Commento alle letture di domenica 8 Marzo 2020 โ€“ Carlo Miglietta

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Il commento alle letture di domenica 8 marzo 2020 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

LA TRASFIGURAZIONE (MATTEO 17,1-13)

โ€œ1Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป. 6Allโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.9Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiยป.10Allora i discepoli gli domandarono: ยซPerchรฉ dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?ยป. 11Ed egli rispose: ยซSรฌ, verrร  Elia e ristabilirร  ogni cosa. 12Ma io vi dico: Elia รจ giร  venuto e non lโ€™hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Cosรฌ anche il Figlio dellโ€™uomo dovrร  soffrire per opera loroยป. 13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battistaโ€ (Mt 17,1-13).  

Questo episodio della vita di Gesรน va capito molto bene, analizzando anche i brani paralleli degli altri Vangeli (Mc 9,2-10; Lc 9,28-36).

UNโ€™ESPERIENZA POST-PASQUALE?

โ€œLโ€™originalitร  di questo brano, oltre che dalla scenografia tipicamente apocalittica, proviene dal contesto. Viene subito dopo lโ€™annuncio della passione e morte del figlio dellโ€™uomo, le rimostranze di Pietro e lโ€™esortazione ai discepoli di seguire il maestro sulla ยซvia crucisยป. Vuole significare che al di lร  della passione esiste per Gesรน un futuro di gloria divina, che il crocifisso รจ il figlio dellโ€™uomo che verrร  alla fine nello splendore della sua divinitร . La luce della Pasqua e della venuta finale illumina la tenebra del venerdรฌ Santo. Il servo sofferente di Dio e il figlio dellโ€™uomo glorioso sono uniti nella stessa persona. Come valutare ora il racconto in relazione allโ€™esperienza che i discepoli hanno avuto del maestro? Sembra di dover escludere prima di Pasqua una rivelazione del suo essere trascendente e divino. Soltanto alla luce della risurrezione essi compresero a fondo, per la prima volta, chi era Gesรน รจ il senso della sua morte tragica. Svelato lโ€™enigma della sua persona nelle apparizioni del Risorto, nasce la professione di fede che egli รจ il figlio di Dio e il figlio dellโ€™uomo trascendente. La crocifissione non appare piรน un fallimento ma una tappa necessaria verso la gloria e soprattutto lโ€™espressione della sua obbedienza di servo sofferente glorificato da Dio. Lo scandalo della morte tragica รจ superato. Essa ha significato lโ€™abbassamento del figlio dellโ€™uomo, che verrร  alla fine nella pienezza della sua gloria e come Signore del mondo. Ne รฉ garante la risurrezione. Il racconto della trasfigurazione, originato da questa fede pasquale, intende anticipare nella trama del Vangelo il significato dellโ€™evento di Pasqua. Come nel Vangelo dellโ€™infanzia รจ stato prefigurato nel bambino il suo destino futuro e sono stati anticipati avvenimenti che solo piรน tardi ebbero compimento. Si tratta di un accorgimento pedagogico di estrema efficacia per mostrare ai lettori la portata vera della passione di Cristo e rivelarne, subito, lโ€™apertura alla gloria. Lโ€™espediente nasconde lโ€™intenzione profonda di mostrare nel ยซdopoยป della glorificazione il ยซperchรฉยป della crocifissione. Sembra dunque probabile che la trasfigurazione debba intendersi come apparizione pasquale anticipata. La concezione della storia che si aveva a quel tempo non era legata tanto alla legge di successione secondo lo schema del prima e del poi, quanto uno sguardo interpretativo teso a coglierne lโ€™unitร  profonda. Del resto la conclusione del brano mostra il collegamento con la risurrezioneโ€ฆ

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Nel Nuovo Testamento due altri scritti ne parlano. Il primo รจ addirittura un parallelo con i racconti sinottici;

โ€œInfatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesรน Cristo, ma perchรฉ siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciutoยป. Questa voce noi lโ€™abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monteโ€ (2 Pt 1,16-18).

Lโ€™altro passo รจ nel Vangelo di Giovanni che presenta perรฒ solo una somiglianza tematica, in quanto parla della glorificazione del figlio dellโ€™uomo nellโ€™ora della morte di Gesรน:

โ€œOra lโ€™anima mia รจ turbata; e che devo dire? Padre, salvami da questโ€™ora? Ma per questo sono giunto a questโ€™ora! Padre, glorifica il tuo nomeยป. Venne allora una voce dal cielo: ยซLโ€™ho glorificato e di nuovo lo glorificherรฒ!ยปโ€ (Gv 12,27-28)โ€ (Giuseppe Barbaglio).

CONTESTO

Nel mezzo dei conflitti con i farisei e gli erodiani (Mc 8,11-21), Gesรน lascia la Galilea e si reca nella regione di Cesarea di Filippo (Mc 8,27), dove inizia a preparare i discepoli. Lungo il cammino, lancia una domanda: โ€œChi dice la gente che io sia?โ€ (Mc 8,27). Dopo aver ascoltato la risposta che lo consideravano il Messia, Gesรน comincia a parlare della sua passione e morte (Mc 8,31). Pietro reagisce: โ€œDio te ne scampi, Signore!โ€ (Mt 16,22). Gesรน ribadisce: โ€œlungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!โ€ (Mc 8,33) Fu un momento di crisi. I discepoli, presi dallโ€™idea di un messia glorioso (Mc 8,32-33; 9,32), non comprendono la proposta di Gesรน e cercano di condurla per un altro cammino. Era vicina la festa delle Capanne, in cui lโ€™aspettativa messianica-popolare era solita aumentare e di molto.

Lโ€™evento della trasfigurazione รจ un evento profetizzato da Gesรน, il quale dopo il primo annuncio della sua passione-morte-resurrezione dice ai discepoli: โ€œIn veritร  vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non gusteranno la morte prima di vedere il Regno di Dio venire con potenzaโ€ (Mc 9,1; cfr Mt 16,28; Lc 9,27). Dunque alcuni dei discepoli saranno destinatari di una visione prima di morire, nella loro stessa vita, e vedranno il Regno di Dio veniente (Mc e Lc), vedranno il Figlio dellโ€™uomo veniente (Mt). Come il vecchio Simeone aveva ricevuto dallo Spirito santo la promessa โ€œdi non vedere la morte senza prima avere visto il Cristo del Signoreโ€ (Lc 2,26), cosรฌ alcuni ricevono una promessa da Gesรน stesso: sarร  loro manifestato il Regno di Dio, che Matteo identifica con il Figlio dellโ€™uomo, dunque con Gesรน stesso. Gesรน รจ il Regno di Dio in persona, รจ lโ€™autobasileรญa, come ha ben compreso Origene (cfr Commento a Matteo XIV,7,10.17 [su Mt18,23]). Gesรน, che ha annunciato la venuta del Regno di Dio, ora lo rivela; o meglio, Gesรน รจ rivelato dal Padre come Regno di Dio veniente con potenza, e dunque lโ€™evento della trasfigurazione appare come unโ€™anticipazione.

RETROTERRA EBRAICO

Il brano della Trasfigurazione di Gesรน puรฒ essere compreso solo nellโ€™ambito della grande tradizione ebraica. Il racconto della Trasfigurazione รจ storico, ma raccontato come un midrash, una riflessione sapienziale.

Tre sono i retroterra culturali di questo testo.

  1. La teofania sinaitica

La teofania al monte Sinai รจ evocata dal tema del monte, della gloria, di Mosรจ, dellโ€™irradiazione del voltoโ€ฆ:

โ€œ15 Mosรจ salรฌ dunque sul monte e la nube coprรฌ il monte.

16 La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprรฌ per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamรฒ Mosรจ dalla nube.

17 La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. 18 Mosรจ entrรฒ dunque in mezzo alla nube e salรฌ sul monte. Mosรจ rimase sul monte quaranta giorni e quaranta nottiโ€ (Es 24,15-17);

โ€œ29 Quando Mosรจ scese dal monte Sinai โ€“ le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosรจ mentre egli scendeva dal monte โ€“ non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poichรฉ aveva conversato con lui. 30 Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. 31 Mosรจ allora li chiamรฒ e Aronne, con tutti i capi della comunitร , andรฒ da lui. Mosรจ parlรฒ a loro. 32 Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciรฒ che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. 33 Quando Mosรจ ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. 34 Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosรจ si toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciรฒ che gli era stato ordinato. 35 Gli Israeliti, guardando in faccia Mosรจ, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con luiโ€ (Es 34,29-35).

  1. La visione apocalittica di Daniele

โ€œ4 Il giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioรจ il Tigri, 5 alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura dโ€™oro di Ufร z; 6 il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva lโ€™aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.

7 Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore si impadronรฌ di loro e fuggirono a nascondersi. 8 Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.

9 Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono delle sue parole, caddi stordito con la faccia a terra.

10 Ed ecco, una mano mi toccรฒ e tutto tremante mi fece alzare sulle ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani. 11 Poi egli mi disse: ยซDaniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi, poichรฉ ora sono stato mandato a teยป. Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai in piedi tutto tremante.

12 Egli mi disse: ยซNon temere, Daniele, poichรฉ fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. 13 Ma il principe del regno di Persia mi si รจ opposto per ventun giorni: perรฒ Michele, uno dei primi prรฌncipi, mi รจ venuto in aiuto e io lโ€™ho lasciato lร  presso il principe del re di Persia; 14 ora sono venuto per farti intendere ciรฒ che avverrร  al tuo popolo alla fine dei giorni, poichรฉ cโ€™รจ ancora una visione per quei giorniยป. 15 Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii.

16 Ed ecco uno con sembianze di uomo mi toccรฒ le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: ยซSignor mio, nella visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perduto tutte le energie. 17 Come potrebbe questo servo del mio signore parlare con il mio signore, dal momento che non รจ rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il respiro?ยป. 18 Allora di nuovo quella figura dโ€™uomo mi toccรฒ, mi rese le forze 19 e mi disse: ยซNon temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancatiยป. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: ยซParli il mio signore perchรฉ tu mi hai ridato forzaยป.

20 Allora mi disse: ยซSai tu perchรฉ io sono venuto da te? Ora tornerรฒ di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirรฒ ed ecco verrร  il principe di Grecia. 21 Io ti dichiarerรฒ ciรฒ che รจ scritto nel libro della veritร . Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principeโ€ (Dn 10,4-21)..

  1. La Festa delle Capanne

Si pensa alla Festa delle Capanne per lโ€™allusione alle tende fatta da Pietro, festa che iniziava sei giorni dopo il Kippur. Era la festa di Sukkot, in cui gli ebrei sono ancor oggi invitati per una settimana a vivere nelle tende, nelle capanne, per ricordare il momento meraviglioso del fidanzamento dโ€™Israele con Dio, il tempo dellโ€™Esodo, in cui il popolo era nomade del deserto. In questa festa, i pii ebrei dovevano salire a Gerusalemme. Qui Gesรน con i suoi salgono sul monte che รจ il luogo della teofania, della presenza di Dio. Gerusalemme era il luogo della Presenza di Dio nel tempio, il monte รจ il luogo che ricorda il Sinai, dove Dio si รจ rivelato.

Durante la festa, si usa vivere in capanne, in tende. Qui Pietro dice a Gesรน: โ€œFacciamo tre tende, una per te, una per Mosรฉ, una per Eliaโ€.

Durante i primi sei giorni della festa viene eletto il Qohelet, il libro che dice: โ€œVanitร  delle vanitร : tutto รจ vanitร !โ€ (Qo 1,2). Ora Gesรน nel versetti precedenti (Mt 16,24-28; Mc 8,34-38) ci ha parlato proprio di questi temi: rinnegare se stessi, perdere la nostra vita. Nulla vale se non lui, se non il Regno.

Il settimo giorno della festa ci si veste di bianco, e nel tempio ognuno ha una luce, simbolo della Torah, della Legge di Dio. Qui Gesรน รจ vestito di bianco, cosรฌ bianco che piรน non si puรฒ, ed รจ splendente.

Nella festa delle Capanne gli ebrei celebrano la cosiddetta โ€œletizia della Torahโ€, la letizia della Legge. รˆ una celebrazione liturgica in cui si leggono i capitoli 33 e 34 del Deuteronomio. In essi si legge, tra lโ€™altro: โ€œIn Israele non ci fu piรน un profeta come Mosรฉ: il Signore si era manifestato a lui faccia a facciaโ€ (Dt 34,10). Come abbiamo visto, Mosรจ parla faccia a faccia a Dio e a Gesรน Cristo Signore.

Durante la festa delle Capanne viene nominato lo chatan Torah, โ€œlo sposo della Torahโ€, il priore della festa. Costui รจ incaricato di leggere la Torah a tutti. Gesรน tante volte dirร  di sรฉ di essere lo sposo messianico atteso (Mt 9,15; 25,1-13; Gv 3,29; 2 Cor 11,2; Ap 19,7-8; 21,2), e per questo Gesรน taccerร  di adulterio, in senso ovviamente metaforico, il popolo che lo rifiuta (Mc 8,38; Mt 12,39; 16,4).

La festa terminava in sinagoga con una preghiera per lโ€™avvento del Messia. Qui รจ Dio stesso che dice: โ€œQuesti รจ il mio figlio prediletto: ascoltatelo!โ€, che proclama Gesรน come Messia.

TESTO

  1. 1: Al termine dellโ€™episodio precedente, situato a Cesarea, Gesรน preannunciava: โ€œIn veritร  vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio dellโ€™uomo venire nel suo regnoโ€ (Mt 16,28). Forse questa profezia, specie in Marco, era riferita alla Parusia. Ma qui il riferimento รจ al v. 1: โ€œSei giorni dopoโ€: Luca invece dice: โ€œCirca otto giorni dopoโ€.

โ€“ I โ€œsei giorniโ€:

  1. a) potrebbero rievocare la teofania sinaitica: โ€œLa Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprรฌ per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamรฒ Mosรจ dalla nubeโ€ (Es 24,16). Il memoriale di questo evento cadeva il sesto giorno del mese di Sivan (il giorno di Pentecoste: si veda il Targum su Es 19).
  2. b) potrebbero ricordare la Festa delle Capanne, festa che iniziava sei giorni dopo il Kippur.

โ€“ Con sรฉ porta solamente tre discepoli: Pietro Giacomo e Giovanni. Egli opera una scelta, compie unโ€™elezione, e dei dodici prende con sรฉ solo tre, tra i primi chiamati alla sequela (cf. Mc 1,16-20). Sono i tre discepoli piรน vicini a Gesรน, giร  scelti come testimoni della resurrezione della figlia di Giairo (cfr Mc 5,37-43), quelli che saranno poi anche i testimoni della sua de-figurazione nellโ€™orto del Getsemani, alla vigilia della passione (cfr Mc 14,32-42). Sono scelti non per particolari virtรน o meriti ma, nellโ€™imperscrutabile volontร  di Dio, perchรฉ possano rendere testimonianza, diventare testimoni di Gesรน, anzi i testimoni per eccellenza: Pietro sarร  โ€œtestimone (mรกrtys) delle sofferenze di Cristo e partecipe (koinonรณs) della gloria che sarร  manifestataโ€ (1 Pt 5,1); Giacomo e Giovanni berranno la coppa e subiranno lโ€™immersione, secondo la promessa di Gesรน (cfr Mc 10,38-39). Saranno testimoni e dunque martiri!

Non รจ detto, ma dobbiamo pensare che gli altri discepoli lo aspettassero ai piedi del monte (cfr Mc 9,14, che alla discesa nota: โ€œE giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loroโ€). Anche questo ci ricorda il Sinai, tanto piรน che in Es 24,1 Mosรฉ sale da solo sul monte, ma porta con sรฉ Aronne e i suoi i due figli, Nadab e Abiu. La scelta dei tre medesimi discepoli, perchรฉ siano testimoni dei due episodi, serve proprio per far capire: quellโ€™uomo Gesรน che vedono angosciato, sfigurato di fronte alla morte e lo vedranno poi nella passione, sulla croce, conciato in un modo che non si puรฒ guardare, รจ lo stesso che hanno visto sul monte, trasfigurato nella figura di Dio: รจ lo stesso.

โ€“ un monte alto: la tradizione, a partire dal II secolo (cfr Vangelo degli Ebrei, citato da Origene in Omelie su Geremia XV,4,21), lo ha identificato con il Tabor (Sl 89,13), nella piana di Jizreel, facilmente raggiungibile, dopo sei giorni, da Cesarea, ma lโ€™Hermon sarebbe stato ancor piรน a portata di mano. Cโ€™รจ in questa salita sul monte lโ€™eco di tutti i racconti di teofania, di rivelazione di Dio dellโ€™Antico Testamento: la montagna del Sinai e dellโ€™Oreb, che sono unโ€™unica montagna (cfr Es 3,1) salita e discesa da Mosรจ (cfr Es 19-34) e da Elia (cfr 1 Re 19,1-18); โ€œla montagna della dimora del Signore elevata al di sopra dei montiโ€ (Is 2,2; Mi 4,1).

-in disparte: questa salita, che Marco e Matteo sottolineano essere diretta verso โ€œun luogo in disparteโ€ (cf. Mc 9,2; Mt 17,1) e Luca specifica avere come fine la preghiera (cfr Lc 9,28), appare in vista di un evento importante, in cui i discepoli beneficeranno di una rivelazione fatta da Dio, rivelazione che riguarda il loro maestro, confessato poco prima da Pietro come Messia-Cristo (cf. Mc 8,29 e par.).

2: Gesรน โ€œsi trasformรฒโ€ (metemorphรฒte), subรฌ una metamorfosi, cambiรฒ di aspetto, o meglio โ€œfu trasformatoโ€ (passivo divino: Mc 9,2; Mt 17,2), subรฌ un mutamento di forma nei vestiti e nel corpo. Luca, temendo che i lettori del vangelo comprendano questo evento come un mito, una metamorfosi alla stregua dei riti pagani greci, preferisce usare unโ€™espressione piรน neutra: โ€œlโ€™aspetto del suo volto divenne altroโ€ (hรฉteros: Lc 9,29).

Qui riscontriamo come lโ€™evento sia in realtร  inesprimibile e come il linguaggio degli evangelisti sia inadeguato: Matteo parla di โ€œvestiti bianchi come la luceโ€, Marco li descrive โ€œsplendenti, bianchissimi, quali non li potrebbe rendere nessun lavandaio sulla terraโ€, Luca li definisce โ€œsfolgorantiโ€. Ma รจ solo Matteo che individua come oggetto di tale trasformazione il volto di Gesรน, che diventa radioso come il sole. I tre racconti tentano dunque di descrivere la luce di questi vestiti, certamente non dimenticando che la luce รจ il mantello di cui si riveste Dio (cfr Sl 104,2); in profonditร , perรฒ, la sorgente di questa luce รจ Gesรน stesso: ecco perchรฉ il corpo di Gesรน fu trasfigurato (Mc e Mt), il suo volto brillรฒ come il sole (Mt) e lโ€™aspetto del suo volto divenne altro (Lc).

Invece del corpo e del volto umano, quotidiano di Gesรน come lo conoscevano i discepoli, il mutamento fornisce la visione di un volto altro, luminoso, un volto trasfigurato da unโ€™azione che poteva solo essere divina. Se Paolo nellโ€™inno della Lettera ai Filippesi confessava:

โ€œColui che era nella forma di Dio (en morphรช theoรป)

non ritenne un possesso geloso

la sua uguaglianza con Dio.

Ma egli svuotรฒ se stesso,

prendendo forma di schiavo (morphรจ doรบlou),

diventando simile agli uomini,

riconosciuto nella forma come uomoโ€ (Fil 2,6-7),

ora nella trasfigurazione colui che aveva la forma di schiavo riprende la sua forma di Dio e risplende di luce divina.

A nessuno puรฒ sfuggire, una seconda volta, in parallelo con Mosรฉ, che quando discese dalla Santa montagna, โ€œnon si era accorto che la pelle del suo volto era raggiante, per il fatto di aver conversato con Dioโ€ (Es 34,29-35). I vv. 29-35 di Es 34, di origine incerta, raccontano tradizioni sui raggi che emanavano dal volto di Mosรจ, che i vv. 29-33 collegano alla discesa dal Sinai, i vv. 34-35 alla tenda del Convegno. โ€œSplendereโ€ in ebraico รจ quaran: un equivoco con qeren, โ€œcornaโ€, ha fatto sรฌ che la Vulgata traducesse: โ€œCumque descenderet Moses de monte Sinai tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod cornuta esset facies sua  ex consortio sermonis Deiโ€ (Es 34,29): โ€œ la sua faccia era cornutaโ€. Molte raffigurazioni di Mosรจ, tra cui la famosa statua di Michelangelo, lo rappresentano con queste โ€œcornaโ€ sulla fronte. Dirร  Paolo: โ€œSe il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli dโ€™Israele non potevano fissare il volto di Mosรจ a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto piรน sarร  glorioso il ministero dello Spirito?โ€ (2 Cor 3,7).

โ€œSullโ€™alta montagna Gesรน non รจ stato visto da loro nella sua condizione ordinaria di uomo fragile e mortale, ma in unโ€™altra forma: irradiante luce, radioso di luce, splendente come il Signore cantato dal Salmo  76 (โ€œsplendente di luce sei tu e magnificoโ€: v. 5a) e dal Salmo  104 (โ€œavvolto dalla luce come da un mantoโ€: v. 2a). Per dirla con il linguaggio paolino, colui che era โ€œen morphรช theoรปโ€, โ€œin forma di Dioโ€, e aveva preso la โ€œmorphรฉ doรบlouโ€, โ€œla forma di schiavoโ€ (cf. Fil 2,6-7), ora riprende la forma di Dio e dunque risplende. Si compie cosรฌ la profezia di Isaia: โ€œAllora si rivelerร  la gloria del Signore e ogni carne la vedrร โ€ (Is 40,5) e accade ciรฒ che รจ testimoniato dal quarto vangelo: โ€œE la Parola si รจ fatta carne e ha piantato la sua tenda tra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloriaโ€ (Gv 1,14)โ€ (E. Bianchi).

3: โ€“ Ed ecco: questa espressione tipica della narrativa biblica (ebraico: we-hinnรฉ), comunissima in Matteo (tre volte in questo solo brano), ha come effetto di produrre un cambiamento del punto di vista, da quello del narratore a quello di uno dei protagonisti: in questo caso siamo invitati a guardare con gli stessi occhi dei discepoli.

โ€“ Accanto a Gesรน e si vendono altre due figure, che Matteo nomina nellโ€™ordine inverso rispetto a Marco: non โ€œElia con Mosรฉโ€ (Mc 9,4), ma โ€œMosรฉ ed Eliaโ€. Con questa opzione rabbinica, Matteo stabilisce una prioritร  di Mosรฉ su Elia e, al tempo stesso favorisce la presa di coscienza di un dialogo che Gesรน intrattiene, mediante le due figure piรน rappresentative, con tutta la Legge e i Profeti, ossia con tutto lโ€™Antico Testamento.

รˆ significativo che entrambi questi profeti siano stati sullโ€™Oreb e siano stati i destinatari di una teofania (Es 24; 1 Re 19). Ma forse รจ ancora piรน significativa la morte di entrambi: Mosรฉ prima di entrare nella terra promessa (Dt 34), Elia rapito su un carro di fuoco come da un turbine (2 Re 2). Perchรฉ รจ senza dubbio di questo che Gesรน sta discorrendo con loro, o che essi stanno discorrendo con lui, come esplicita Luca 9,31: โ€œdel suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemmeโ€.

Mosรจ il legislatore, dunque la Legge, รจ nominato piรน volte nei vangeli sinottici proprio in relazione alla Legge (cfr Mc 1,44; 7,10; ecc.), ma solo qui appare direttamente. Sullโ€™alta montagna del Sinai-Oreb Mosรจ aveva ricevuto in dono diverse teofanie, e proprio per la sua intimitร  con Dio aveva ricevuto in dono anche la luminositร  del volto, che i figli di Israele non potevano sostenere (cfr Es 34,29-35). Egli era pure il profeta atteso alla fine dei giorni, quando โ€“ secondo il Poema delle quattro notti nel Targum a Es 12,42 โ€“ sarebbe salito dal deserto, mentre il Re Messia sarebbe sceso dallโ€™alto. Mosรจ era dunque atteso per i tempi messianici, quando sarebbe sorto il profeta simile a lui, cui doveva andare lโ€™ascolto del popolo santo di Israele: โ€œIl Signore tuo Dio susciterร  per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me: ascoltatelo!โ€ (Dt 18,15). Ma Mosรจ era anche colui che aveva pregato Dio: โ€œFammi vedere la tua gloria!โ€ (Es 33,18), sentendosi da lui rispondere: โ€œNon รจ possibile vedere la mia gloria e restare in vitaโ€ฆ Tu vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si puรฒ vedereโ€ (Es 33,20.23).

Nellโ€™evento della trasfigurazione Mosรจ รจ presente, vivente nel mondo di Dio, e vede finalmente la gloria di Dio, Gesรน Cristo, che in quellโ€™ora appare come โ€œla gloria del Dio invisibileโ€ (cfr Eb 1,3), โ€œil Signore della gloriaโ€ (1 Cor 2,8), colui sul volto del quale โ€œbrilla lo splendore della gloria di Dioโ€ (cfr 2 Cor 4,6).

Accanto a Mosรจ appare Elia, il prototipo dei profeti, anche lui salito sulla montagna di Dio per una rivelazione nella โ€œvoce di un silenzio sottileโ€ (1 Re 19,12), anche lui atteso alla fine dei tempi โ€œprima che venga il giorno grande e terribile del Signoreโ€ (Ml 3,23) e che โ€œsi levi per quelli che temono il Nome di Dio il Sole di giustizia nei cui raggi sta la salvezzaโ€ (cfr Ml 3,20; cfr anche Sir 48,10-11). Elia rappresenta e sintetizza in sรฉ tutta la profezia dellโ€™Antico Testamento, quella che si era chiusa con Giovanni il Battista, anchโ€™egli visto e identificato come โ€œnuovo Eliaโ€ (cfr Mt 11,14; 17,10), precursore di Gesรน nella vita, nella predicazione del Regno veniente, nella testimonianza e nella morte violenta. Nel racconto dei discepoli di Emmaus, il misterioso viandante dimostra la necessitร  della passione e della resurrezione โ€œcominciando da Mosรจ e da tutti i profetiโ€ (Lc 24,27).

4: Impulsivo e previdente, ma coraggioso come sempre, Pietro osa intromettersi nel discorso. A questo punto, รจ istruttivo a dare uno sguardo a una sinossi. Pietro si rivolge a Gesรน chiamandolo โ€œRabbiโ€ in Marco, โ€œMaestroโ€ in Luca, โ€œSignoreโ€ in Matteo. Luca traduce in greco il titolo di Marco, Matteo invece lo cambia, perchรฉ non permette mai ai discepoli di chiamare Gesรน โ€œRabbiโ€: il solo che lo fa sarร  Giuda (26,25.49): non รจ, Gesรน, un maestro come gli altri (cfr 23,8: โ€œMa voi non fatevi chiamare ยซRabbรฌยป, perchรฉ uno solo รจ il vostro maestro e voi siete tutti fratelliโ€)!

Il proposito petrino di costruire delle tende, per quanto generoso (โ€œfarรฒโ€, in Matteo, non โ€œfaremoโ€), rimane fortunatamente senza effetto: riemerge la tentazione di un messianismo trionfante, il tentativo di impedire la discesa verso la Passione e Morte, le insinuazioni di Satana alle tentazioni (Mt 4,1-11) e, poco prima, dello stesso Pietro che suggeriva a Gesรน di evitare il cammino della croce (Mt 16,23).

5: โ€“ Non ha il tempo di finire di parlare quandโ€™ecco apparire una โ€œnube luminosaโ€. Nella Bibbia spesso si parla del mistero della โ€œnubeโ€, altro modo per indicare la Presenza di Dio che perรฒ si manifesta in modo velato: tra i vari elementi naturali in cui Dio si rivela, spiccano le nubi, definite โ€œcarroโ€ o โ€œseggioโ€ di Dio[1], e spesso, nelle teofanie, accompagnate da fuoco, tempesta, terremoto. Nellโ€™Antico Testamento la parola anan, nube, compare circa cento volte, e settanta volte designa una teofania. Forse, nellโ€™Esodo, il ricordo delle fiaccole accese per guidare la carovana si sovrappose a quello della tempesta sinaitica o di qualche eruzione vulcanica: tutti questi fenomeni vennero interpretati come interventi di Dio a fianco del suo popolo.

La nube indica la strada ad Israele nel deserto[2], avvolge il Sinai durante la teofania[3], scende presso la Tenda del convegno[4], riempie di gloria il Tempio[5]: essa aveva poi abbandonato il tempio[6], ed il giudaismo ne attendeva con ansia il ritorno[7]. Questa nube โ€œcopreโ€ Maria[8] allโ€™annunciazione: il verbo usato in proposito nel Vangelo รจ episkiร zein, che richiama lโ€™ebraico shakร n, che contiene la stessa radice di Shekinah, la Presenza di Dio[9]: meglio che la solita traduzione: โ€œTi coprirร  con la sua ombraโ€, dovremmo dunque dire: โ€œTi coprirร  con la nube della sua Presenzaโ€. La stessa nube divina sarร  presente poi alla trasfigurazione di Gesรน[10], e accompagnerร  la venuta ultima del Signore[11].

โ€“ โ€œEd eccoโ€ per la terza volta, in progressione, una voce celeste, una bat qol, quasi identica a quella del battesimo, che in poche battute unisce prodigiosamente il destino messianico del Figlio (Sl 2), con quello di Isacco (il figlio โ€œunicoโ€, โ€œpredilettoโ€: Gen 22) e con quello del Servo (il compiacimento del Padre: Is 42). La necessitร  della passione del Messia รจ inscritta nella Legge (Isacco) e nel Profeti (il Servo).

Abbiamo cosรฌ un concentrato di riflessione messianica davvero sorprendente:

Questi รจ il Figlio mio: il Messia (Sl 2,7)

il prediletto (agapetรฒs): il nuovo Isacco (Gen 22,2)

nel quale mi sono compiaciuto: il Servo del Signore (Is 42,1)

ascoltatelo: il profeta, nuovo Mosรฉ (Dt 18,15).

โ€œIl termine ยซfiglioยป indica il grado di parentela, forse meglio di intimitร , di unione e comunione che egli ha con lui. Intimitร  che si traduce in fiducia, affidamento da parte del Padre e confidenza da parte del figlioโ€ฆ La Chiesa di Matteo fa il suo annunzio cristologico, additando in Gesรน il Servo sofferente e il Figlio dellโ€™uomo rivestito di potestร  e gloria che gli uomini sono tenuti ad accettare. Nel fare ciรฒ essa non fa che ripetere un messaggio preciso del Padre, non le proprie favole, dirร  lโ€™autore della seconda lettera di Pietro ( 2 Pt 1,16)โ€ (O. Da Spinetoli).

โ€“ Rispetto alla voce del battesimo la voce della trasfigurazione aggiunge una parola: โ€œAscoltatelo!โ€, imperativo che ricorda la consegna di Mosรฉ: โ€œIl Signore tuo Dio susciterร  per te, di mezzo a te, un profeta come me: ascoltateloโ€ (Dt 18,15).  

6: Giร  Marco (9,6) aveva registrato la reazione di paura di discepoli. Ma Matteo vi insiste ancora di piรน: โ€œcaddero sulla loro facciaโ€, e la pone in relazione non con la visione ma con lโ€™audizione della voce celeste (v. 6). In ogni caso Pietro, Giacomo e Giovanni sono presi da spavento per la rivelazione di cui sono destinatari, lo stesso spavento provato dalle donne nellโ€™alba di Pasqua (cfr Mc 16,5.8).

7: Gesรน che li conforta. A questo proposito bisogna rileggere la visione apocalittica dellโ€™uomo vestito di lino in Daniele 10. Gli stessi elementi teofanici appaiono in Daniele e nel racconto di Matteo, nello stesso ordine: lo splendore luminoso volto, la voce, lโ€™incoraggiamento: Gesรน tocca i discepoli con la mano e dice loro: โ€œNon temere!โ€. Attraverso questi elementi comuni รจ permesso riconoscere lo schema di una rivelazione, o apocalisse, che ordinariamente esige il segreto e progredisce grazie alla conversazione con un angelo interprete.

8: โ€œEcco il messaggio dellโ€™evento della trasfigurazione: occorre ascoltare Gesรน. Ma ciรฒ va compreso bene: lโ€™ascolto di Gesรน รจ ascolto della parola del Vangelo e non di altre parole, รจ ascolto di ciรฒ che Gesรน ha detto e fatto, รจ ascolto della sua umanitร , quellโ€™umanitร  che egli ha vissuto con noi, condividendola in tutto, in tutto, senza venire meno allโ€™amore del Padreโ€ (E. Bianchi)

Ma la visione svanisce, e Gesรน รจ di nuovo contemplato โ€œsoloโ€ nella quotidianitร  umile della natura umana (cfr Mc 9,8 e par.). โ€œI due esponenti della rivelazione veterotestamentaria si erano ritirati per fare posto a Gesรน, il figlio prediletto. รˆ lui che il Padre impone di ascoltareโ€ฆ La storia della salvezza aveva preso un nuovo corso (Mt 16,4), non era piรน mosaica ma cristiana. Ormai solo Gesรน รจ il legislatore ed il profeta voluto dal Padreโ€ฆ io fa intendere di aver costituito solo Gesรน suo unico plenipotenziario e intermediario tra gli uominiโ€ (O. Da Spinetoli).

Ma cโ€™รจ anche unโ€™altra rivelazione. โ€œรˆ significativo che Matteo concluda: โ€œGesรน resto soloโ€, che significa non la sua solitudine ma che i discepoli dopo la rivelazione vedevano soltanto Gesรน, vedevano un uomo. Vedevano un uomo come prima, ma con la grazia della rivelazione da quel momento nellโ€™umanitร  di Gesรน potevano vedere Dioโ€ (E. Bianchi).

9: Alla rivelazione della gloria del Figlio dellโ€™uomo (termine danielico), segue lโ€™ingiunzione di non dire niente a nessuno โ€œquello che avevano vistoโ€ (Mc 9,9). La rivelazione รจ stata straordinaria, ma deve restare sotto silenzio, perchรฉ non sia svelato il segreto messianico prima dellโ€™ora della resurrezione, per evitare implicazioni politico-nazionalistiche. Ora รจ istruttivo che, per Matteo โ€œquello che avevano vistoโ€ diventi โ€œla visioneโ€ (tรฒ hรฒrama: v. 9): inserendo il termine visione Matteo dichiara qual รจ la propria interpretazione della Trasfigurazione: una visione apocalittica, la visione del Figlio dellโ€™uomo nella sua gloria (Dn 7,13-14). Quella visione che non sarร  piena, fino a quando โ€œil Figlio dellโ€™uomo non si levi dai mortiโ€.

10: Cโ€™รจ quindi una conversazione con Gesรน stesso, che riguarda il ritorno di Elia. La conversazione che ha luogo, scendendo dal monte, verte solo su uno solo dei protagonisti della visione, quello piรน importante per Marco: il profeta Elia. Il semplice fatto che gli scribi sostengano la necessitร  del suo ritorno, e giร  indice di una discussione a questo riguardo. Elia deve venire โ€œprimaโ€: ma prima di chi, o di che cosa?

11: In Ml 3,23-24 si annunzia il ritorno di Elia in questi termini:

โ€œEcco, io mando voi il profeta Elia

prima che venga il giorno del Signore

grande e terribile,

e ricondurrร  il cuore dei padri verso i figli

e il cuore dei figli verso i padri,

affinchรฉ io non venga a colpire

il paese con lo sterminioโ€.

Perciรฒ deve venire Elia prima del giudizio, e il suo compito sarร  di sistemare ogni cosa, mettendo ordine nelle relazioni tra padri e figli: ma non รจ cosรฌ sicuro in base alla profezia, nรฉ generalmente ammesso tra gli scribi, che egli debba venire quale precursore del Messia.

12: Ora, รจ proprio questo che il Vangelo afferma, dicendo che Elia รจ giร  venuto. Non solo, ma la sua stessa sorte (โ€œhanno fatto di lui quello che hanno volutoโ€) preannunzia quella del Figlio dellโ€™uomo senza perรฒ che tale necessitร  sia cosรฌ strettamente deducibile dalla Scrittura come vorrebbe Marco 9,12-13, ripetendo per due volte โ€œcome sta scrittoโ€, ciรฒ che Matteo omette.

13: Infine Matteo toglie ogni suspense alla discussione identificando espressamente Elia con il Battista, come aveva giร  fatto 11,14: โ€œE se lo vorrete accogliere (ndr: รจ un dato di Fede. non รจ un fatto rigorosamente probabile sulla base delle Scritture), รจ lui Elia che deve venireโ€. Questo รจ ben compreso dai discepoli (A. Mello). Anche se in Gv 1,21 si dice che il Battista non era lโ€™Elia che doveva venire (โ€œAllora gli chiesero: ยซChe cosa dunque? Sei Elia?ยป. Rispose: ยซNon lo sonoยปโ€), la teologia cristiana vedrร  in lui lโ€™Elia escatologico.

ESEGESI

  1. La meditazione della Scrittura ci rivela Cristo

Che cosa รจ probabilmente successo? Che Gesรน si รจ preso una giornata di ritiro con i suoi amici piรน cari, se ne รจ andato monte e si รจ messo a leggere la Bibbia, cioรจ Mosรฉ ed Elia. Per dire โ€œLa Scritturaโ€, gli ebrei dicevano โ€œMosรฉ ed Eliaโ€, oppure รจ โ€œMosรฉ e i profetiโ€. Gesรน legge la Bibbia โ€“ questo significa parlare con Mosรฉ ed Elia-, ed in questa riflessione sulla Scrittura Gesรน prende coscienza di essere il Messia e, per miracolo divino, questa consapevolezza viene capita anche dai tre ai discepoli che sono con lui. Non vogliamo negare a Dio la possibilitร  di trasfigurarsi, di diventare bianco, splendente, con tutti i raggi intorno, ma รจ molto piรน vicino a noi pensare che quando riusciamo a trovare mezza giornata per ritirarci su un monte per leggere la Scrittura, in quei momenti anche noi parliamo con Mosรฉ e con Elia, in quei momenti Dio parla a noi e ci trasfigura, si rivela a noi, ci dice che siamo suoi figli, ci fa capire la nostra missione, ci dร  coraggio per portare avanti la nostra vita. Nulla vieta di pensare e credere che sia avvenuto un fatto strepitoso, ma dobbiamo leggere la Bibbia al di lร  del genere letterario e recuperare il senso plastico di questo brano, la rivelazione concreta che in esso ci viene data.

Mosรจ ed Elia, la Legge e i profeti che sintetizzano tutte le Scritture di Israele, il Primo Testamento, sono accanto a Gesรน come testimoni e interpreti. Anzi, in quel loro โ€œintrattenersiโ€, in quel loro โ€œparlare insiemeโ€ (sunlaleรฎn: cfr Mc 9,4 e par.) a Gesรน mostrano unโ€™autentica interpretazione spirituale in atto: Gesรน รจ lโ€™ermeneuta della Legge e dei profeti che sempre, โ€œcominciando da Mosรจ e da tutti i profeti, spiega in tutte le Scritture ciรฒ che si riferisce a luiโ€ (cfr Lc 24,27); e Mosรจ ed Elia, definiti da Luca โ€œdue uominiโ€, sono coloro che, presenti accanto alla tomba vuota, interpreteranno le parole dette da Gesรน nella sua vita e lo proclameranno Crocifisso-Risorto (cfr Lc 24,4-7). Proprio in questโ€™ottica, nel racconto della trasfigurazione Luca specifica che Mosรจ ed Elia โ€œparlavano con Gesรน del suo esodo (รฉlegon tรจn รฉxodon autoรป), che stava per compiere a Gerusalemmeโ€ (Lc 9,31). Dunque la Legge e i profeti testificano la necessitas passionis di Gesรน, lo indicano come il Servo del Signore che deve passare attraverso la kรฉnosis e lโ€™innalzamento, e cosรฌ mostrano la continuitร  della fede tra Antica e Nuova Alleanza.

Le attese messianiche di Israele sono veramente compiute, e Gesรน il Messia appare come lโ€™esegesi vivente e il compimento autentico delle Scritture. Con questa convinzione Origene puรฒ commentare:

โ€œSe si comprende e si contempla il Figlio di Dio trasfigurato al punto che il suo viso sia sole e i suoi vestiti bianchi come la luce, si vedranno, contemplando Gesรน in questa forma, Mosรจ la Legge ed Elia, che non รจ un profeta solo ma li rappresenta tutti, mentre conversano con Gesรน โ€ฆ E se qualcuno ha visto la gloria di Mosรจ, poichรฉ ha compreso che la Legge spirituale รจ tuttโ€™una con la parola di Gesรน, e ha compreso che nei profeti ยซla sapienza รจ nascosta nel misteroยป (1 Cor 2,7), allora egli ha visto Mosรจ ed Elia nella gloria, proprio vedendoli con Gesรนโ€ (Commento a Matteo XII,38,29-37.43-49 [su Mt 17,2-3]).

La Trasfigurazione รจ anche mistero di luce, che illumina tutto il corpo (Israele e la Chiesa; Mosรจ, Elia e i discepoli) insieme al Capo. Infatti il Primo Patto testimonia e Gesรน interpreta il Primo Patto; i discepoli, a loro volta, accolgono Gesรน, accolgono la testimonianza delle Scritture e accolgono il comando del Padre in vista dellโ€™ascolto del Figlio. Non cโ€™รจ immagine biblica piรน efficace per narrare lโ€™unitร  della fede nei due Testamenti, la centralitร  di Gesรน il Messia, la pienezza della rivelazione in lui, lโ€™essere un solo corpo da parte dei credenti che nellโ€™Antico Testamento attendevano il Messia e nel Nuovo lo confessano e lo annunciano.

โ€œLโ€™ascesa dei discepoli verso il monte Tabor ci induce a riflettere sullโ€™importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso lโ€™alto e contemplare Gesรน. Si tratta di disporci allโ€™ascolto attento e orante del Cristo, il Figlio amato del Padre, ricercando momenti di preghiera che permettono lโ€™accoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio. In questa ascesa spirituale, in questo distacco dalle cose mondane, siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia. E quando noi ci mettiamo cosรฌ, con la Bibbia in mano, in silenzio, cominciamo a sentire questa bellezza interiore, questa gioia che genera la Parola di Dio in noiโ€ฆ Al termine dellโ€™esperienza mirabile della Trasfigurazione, i discepoli scesero dal monte (cfr v. 9) con occhi e cuore trasfigurati dallโ€™incontro con il Signore. รˆ il percorso che possiamo compiere anche noi. La riscoperta sempre piรน viva di Gesรน non รจ fine a se stessa, ma ci induce a โ€œscendere dal monteโ€, ricaricati della forza dello Spirito divino, per decidere nuovi passi di conversione e per testimoniare costantemente la caritร , come legge di vita quotidiana. Trasformati dalla presenza di Cristo e dallโ€™ardore della sua parola, saremo segno concreto dellโ€™amore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nellโ€™abbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dallโ€™ingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenzaโ€ (Papa Francesco)..

  1. La Cristofania

Qualcosa della gloria, della luce di Dio risplende in Gesรน, per quanto era possibile vedere ai discepoli: Gesรน appare nella forma di uno dei โ€œgiusti splendenti come il sole nel Regno del Padre loroโ€ (cfr Mt 13,43), come lui stesso aveva rivelato, appare come uno dei santi sapienti โ€œsplendenti nel firmamento come stelle per sempreโ€ della visione di Daniele (Dn 12,3). Ciรฒ che accade รจ dunque una vera Cristofania, anzi una teofania come quelle raccontate nellโ€™Antico Testamento, di cui beneficiarono Mosรจ (cfr Es 3,1-15; 34,5-28), Elia (cfr 1 Re 19,1-18) e gli altri profeti, soprattutto Isaia (cfr Is 6) ed Ezechiele (Ez 1).

Nello stesso tempo lโ€™evento della trasfigurazione annuncia ciรฒ che accadrร  a Gerusalemme, quando nellโ€™ora della croce il centurione confesserร : ยซVeramente questโ€™uomo รจ il Figlio di Dio!ยป (Mc 15,39; Mt 27,54). Sรฌ, lโ€™evento della trasfigurazione รจ memoriale del battesimo e oracolo della croce, e la posizione centrale assegnatogli dagli evangelisti vuole proprio indicare questa sua qualitร  di memoriale e di profezia, di compimento di ciรฒ che รจ stato detto nel battesimo e di anticipazione di ciรฒ che avverrร  nella resurrezione e nella parusia. โ€œNellโ€™attesa di quel giorno a noi non resta che contemplare, per quanto ne siamo capaci, ยซil volto di Cristo su cui risplende la gloria di Dioยป (cfr 2 Cor 4,6): cosรฌ, ยซriflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasfigurati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, attraverso lโ€™azione dello Spirito santoยป (cfr 2 Cor 3,18). Cosรฌ nella tua luce vediamo la luce, Signore (cfr Sl 36,10)!โ€ (E. Bianchi). โ€œLa comunitร  cristiana ha le piรน alte garanzie della sua predicazione: la legge, i profeti e lo stesso Padreโ€ (O. Da Spinetoli).

  1. La bellezza di Dio

Nel contesto liturgico, celebrando la Festa delle Capanne, i discepoli capiscono che Gesรน รจ il Messia annunciato da tutta la Scrittura, che Gesรน รจ lo chatan Torah, lo sposo, lโ€™ermeneuta, colui che spiega tutta la Torah; evidentemente sono arrivati gli ultimi tempi, la preghiera per il Messia si รจ realizzata, il Messia รจ qui tra loro e instaura il Regno. E poichรฉ realizza il Regno, la creazione diventa bella: โ€œDio vide che tutto era buonoโ€, nel creare lโ€™universo (Gen 1,4.10.12.18.21.25.31). รˆ qui i discepoli che cosa dicono? โ€œรˆ bello per non restare quiโ€ (Mt 17,4), il mondo รจ tutto bello. Tu, Signore, in questo momento sei venuto e porti veramente a compimento il piano creazionale di Dio. Sei la Genesi, sei il nostro paradisoโ€. I padri diranno: โ€œCreavit Deus Adam et posuit eum in paradiso, id est in Christoโ€: โ€œDio pose Adamo in paradiso, cioรจ in Cristoโ€. Il paradiso รจ simbolo del Cristo, perchรฉ solo in Cristo si compie il progetto creazionale (la Genesi non racconta come eravamo, ma come saremo!) nel quale i figli di Dio parlano tutti con il Padre, lo vedono non solo piรน di spalle (Es 33,23), ma faccia a faccia (Es 33,11), partecipano alla sua stessa vita, godono dellโ€™immortalitร  (Rm 8,17). Il paradiso รจ Cristo, Gesรน รจ il nostro paradiso: questa รจ la lettura piรน completa e piรน esatta del libro della Genesi. Allora quello che era il caposaldo della fede ebraica, lo โ€œShemร , Israelโ€,  lโ€™โ€œAscolta, Israeleโ€ (Dt 6,3-4; 9,1; 20,3; 27,9), che veniva proclamato tutti i giorni in sinagoga, ora diventa lโ€™obbedienza alla Parola di Gesรน: il Padre dice: โ€œQuesti รจ il mio figlio prediletto: ascoltatelo!โ€ (Mt 17,5).

โ€œNella fatica di ogni giorno per seguire Gesรน portando la nostra propria croce (cf. Mt 16,24) abbiamo bisogno di momenti in cui poter dire: ยซรˆ bello per noi stare qui accanto a te, Gesรน, nostro Signore!ยป; momenti in cui la luce del ยซDio-con-noiยป (Mt 1,23) si fa evidente, in cui la nostra fede รจ confermata dalla voce di Dio che ascoltiamo nel cuore: ยซรˆ lui il mio Figlio amato, ascoltatelo!ยป. Sono momenti rari, di presenza elusiva, ma ci sono necessariโ€ (E. Bianchi).        

  1. La tentazione di rifiutare la Croce

โ€œLa risurrezione รจ il messaggio fondamentale del Vangelo ma non puรฒ essere disgiunto dalla passione. Lโ€™intervento di Pietro, evidentemente funzionale (v. 4), viene a mettere in risalto il contrasto segnalato varie volte nel corso della vita pubblica di Gesรน tra le aspirazioni dellโ€™uomo e il disegno di Dioโ€ฆ Le tre tende rivelano il senso che Pietro aveva dato alla scena accomodandosi subito sugli allori di unโ€™immeritata vittoria. Anche in questo caso Pietro rappresenta la voce della carne e del sangue(Mt 16,17), colui che pensa non secondo Dio ma a modo degli uomini (Mt 16,23), per questo รจ ancora una volta motivo di intralcio piรน che collaboratore di Dio. La spiegazione di Pietro non รจ solo sua; Paolo la ritrova a Corinto(1 Cor 1-4), ad Atene (At 17,16-32) presso il procuratore Festo e re Agrippa (At 25-26). Eโ€™ il tentativo di accomodare il disegno di Dio al piacimento e alla ยซsaggezzaยป dellโ€™uomo. Lโ€™apostolo questa volta non รจ tacciato di ยซuomo di poca fedeยป (Mt 14,31), nรฉ meno ancora da alleato satanico (Mt 16,23), ma il Padre stesso si scomoda a redarguire sue aspirazioni e a rettificare le sue concezioniโ€ (O. Da Spinetoli).

  1. Vedere Dio nel volto dei fratelli

Dopo la Trasfigurazione, i discepoli vedono โ€œGesรน soloโ€. Ne contemplano ormai solo la sua umanitร , la sua presenza tra gli uomini, la sua Incarnazione. โ€œSiamo chiamati a esercitarci alla capacitร  di vedere lโ€™umanitร , come i tre discepoli lโ€™hanno vista in Gesรน: una ยซvisioneยป di Dio, almeno per noi, una traccia di Dio. Essere uomini e donne destinatari della trasfigurazione significa anche essere capaci di mutare lo sguardo per vedere lโ€™invisibile nel volto umano, e lรฌ vedere Dioโ€ฆ Al nostro orizzonte cโ€™รจ la promessa del profeta Malachia: ยซSi leverร  per voi che credete nel suo Nome il sole della giustificazione, nei cui raggi cโ€™รจ la guarigioneยป (Ml 3,20). Sole che, illuminando i volti degli umani, cosรฌ feriti, piagati, sporchi, li guarirร  e li farร  apparire a noi come i volti dei fratelli di Gesรน, dei figli di Dio, di Dio stessoโ€ฆ! รˆ come dice Benedetto nella sua Regola: ยซDavanti agli ospiti che arriveranno o partiranno si inchinerร  la testa o ci si prosternerร  a terra, adorando in essi il Cristo che si accoglie nella loro personaยป (53,6-7). I discepoli sono dunque invitati a un cammino che รจ ben riassunto in un detto di Gesรน riportato da Clemente Alessandrino: ยซHai visto tuo fratello, un uomo? Hai visto Dioยป (Stromati I,19,94). Questo รจ il mistero della trasfigurazione: ยซHai visto tuo fratello, tua sorella? Hai visto Dioยปโ€ (E. Bianchi).

  1. Trasfigurarci e trasfigurare il mondo

โ€œMa qui noi ci poniamo una domanda. Siccome in Marco e in Matteo sta scritto che Gesรน โ€œfu trasfigurato รฉmprosthen autรดn, davanti a loroโ€ (Mc 9,2; Mt 17,2), e solo davanti a loro, allora ci chiediamo: รจ il corpo di Gesรน che si รจ trasfigurato oppure sono stati i discepoli che, per grazia di una rivelazione, hanno visto nella carne fragile e umana di Gesรน la sua gloria divina? Giร  Origene si poneva tale domanda, e concludeva che sono stati i discepoli a subire una trasfigurazione della loro vista nella fede, fino a vedere nellโ€™umanitร  del Servo, nella forma dello schiavo, la forma di Dio Egli scrive: โ€œTu tenti di sapere se i discepoli, quando Gesรน si trasfigurรฒ davanti a quelli che aveva fatto salire sullโ€™alta montagna, videro Gesรน sotto la forma di Dio, quella che era la sua prima, avendo egli preso quaggiรน la forma di schiavo? Ebbene, ascolta queste parole, se tu sei capace, in un senso spirituale, e nota che non รจ detto solo ยซfu trasfiguratoยป, bensรฌ ยซfu trasfigurato davanti a loroยป, come dicono Matteo e Marco. Tu dunque concluderai che รจ possibile che Gesรน davanti ad alcuni sia trasfigurato e davanti ad altri non lo siaโ€ (Commento a Matteo XII,37,1-21 [su Mt 17,2]).

Ma affinchรฉ questa rivelazione, questa apocalisse sia per i discepoli autentica e definitiva, ecco anche la visione della Legge e dei Profeti, di Mosรจ ed Elia che conversano con Gesรน. Mosรจ ed Elia, servi del Signore, appaiono qui nella condizione gloriosa di viventi presso Dio, quali testimoni della gloria di Gesรน. La Legge e i Profeti che sullโ€™alta montagna avevano visto la teofania, la manifestazione di Dio e della sua gloria (cfr Es 19,16-25; 24,12-18,33,18-34,28; 1 Re 19,8-18), ora sullโ€™alta montagna vedono la cristofania, la manifestazione del Messia Gesรน! รˆ manifestazione, questa, della Parola di Dio detta dalla Legge e dai Profeti e fatta carne in Gesรนโ€ (E. Bianchi).

La trasfigurazione รจ mistero di trasformazione: il nostro corpo e questa creazione sono chiamati alla trasfigurazione, a diventare โ€œaltroโ€; il nostro corpo di miseria diventerร  un corpo di gloria (cf. Fil 3,21), e โ€œla creazione che geme e soffre nelle doglie del partoโ€ (cfr Rm 8,22) conoscerร  il mutamento in โ€œcielo nuovo e terra nuovaโ€ (Ap 21,1). Ciรฒ che รจ avvenuto sul monte Tabor in Gesรน Cristo avverrร  per tutti i credenti e per il cosmo intero alla fine della storia.

โ€œCelebrare lโ€™Eucaristia รจ vivere in anticipo la trasfigurazione in comunione con il Signore e con i fratelli e sorelle: la Parola si trasfigura in pane e in vino e questi in cibo che a sua volta si trasfigura nella nostra vita. In questo modo lโ€™Eucaristia diventa un progetto di trasformazione che deve impegnarci nella nostra storia: abbiamo lโ€™obbligo di trasformare il pane delle nostre possibilitร  in pane per tutti affinchรฉ non vi siano affamati nel mondo; abbiamo il compito di trasfigurare ciรฒ che viviamo e facciamo e tocchiamo perchรฉ la pace possa chiamarsi giustizia. Gesรน non resta sul monte della trasfigurazione, ma scende nel mondo della storia quotidiana per portare il vangelo della trasformazione agli uomini e alle donne che incontrerร  sul suo cammino verso la cittร  di Dio: la cittร  della trasfigurazione definitiva che muta la morte in vita e la croce da strumento di tortura e di morte in simbolo di misericordia e di redenzione. Noi ne siamo testimoni. Noi lo annunciamo con la nostra vitaโ€ (P. Farinella).

[1] Es 20,18; Dt 33,26โ€ฆ

[2] Es 13,21-22; 14,19.24

[3] Es 19,16; 24,15-18

[4] Es 33,9-10

[5] 1 Re 8,10-13; Is 6,4

[6] Ez 10,3-22

[7] 2 Mac 2,8

[8] Lc 1,35

[9] Es 40,35; Nm 9,18.22

[10] Mt 17,1-8; 2 Pt 1,16-19

[11] Mc 14,62; At 1,9; 1 Ts 4,17

 


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