
(Testo tradotto usando Google Translate – mi scuso per eventuali errori, nel caso scrivete nei commenti)
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- Testo di: Fernando Cordero ss.cc.