Commento alle letture di domenica 25 febbraio 2018 โ€“ don Enzo Pacini

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Il commento alle letture di domenica 25 febbraio 2018 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.

Dal sacrificio di Isacco a quello di Gesรน

don Enzo Pacini

Qualche anno fa un giovane padre di famiglia mi confidรฒ che il figlio, di ritorno dal catechismo dove aveva ascoltato il brano del sacrificio di Isacco (prima lettura di questa domenica โ€“ Gn 22,1-18) gli aveva chiesto: ยซMa se Dio chiedesse a te di offrire me in sacrificio, tu cosa faresti?ยป. Egli rispose naturalmente che non lโ€™avrebbe fatto, forse dando anche alcune spiegazioni, ma rimanendo comunque insoddisfatto, come se si sentisse in qualche modo inadempiente rispetto a quello che un vero credente avrebbe dovuto fare. Il figlio aveva messo il dito nella piaga cogliendo lโ€™aspetto scandaloso di questo brano, ma anche la risposta che nasce spontanea puรฒ lasciare insoddisfatti, come se la fede avesse bisogno di un correttivo nei suoi aspetti piรน paradossali, rischiando, perรฒ, di renderla annacquata. รˆ vero anche che a volte la fede รจ un salto nel buio e a ben poco vale lโ€™esortazione data dallโ€™esterno, o che parte dalla conoscenza del lieto fine: ad Abramo รจ andata cosรฌ, ma non รจ detto che vada sempre allo stesso modo.

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Ogni volta si riparte da zero e le esperienze, testimonianze, esortazioni non sono dimostrazioni matematiche. รˆ il motivo per cui nella sofferenza qualcuno trova la fede e qualcuno la perde, qualcuno si apre al mistero e qualcuno si chiude ad esso. Quale allora il senso, o lโ€™utilitร  di ascoltare ancora un brano come questo? Principalmente nel cammino che esso testimonia allโ€™ interno dellโ€™intero panorama biblico. Un buon pane รจ composto da vari elementi che da soli sono difficilmente commestibili, come il lievito o la stessa farina, ma che insieme concorrono a formare questo alimento basilare. Cosรฌ questo brano di per sรฉ รจ quasi indigeribile, anche se possiamo notare che il sacrificio dei primogeniti non รจ affatto cosรฌ astruso nelle societร  di quel tempo, e la stessa Bibbia ne dร  testimonianza (cf. Gdc 11,31; 2Re 3,17), ma il finale del brano, la sostituzione del figlio con il capro, apre alla comprensione di un Dio che non รจ piรน il padre che divora i propri figli, come nelle visoni mitologiche, ma colui che apre una storia, che offre un futuro; il Dio della relazione che, riprendendo il messaggio dellโ€™ alleanza con Noรจ ascoltato domenica scorsa, rassicura lโ€™uomo che non ha nulla da temere da lui.

รˆ la seconda lettura (Rm 8,31-34) che reinterpreta questo annuncio leggendo nel Cristo, figlio immolato, il vero senso di questo brano: Dio non prende ma dona se stesso; per tornare al simbolo del pane, Cristo porta a compimento le promesse di Dio e diviene lui stesso pane per la vita del mondo.

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Allora anche la salita sul Tabor (Mc 9,2-10) rievoca in qualche modo quella sul monte Moria. รˆ solo un anticipo ma giร  lo sguardo รจ orientato verso Gerusalemme dove Cristo donerร  definitivamente se stesso fino alla fine, proprio a pochi passi da quel luogo dove Abramo ha riavuto in dono il figlio, indicato dalla tradizione sulla spianata del tempio. Il messaggio della liturgia piรน che sulla fede di Abramo, o nostra, รจ allora incentrato sul dono di Dio.

Il rifiuto di quel padre di pensare alla fede come a qualcosa di mortifero per la nostra vita non รจ quindi dovuto solo alla tiepidezza spirituale che viene a volte rimproverata al cristiano medio, ma รจ ben fondato sulla condiscendenza di Dio manifestata in Cristo. San Leopoldo Mandic, apostolo della confessione, rispondeva a chi criticava la sua mitezza: ยซse il Signore mi rimproverasse di troppa larghezza potrei dirgli: questo cattivo esempio me lโ€™avete dato voi, morendo sulla croceยป.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo di Quaresima โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Febbario 2018 anche qui.

Mc 9, 2-10
Dal Vangelo secondo Marco

2Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosรฌ bianche. 4E apparve loro Elia con Mosรฉ e conversavano con Gesรน. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซRabbรฌ, รจ bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosรฉ e una per Eliaยป. 6Non sapeva infatti che cosa dire, perchรฉ erano spaventati. 7Venne una nube che li coprรฌ con la sua ombra e dalla nube uscรฌ una voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: ascoltatelo!ยป. 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro piรน nessuno, se non Gesรน solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare ad alcuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโ€™uomo fosse risorto dai morti.10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 Febbraio โ€“ 03 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima II
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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