Il commento alle letture di domenica 9 settembre 2018 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Una guarigione che รจ come un sacramento
Lโepisodio della guarigione del sordomuto che la liturgia oggi ci presenta (Mc 7,31-37) va al di lร della semplice narrazione di un evento prodigioso ed acquisisce una valenza di tipo sacramentale; Gesรน compie dei gesti che veicolano una parola potente, e sono a loro volta da essa illuminati, che compie quello che annuncia: ยซapriti!ยป. ร la struttura che ritroviamo in ogni sacramento e in Gesรน stesso, sacramento per eccellenza, che racchiude nella sua persona, parole e azioni, la pienezza del Verbo divino. Oltretutto i gesti compiuti in questa guarigione sono stati inseriti tali e quali nella celebrazione del Battesimo, dove il celebrante invoca che il Signore Gesรน ยซche fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fedeยป.
Sarebbe perรฒ sbagliato ritenere tutto ciรฒ un semplice rito di contorno: nella sua semplicitร esso ci annuncia la funzione fondamentale della parola di Cristo che apre i nostri orecchi e lโintera vita al suo annuncio. Potremmo domandarci come possa realizzarsi questa apertura: da questo brano appare chiaro che essa รจ opera del Signore, poichรฉ la situazione dellโuomo รจ bloccata da una totale incapacitร di ascoltare e di esprimere alcunchรฉ. Eโ vero anche che non puรฒ trattarsi di unโoperazione magica, che vi รจ una situazione di partenza sulla quale Cristo innesta il suo operato, non fosse altro che la coscienza della propria condizione. Se lโuomo รจ confinato nella sua situazione ยซcatacombaleยป รจ vero anche che da quella situazione รจ possibile elevare lโinvocazione: ยซdal profondo a te grido, Signore, ascolta la mia voceยป(Sal 129,1); perfino se la voce non trova modo di esprimersi Egli รจ capace di ascolto perchรฉ รจ colui che scruta i cuori (cf. Rm 8,27). Eโ quindi questa presa di coscienza il punto di partenza per un rapporto fecondo con Cristo, ed รจ quanto esprime lโapostolo Giacomo nella seconda lettura (Gc 2,1-5) quando cerca di far riflettere gli ascoltatori senza limitarsi a enunciare precetti, ma cercando di ricondurli allโottica di Dio: se fate discriminazioniโฆnon siete giudici perversi? Dio non ha forse scelto i poveri?
Non sono solo domande retoriche, dalla risposta scontata, tanto รจ vero che lโapostolo, nel prosieguo del brano, dirร che รจ proprio quello che hanno fatto, hanno disprezzato il povero. Di piรน, per cercare di distinguersi da coloro che non sono piรน visti come i prediletti di Dio, hanno fatto comunella proprio con chi non ha alcuna intenzione di sposare la causa del vangelo ma la osteggia (cf. Gc 2,6), tentativo maldestro di darsi un tono, di entrare nella cerchia di quelli che contano dimenticando la logica del Vangelo. Sono argomenti di una certa attualitร che รจ facile ritrovare in fatti e avvenimenti di ogni giorno: le guerre fra poveri che vengono continuamente alimentate, una lettura moralistica della povertร (sono fannulloni, parassiti, incapaci e forse mentalmente inferiori), lโabbandono dellโimpegno per i diritti umani (universali, trasversali, incondizionati) in favore di quelli acquisiti (cittadinanza, residenza, circolazione) sottoposti a requisiti e a restrizioni fino ad arrivare, come giร accade in alcuni paesi europei, a configurare come reato lโassistenza data a migranti o altre categorie marginali. Il rischio di adeguarsi a tutto ciรฒ e di ripiombare in una situazione di mutismo e sorditร alla parola evangelica รจ tuttโaltro che remoto, per questo la liturgia di oggi ci riguarda, in questโuomo bisognoso di ยซaperturaยป possiamo riconoscerci.
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XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 09 โ 15 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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