Il commento alle letture di lunedì 6 novembre 2017 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Sarai beato perché non hanno da ricambiarti
L’uomo è chiamato da Cristo Gesù a scegliere: se lavorare per il tempo o per l’eternità, se agire per una effimera ricompensa oggi che non lascia alcuna traccia se non quella di una gloria effimera e vana, oppure se vuole lavorare per una gloria e una beatitudine eterna. È verità. Ognuno godrà quello che ha scelto. Se uno sceglie la gloria vana ed effimera, di certo non potrà godere la gloria eterna. Ma se uno sceglie la gloria eterna, dovrà rinunciare alla gloria effimera e vana della terra. Tutte e due le glorie non possono essere vissute dall’uomo. Lui è obbligato o a dare la terra per il cielo, o a prendersi oggi il cielo effimero sulla terra e perdere quello vero per l’eternità. La religione di Cristo Gesù è scelta del cielo e rinunzia alla terra, fino all’annientamento di tutto il nostro essere, fino a consegnare il nostro corpo anche al supplizio della croce. Questa religione della scelta del cielo così viene insegnata da San Paolo.
Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me (Fil 2,1-18).
Ogni scelta è vera, se si è sempre pronti a vivere tutte le conseguenze di essa. Se uno sceglie l’eternità al prezzo del tempo, tutto il tempo deve essere consegnato come prezzo dell’eternità. Se uno sceglie la beatitudine presso Dio, essa comporta anche il sacrificio del nostro corpo sulla croce. Chi sceglie il Paradiso sceglie necessariamente di fare ogni bene possibile con quanto appartiene alla terra. Nulla fa per sé, per avere un ritorno immediato, tutto invece opera per un ritorno eterno. È una scelta ed essa obbliga per tutta la vita. Quanto facciamo, come lo facciamo rivela la nostra scelta.
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Con Gesù le scelte sono per sempre, senza ritorno indietro. “Chi mette mano all’aratro e poi si volge indietro, non è adatto per il regno dei cieli”. Oggi prima si sceglie e poi si ritorna indietro. Si scelgono i sacramenti e poi si annullano. Si sceglie il Vangelo e poi non si vive. Si sceglie il paradiso e si cammina verso l’inferno. Si sceglie lo studio e si vive di ozio. Si sceglie l’indissolubilità e poi si divorzia. Si sceglie l’Eucaristia, ma non la sua santità, perché si vuole convivere con il peccato. Questo ritorno indietro viene poi santificato con l’annunzio di una misericordia di Dio che è data per coprire il peccato.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci fedeli in ogni scelta.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 14, 12-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.