Nella sesta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù dice ai suoi discepoli:
“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
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Il tempo di Pasqua corre verso il suo compimento: l’Ascensione e la Pentecoste. La parola di Gesù ai suoi discepoli è innanzitutto un invito pressante all’amore che, nella fede e dalla fede, diventa osservanza dei comandamenti, poi preghiera al Padre perché invii “l’altro Paraclito” che rimanga sempre presso di loro e in loro. Gesù stesso, nella 1 Gv 2,1 è detto Paraclito “… Se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paraclito presso il Padre: Gesù Cristo, il Giusto”. Il Signore chiede che ci sia dato un Paraclito, un avvocato, un difensore, un consolatore, che rimanga sempre con noi: lo Spirito Santo. S. Ireneo usa un’immagine ardita parlando del Figlio e dello Spirito Santo come delle due mani con cui il Padre, come un vasaio, modella ognuno di noi come un vaso prezioso: al di dentro (lo Spirito Santo) e al di fuori (Cristo Gesù). Lo Spirito Santo, che è la “stessa Libertà divina”, che è “la stessa Fedeltà di Dio” (T. Federici), collabora con la libertà dell’uomo e con la sua fragilità perché possa compiersi in ognuno di noi il Disegno salvifico dell’amore del Padre. Ecco la bellezza e la profonda verità di quel: “Non vi lascerò orfani”. Cristo ritorna al Padre e il mondo non lo vedrà più, ma ci assicura che “voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete”. Ecco il motivo della gioia pasquale, Cristo Risorto, mediante il suo Spirito, viene ad abitare in noi, il Suo Spirito si fa spazio dentro di noi, tocca il nostro spirito e i due diventano una cosa sola: siamo la sposa di Cristo, pronta ad aiutare lo Sposo nella sua opera per la salvezza dell’umanità intera.
Fonte: Radio Vaticana