Il commento alle letture di domenica 8 marzo 2020 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
LA TRASFIGURAZIONE (MATTEO 17,1-13)
โ1Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโamato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป. 6Allโudire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.9Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโuomo non sia risorto dai mortiยป.10Allora i discepoli gli domandarono: ยซPerchรฉ dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?ยป. 11Ed egli rispose: ยซSรฌ, verrร Elia e ristabilirร ogni cosa. 12Ma io vi dico: Elia รจ giร venuto e non lโhanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Cosรฌ anche il Figlio dellโuomo dovrร soffrire per opera loroยป. 13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battistaโ (Mt 17,1-13).
Questo episodio della vita di Gesรน va capito molto bene, analizzando anche i brani paralleli degli altri Vangeli (Mc 9,2-10; Lc 9,28-36).
UNโESPERIENZA POST-PASQUALE?
โLโoriginalitร di questo brano, oltre che dalla scenografia tipicamente apocalittica, proviene dal contesto. Viene subito dopo lโannuncio della passione e morte del figlio dellโuomo, le rimostranze di Pietro e lโesortazione ai discepoli di seguire il maestro sulla ยซvia crucisยป. Vuole significare che al di lร della passione esiste per Gesรน un futuro di gloria divina, che il crocifisso รจ il figlio dellโuomo che verrร alla fine nello splendore della sua divinitร . La luce della Pasqua e della venuta finale illumina la tenebra del venerdรฌ Santo. Il servo sofferente di Dio e il figlio dellโuomo glorioso sono uniti nella stessa persona. Come valutare ora il racconto in relazione allโesperienza che i discepoli hanno avuto del maestro? Sembra di dover escludere prima di Pasqua una rivelazione del suo essere trascendente e divino. Soltanto alla luce della risurrezione essi compresero a fondo, per la prima volta, chi era Gesรน รจ il senso della sua morte tragica. Svelato lโenigma della sua persona nelle apparizioni del Risorto, nasce la professione di fede che egli รจ il figlio di Dio e il figlio dellโuomo trascendente. La crocifissione non appare piรน un fallimento ma una tappa necessaria verso la gloria e soprattutto lโespressione della sua obbedienza di servo sofferente glorificato da Dio. Lo scandalo della morte tragica รจ superato. Essa ha significato lโabbassamento del figlio dellโuomo, che verrร alla fine nella pienezza della sua gloria e come Signore del mondo. Ne รฉ garante la risurrezione. Il racconto della trasfigurazione, originato da questa fede pasquale, intende anticipare nella trama del Vangelo il significato dellโevento di Pasqua. Come nel Vangelo dellโinfanzia รจ stato prefigurato nel bambino il suo destino futuro e sono stati anticipati avvenimenti che solo piรน tardi ebbero compimento. Si tratta di un accorgimento pedagogico di estrema efficacia per mostrare ai lettori la portata vera della passione di Cristo e rivelarne, subito, lโapertura alla gloria. Lโespediente nasconde lโintenzione profonda di mostrare nel ยซdopoยป della glorificazione il ยซperchรฉยป della crocifissione. Sembra dunque probabile che la trasfigurazione debba intendersi come apparizione pasquale anticipata. La concezione della storia che si aveva a quel tempo non era legata tanto alla legge di successione secondo lo schema del prima e del poi, quanto uno sguardo interpretativo teso a coglierne lโunitร profonda. Del resto la conclusione del brano mostra il collegamento con la risurrezioneโฆ
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Nel Nuovo Testamento due altri scritti ne parlano. Il primo รจ addirittura un parallelo con i racconti sinottici;
โInfatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesรน Cristo, ma perchรฉ siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciutoยป. Questa voce noi lโabbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monteโ (2 Pt 1,16-18).
Lโaltro passo รจ nel Vangelo di Giovanni che presenta perรฒ solo una somiglianza tematica, in quanto parla della glorificazione del figlio dellโuomo nellโora della morte di Gesรน:
โOra lโanima mia รจ turbata; e che devo dire? Padre, salvami da questโora? Ma per questo sono giunto a questโora! Padre, glorifica il tuo nomeยป. Venne allora una voce dal cielo: ยซLโho glorificato e di nuovo lo glorificherรฒ!ยปโ (Gv 12,27-28)โ (Giuseppe Barbaglio).
CONTESTO
Nel mezzo dei conflitti con i farisei e gli erodiani (Mc 8,11-21), Gesรน lascia la Galilea e si reca nella regione di Cesarea di Filippo (Mc 8,27), dove inizia a preparare i discepoli. Lungo il cammino, lancia una domanda: โChi dice la gente che io sia?โ (Mc 8,27). Dopo aver ascoltato la risposta che lo consideravano il Messia, Gesรน comincia a parlare della sua passione e morte (Mc 8,31). Pietro reagisce: โDio te ne scampi, Signore!โ (Mt 16,22). Gesรน ribadisce: โlungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!โ (Mc 8,33) Fu un momento di crisi. I discepoli, presi dallโidea di un messia glorioso (Mc 8,32-33; 9,32), non comprendono la proposta di Gesรน e cercano di condurla per un altro cammino. Era vicina la festa delle Capanne, in cui lโaspettativa messianica-popolare era solita aumentare e di molto.
Lโevento della trasfigurazione รจ un evento profetizzato da Gesรน, il quale dopo il primo annuncio della sua passione-morte-resurrezione dice ai discepoli: โIn veritร vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non gusteranno la morte prima di vedere il Regno di Dio venire con potenzaโ (Mc 9,1; cfr Mt 16,28; Lc 9,27). Dunque alcuni dei discepoli saranno destinatari di una visione prima di morire, nella loro stessa vita, e vedranno il Regno di Dio veniente (Mc e Lc), vedranno il Figlio dellโuomo veniente (Mt). Come il vecchio Simeone aveva ricevuto dallo Spirito santo la promessa โdi non vedere la morte senza prima avere visto il Cristo del Signoreโ (Lc 2,26), cosรฌ alcuni ricevono una promessa da Gesรน stesso: sarร loro manifestato il Regno di Dio, che Matteo identifica con il Figlio dellโuomo, dunque con Gesรน stesso. Gesรน รจ il Regno di Dio in persona, รจ lโautobasileรญa, come ha ben compreso Origene (cfr Commento a Matteo XIV,7,10.17 [su Mt18,23]). Gesรน, che ha annunciato la venuta del Regno di Dio, ora lo rivela; o meglio, Gesรน รจ rivelato dal Padre come Regno di Dio veniente con potenza, e dunque lโevento della trasfigurazione appare come unโanticipazione.
RETROTERRA EBRAICO
Il brano della Trasfigurazione di Gesรน puรฒ essere compreso solo nellโambito della grande tradizione ebraica. Il racconto della Trasfigurazione รจ storico, ma raccontato come un midrash, una riflessione sapienziale.
Tre sono i retroterra culturali di questo testo.
- La teofania sinaitica
La teofania al monte Sinai รจ evocata dal tema del monte, della gloria, di Mosรจ, dellโirradiazione del voltoโฆ:
โ15 Mosรจ salรฌ dunque sul monte e la nube coprรฌ il monte.
16 La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprรฌ per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamรฒ Mosรจ dalla nube.
17 La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. 18 Mosรจ entrรฒ dunque in mezzo alla nube e salรฌ sul monte. Mosรจ rimase sul monte quaranta giorni e quaranta nottiโ (Es 24,15-17);
โ29 Quando Mosรจ scese dal monte Sinai โ le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosรจ mentre egli scendeva dal monte โ non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poichรฉ aveva conversato con lui. 30 Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. 31 Mosรจ allora li chiamรฒ e Aronne, con tutti i capi della comunitร , andรฒ da lui. Mosรจ parlรฒ a loro. 32 Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciรฒ che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. 33 Quando Mosรจ ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. 34 Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosรจ si toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciรฒ che gli era stato ordinato. 35 Gli Israeliti, guardando in faccia Mosรจ, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con luiโ (Es 34,29-35).
- La visione apocalittica di Daniele
โ4 Il giorno ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioรจ il Tigri, 5 alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura dโoro di Ufร z; 6 il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva lโaspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.
7 Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore si impadronรฌ di loro e fuggirono a nascondersi. 8 Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.
9 Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono delle sue parole, caddi stordito con la faccia a terra.
10 Ed ecco, una mano mi toccรฒ e tutto tremante mi fece alzare sulle ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani. 11 Poi egli mi disse: ยซDaniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi, poichรฉ ora sono stato mandato a teยป. Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai in piedi tutto tremante.
12 Egli mi disse: ยซNon temere, Daniele, poichรฉ fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. 13 Ma il principe del regno di Persia mi si รจ opposto per ventun giorni: perรฒ Michele, uno dei primi prรฌncipi, mi รจ venuto in aiuto e io lโho lasciato lร presso il principe del re di Persia; 14 ora sono venuto per farti intendere ciรฒ che avverrร al tuo popolo alla fine dei giorni, poichรฉ cโรจ ancora una visione per quei giorniยป. 15 Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai la faccia a terra e ammutolii.
16 Ed ecco uno con sembianze di uomo mi toccรฒ le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: ยซSignor mio, nella visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perduto tutte le energie. 17 Come potrebbe questo servo del mio signore parlare con il mio signore, dal momento che non รจ rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il respiro?ยป. 18 Allora di nuovo quella figura dโuomo mi toccรฒ, mi rese le forze 19 e mi disse: ยซNon temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancatiยป. Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: ยซParli il mio signore perchรฉ tu mi hai ridato forzaยป.
20 Allora mi disse: ยซSai tu perchรฉ io sono venuto da te? Ora tornerรฒ di nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirรฒ ed ecco verrร il principe di Grecia. 21 Io ti dichiarerรฒ ciรฒ che รจ scritto nel libro della veritร . Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principeโ (Dn 10,4-21)..
- La Festa delle Capanne
Si pensa alla Festa delle Capanne per lโallusione alle tende fatta da Pietro, festa che iniziava sei giorni dopo il Kippur. Era la festa di Sukkot, in cui gli ebrei sono ancor oggi invitati per una settimana a vivere nelle tende, nelle capanne, per ricordare il momento meraviglioso del fidanzamento dโIsraele con Dio, il tempo dellโEsodo, in cui il popolo era nomade del deserto. In questa festa, i pii ebrei dovevano salire a Gerusalemme. Qui Gesรน con i suoi salgono sul monte che รจ il luogo della teofania, della presenza di Dio. Gerusalemme era il luogo della Presenza di Dio nel tempio, il monte รจ il luogo che ricorda il Sinai, dove Dio si รจ rivelato.
Durante la festa, si usa vivere in capanne, in tende. Qui Pietro dice a Gesรน: โFacciamo tre tende, una per te, una per Mosรฉ, una per Eliaโ.
Durante i primi sei giorni della festa viene eletto il Qohelet, il libro che dice: โVanitร delle vanitร : tutto รจ vanitร !โ (Qo 1,2). Ora Gesรน nel versetti precedenti (Mt 16,24-28; Mc 8,34-38) ci ha parlato proprio di questi temi: rinnegare se stessi, perdere la nostra vita. Nulla vale se non lui, se non il Regno.
Il settimo giorno della festa ci si veste di bianco, e nel tempio ognuno ha una luce, simbolo della Torah, della Legge di Dio. Qui Gesรน รจ vestito di bianco, cosรฌ bianco che piรน non si puรฒ, ed รจ splendente.
Nella festa delle Capanne gli ebrei celebrano la cosiddetta โletizia della Torahโ, la letizia della Legge. ร una celebrazione liturgica in cui si leggono i capitoli 33 e 34 del Deuteronomio. In essi si legge, tra lโaltro: โIn Israele non ci fu piรน un profeta come Mosรฉ: il Signore si era manifestato a lui faccia a facciaโ (Dt 34,10). Come abbiamo visto, Mosรจ parla faccia a faccia a Dio e a Gesรน Cristo Signore.
Durante la festa delle Capanne viene nominato lo chatan Torah, โlo sposo della Torahโ, il priore della festa. Costui รจ incaricato di leggere la Torah a tutti. Gesรน tante volte dirร di sรฉ di essere lo sposo messianico atteso (Mt 9,15; 25,1-13; Gv 3,29; 2 Cor 11,2; Ap 19,7-8; 21,2), e per questo Gesรน taccerร di adulterio, in senso ovviamente metaforico, il popolo che lo rifiuta (Mc 8,38; Mt 12,39; 16,4).
La festa terminava in sinagoga con una preghiera per lโavvento del Messia. Qui รจ Dio stesso che dice: โQuesti รจ il mio figlio prediletto: ascoltatelo!โ, che proclama Gesรน come Messia.
TESTO
- 1: Al termine dellโepisodio precedente, situato a Cesarea, Gesรน preannunciava: โIn veritร vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio dellโuomo venire nel suo regnoโ (Mt 16,28). Forse questa profezia, specie in Marco, era riferita alla Parusia. Ma qui il riferimento รจ al v. 1: โSei giorni dopoโ: Luca invece dice: โCirca otto giorni dopoโ.
โ I โsei giorniโ:
- a) potrebbero rievocare la teofania sinaitica: โLa Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprรฌ per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamรฒ Mosรจ dalla nubeโ (Es 24,16). Il memoriale di questo evento cadeva il sesto giorno del mese di Sivan (il giorno di Pentecoste: si veda il Targum su Es 19).
- b) potrebbero ricordare la Festa delle Capanne, festa che iniziava sei giorni dopo il Kippur.
โ Con sรฉ porta solamente tre discepoli: Pietro Giacomo e Giovanni. Egli opera una scelta, compie unโelezione, e dei dodici prende con sรฉ solo tre, tra i primi chiamati alla sequela (cf. Mc 1,16-20). Sono i tre discepoli piรน vicini a Gesรน, giร scelti come testimoni della resurrezione della figlia di Giairo (cfr Mc 5,37-43), quelli che saranno poi anche i testimoni della sua de-figurazione nellโorto del Getsemani, alla vigilia della passione (cfr Mc 14,32-42). Sono scelti non per particolari virtรน o meriti ma, nellโimperscrutabile volontร di Dio, perchรฉ possano rendere testimonianza, diventare testimoni di Gesรน, anzi i testimoni per eccellenza: Pietro sarร โtestimone (mรกrtys) delle sofferenze di Cristo e partecipe (koinonรณs) della gloria che sarร manifestataโ (1 Pt 5,1); Giacomo e Giovanni berranno la coppa e subiranno lโimmersione, secondo la promessa di Gesรน (cfr Mc 10,38-39). Saranno testimoni e dunque martiri!
Non รจ detto, ma dobbiamo pensare che gli altri discepoli lo aspettassero ai piedi del monte (cfr Mc 9,14, che alla discesa nota: โE giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loroโ). Anche questo ci ricorda il Sinai, tanto piรน che in Es 24,1 Mosรฉ sale da solo sul monte, ma porta con sรฉ Aronne e i suoi i due figli, Nadab e Abiu. La scelta dei tre medesimi discepoli, perchรฉ siano testimoni dei due episodi, serve proprio per far capire: quellโuomo Gesรน che vedono angosciato, sfigurato di fronte alla morte e lo vedranno poi nella passione, sulla croce, conciato in un modo che non si puรฒ guardare, รจ lo stesso che hanno visto sul monte, trasfigurato nella figura di Dio: รจ lo stesso.
โ un monte alto: la tradizione, a partire dal II secolo (cfr Vangelo degli Ebrei, citato da Origene in Omelie su Geremia XV,4,21), lo ha identificato con il Tabor (Sl 89,13), nella piana di Jizreel, facilmente raggiungibile, dopo sei giorni, da Cesarea, ma lโHermon sarebbe stato ancor piรน a portata di mano. Cโรจ in questa salita sul monte lโeco di tutti i racconti di teofania, di rivelazione di Dio dellโAntico Testamento: la montagna del Sinai e dellโOreb, che sono unโunica montagna (cfr Es 3,1) salita e discesa da Mosรจ (cfr Es 19-34) e da Elia (cfr 1 Re 19,1-18); โla montagna della dimora del Signore elevata al di sopra dei montiโ (Is 2,2; Mi 4,1).
-in disparte: questa salita, che Marco e Matteo sottolineano essere diretta verso โun luogo in disparteโ (cf. Mc 9,2; Mt 17,1) e Luca specifica avere come fine la preghiera (cfr Lc 9,28), appare in vista di un evento importante, in cui i discepoli beneficeranno di una rivelazione fatta da Dio, rivelazione che riguarda il loro maestro, confessato poco prima da Pietro come Messia-Cristo (cf. Mc 8,29 e par.).
2: Gesรน โsi trasformรฒโ (metemorphรฒte), subรฌ una metamorfosi, cambiรฒ di aspetto, o meglio โfu trasformatoโ (passivo divino: Mc 9,2; Mt 17,2), subรฌ un mutamento di forma nei vestiti e nel corpo. Luca, temendo che i lettori del vangelo comprendano questo evento come un mito, una metamorfosi alla stregua dei riti pagani greci, preferisce usare unโespressione piรน neutra: โlโaspetto del suo volto divenne altroโ (hรฉteros: Lc 9,29).
Qui riscontriamo come lโevento sia in realtร inesprimibile e come il linguaggio degli evangelisti sia inadeguato: Matteo parla di โvestiti bianchi come la luceโ, Marco li descrive โsplendenti, bianchissimi, quali non li potrebbe rendere nessun lavandaio sulla terraโ, Luca li definisce โsfolgorantiโ. Ma รจ solo Matteo che individua come oggetto di tale trasformazione il volto di Gesรน, che diventa radioso come il sole. I tre racconti tentano dunque di descrivere la luce di questi vestiti, certamente non dimenticando che la luce รจ il mantello di cui si riveste Dio (cfr Sl 104,2); in profonditร , perรฒ, la sorgente di questa luce รจ Gesรน stesso: ecco perchรฉ il corpo di Gesรน fu trasfigurato (Mc e Mt), il suo volto brillรฒ come il sole (Mt) e lโaspetto del suo volto divenne altro (Lc).
Invece del corpo e del volto umano, quotidiano di Gesรน come lo conoscevano i discepoli, il mutamento fornisce la visione di un volto altro, luminoso, un volto trasfigurato da unโazione che poteva solo essere divina. Se Paolo nellโinno della Lettera ai Filippesi confessava:
โColui che era nella forma di Dio (en morphรช theoรป)
non ritenne un possesso geloso
la sua uguaglianza con Dio.
Ma egli svuotรฒ se stesso,
prendendo forma di schiavo (morphรจ doรบlou),
diventando simile agli uomini,
riconosciuto nella forma come uomoโ (Fil 2,6-7),
ora nella trasfigurazione colui che aveva la forma di schiavo riprende la sua forma di Dio e risplende di luce divina.
A nessuno puรฒ sfuggire, una seconda volta, in parallelo con Mosรฉ, che quando discese dalla Santa montagna, โnon si era accorto che la pelle del suo volto era raggiante, per il fatto di aver conversato con Dioโ (Es 34,29-35). I vv. 29-35 di Es 34, di origine incerta, raccontano tradizioni sui raggi che emanavano dal volto di Mosรจ, che i vv. 29-33 collegano alla discesa dal Sinai, i vv. 34-35 alla tenda del Convegno. โSplendereโ in ebraico รจ quaran: un equivoco con qeren, โcornaโ, ha fatto sรฌ che la Vulgata traducesse: โCumque descenderet Moses de monte Sinai tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod cornuta esset facies sua ex consortio sermonis Deiโ (Es 34,29): โ la sua faccia era cornutaโ. Molte raffigurazioni di Mosรจ, tra cui la famosa statua di Michelangelo, lo rappresentano con queste โcornaโ sulla fronte. Dirร Paolo: โSe il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli dโIsraele non potevano fissare il volto di Mosรจ a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto piรน sarร glorioso il ministero dello Spirito?โ (2 Cor 3,7).
โSullโalta montagna Gesรน non รจ stato visto da loro nella sua condizione ordinaria di uomo fragile e mortale, ma in unโaltra forma: irradiante luce, radioso di luce, splendente come il Signore cantato dal Salmo 76 (โsplendente di luce sei tu e magnificoโ: v. 5a) e dal Salmo 104 (โavvolto dalla luce come da un mantoโ: v. 2a). Per dirla con il linguaggio paolino, colui che era โen morphรช theoรปโ, โin forma di Dioโ, e aveva preso la โmorphรฉ doรบlouโ, โla forma di schiavoโ (cf. Fil 2,6-7), ora riprende la forma di Dio e dunque risplende. Si compie cosรฌ la profezia di Isaia: โAllora si rivelerร la gloria del Signore e ogni carne la vedrร โ (Is 40,5) e accade ciรฒ che รจ testimoniato dal quarto vangelo: โE la Parola si รจ fatta carne e ha piantato la sua tenda tra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloriaโ (Gv 1,14)โ (E. Bianchi).
3: โ Ed ecco: questa espressione tipica della narrativa biblica (ebraico: we-hinnรฉ), comunissima in Matteo (tre volte in questo solo brano), ha come effetto di produrre un cambiamento del punto di vista, da quello del narratore a quello di uno dei protagonisti: in questo caso siamo invitati a guardare con gli stessi occhi dei discepoli.
โ Accanto a Gesรน e si vendono altre due figure, che Matteo nomina nellโordine inverso rispetto a Marco: non โElia con Mosรฉโ (Mc 9,4), ma โMosรฉ ed Eliaโ. Con questa opzione rabbinica, Matteo stabilisce una prioritร di Mosรฉ su Elia e, al tempo stesso favorisce la presa di coscienza di un dialogo che Gesรน intrattiene, mediante le due figure piรน rappresentative, con tutta la Legge e i Profeti, ossia con tutto lโAntico Testamento.
ร significativo che entrambi questi profeti siano stati sullโOreb e siano stati i destinatari di una teofania (Es 24; 1 Re 19). Ma forse รจ ancora piรน significativa la morte di entrambi: Mosรฉ prima di entrare nella terra promessa (Dt 34), Elia rapito su un carro di fuoco come da un turbine (2 Re 2). Perchรฉ รจ senza dubbio di questo che Gesรน sta discorrendo con loro, o che essi stanno discorrendo con lui, come esplicita Luca 9,31: โdel suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemmeโ.
Mosรจ il legislatore, dunque la Legge, รจ nominato piรน volte nei vangeli sinottici proprio in relazione alla Legge (cfr Mc 1,44; 7,10; ecc.), ma solo qui appare direttamente. Sullโalta montagna del Sinai-Oreb Mosรจ aveva ricevuto in dono diverse teofanie, e proprio per la sua intimitร con Dio aveva ricevuto in dono anche la luminositร del volto, che i figli di Israele non potevano sostenere (cfr Es 34,29-35). Egli era pure il profeta atteso alla fine dei giorni, quando โ secondo il Poema delle quattro notti nel Targum a Es 12,42 โ sarebbe salito dal deserto, mentre il Re Messia sarebbe sceso dallโalto. Mosรจ era dunque atteso per i tempi messianici, quando sarebbe sorto il profeta simile a lui, cui doveva andare lโascolto del popolo santo di Israele: โIl Signore tuo Dio susciterร per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me: ascoltatelo!โ (Dt 18,15). Ma Mosรจ era anche colui che aveva pregato Dio: โFammi vedere la tua gloria!โ (Es 33,18), sentendosi da lui rispondere: โNon รจ possibile vedere la mia gloria e restare in vitaโฆ Tu vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si puรฒ vedereโ (Es 33,20.23).
Nellโevento della trasfigurazione Mosรจ รจ presente, vivente nel mondo di Dio, e vede finalmente la gloria di Dio, Gesรน Cristo, che in quellโora appare come โla gloria del Dio invisibileโ (cfr Eb 1,3), โil Signore della gloriaโ (1 Cor 2,8), colui sul volto del quale โbrilla lo splendore della gloria di Dioโ (cfr 2 Cor 4,6).
Accanto a Mosรจ appare Elia, il prototipo dei profeti, anche lui salito sulla montagna di Dio per una rivelazione nella โvoce di un silenzio sottileโ (1 Re 19,12), anche lui atteso alla fine dei tempi โprima che venga il giorno grande e terribile del Signoreโ (Ml 3,23) e che โsi levi per quelli che temono il Nome di Dio il Sole di giustizia nei cui raggi sta la salvezzaโ (cfr Ml 3,20; cfr anche Sir 48,10-11). Elia rappresenta e sintetizza in sรฉ tutta la profezia dellโAntico Testamento, quella che si era chiusa con Giovanni il Battista, anchโegli visto e identificato come โnuovo Eliaโ (cfr Mt 11,14; 17,10), precursore di Gesรน nella vita, nella predicazione del Regno veniente, nella testimonianza e nella morte violenta. Nel racconto dei discepoli di Emmaus, il misterioso viandante dimostra la necessitร della passione e della resurrezione โcominciando da Mosรจ e da tutti i profetiโ (Lc 24,27).
4: Impulsivo e previdente, ma coraggioso come sempre, Pietro osa intromettersi nel discorso. A questo punto, รจ istruttivo a dare uno sguardo a una sinossi. Pietro si rivolge a Gesรน chiamandolo โRabbiโ in Marco, โMaestroโ in Luca, โSignoreโ in Matteo. Luca traduce in greco il titolo di Marco, Matteo invece lo cambia, perchรฉ non permette mai ai discepoli di chiamare Gesรน โRabbiโ: il solo che lo fa sarร Giuda (26,25.49): non รจ, Gesรน, un maestro come gli altri (cfr 23,8: โMa voi non fatevi chiamare ยซRabbรฌยป, perchรฉ uno solo รจ il vostro maestro e voi siete tutti fratelliโ)!
Il proposito petrino di costruire delle tende, per quanto generoso (โfarรฒโ, in Matteo, non โfaremoโ), rimane fortunatamente senza effetto: riemerge la tentazione di un messianismo trionfante, il tentativo di impedire la discesa verso la Passione e Morte, le insinuazioni di Satana alle tentazioni (Mt 4,1-11) e, poco prima, dello stesso Pietro che suggeriva a Gesรน di evitare il cammino della croce (Mt 16,23).
5: โ Non ha il tempo di finire di parlare quandโecco apparire una โnube luminosaโ. Nella Bibbia spesso si parla del mistero della โnubeโ, altro modo per indicare la Presenza di Dio che perรฒ si manifesta in modo velato: tra i vari elementi naturali in cui Dio si rivela, spiccano le nubi, definite โcarroโ o โseggioโ di Dio[1], e spesso, nelle teofanie, accompagnate da fuoco, tempesta, terremoto. NellโAntico Testamento la parola anan, nube, compare circa cento volte, e settanta volte designa una teofania. Forse, nellโEsodo, il ricordo delle fiaccole accese per guidare la carovana si sovrappose a quello della tempesta sinaitica o di qualche eruzione vulcanica: tutti questi fenomeni vennero interpretati come interventi di Dio a fianco del suo popolo.
La nube indica la strada ad Israele nel deserto[2], avvolge il Sinai durante la teofania[3], scende presso la Tenda del convegno[4], riempie di gloria il Tempio[5]: essa aveva poi abbandonato il tempio[6], ed il giudaismo ne attendeva con ansia il ritorno[7]. Questa nube โcopreโ Maria[8] allโannunciazione: il verbo usato in proposito nel Vangelo รจ episkiร zein, che richiama lโebraico shakร n, che contiene la stessa radice di Shekinah, la Presenza di Dio[9]: meglio che la solita traduzione: โTi coprirร con la sua ombraโ, dovremmo dunque dire: โTi coprirร con la nube della sua Presenzaโ. La stessa nube divina sarร presente poi alla trasfigurazione di Gesรน[10], e accompagnerร la venuta ultima del Signore[11].
โ โEd eccoโ per la terza volta, in progressione, una voce celeste, una bat qol, quasi identica a quella del battesimo, che in poche battute unisce prodigiosamente il destino messianico del Figlio (Sl 2), con quello di Isacco (il figlio โunicoโ, โpredilettoโ: Gen 22) e con quello del Servo (il compiacimento del Padre: Is 42). La necessitร della passione del Messia รจ inscritta nella Legge (Isacco) e nel Profeti (il Servo).
Abbiamo cosรฌ un concentrato di riflessione messianica davvero sorprendente:
Questi รจ il Figlio mio: il Messia (Sl 2,7)
il prediletto (agapetรฒs): il nuovo Isacco (Gen 22,2)
nel quale mi sono compiaciuto: il Servo del Signore (Is 42,1)
ascoltatelo: il profeta, nuovo Mosรฉ (Dt 18,15).
โIl termine ยซfiglioยป indica il grado di parentela, forse meglio di intimitร , di unione e comunione che egli ha con lui. Intimitร che si traduce in fiducia, affidamento da parte del Padre e confidenza da parte del figlioโฆ La Chiesa di Matteo fa il suo annunzio cristologico, additando in Gesรน il Servo sofferente e il Figlio dellโuomo rivestito di potestร e gloria che gli uomini sono tenuti ad accettare. Nel fare ciรฒ essa non fa che ripetere un messaggio preciso del Padre, non le proprie favole, dirร lโautore della seconda lettera di Pietro ( 2 Pt 1,16)โ (O. Da Spinetoli).
โ Rispetto alla voce del battesimo la voce della trasfigurazione aggiunge una parola: โAscoltatelo!โ, imperativo che ricorda la consegna di Mosรฉ: โIl Signore tuo Dio susciterร per te, di mezzo a te, un profeta come me: ascoltateloโ (Dt 18,15).
6: Giร Marco (9,6) aveva registrato la reazione di paura di discepoli. Ma Matteo vi insiste ancora di piรน: โcaddero sulla loro facciaโ, e la pone in relazione non con la visione ma con lโaudizione della voce celeste (v. 6). In ogni caso Pietro, Giacomo e Giovanni sono presi da spavento per la rivelazione di cui sono destinatari, lo stesso spavento provato dalle donne nellโalba di Pasqua (cfr Mc 16,5.8).
7: Gesรน che li conforta. A questo proposito bisogna rileggere la visione apocalittica dellโuomo vestito di lino in Daniele 10. Gli stessi elementi teofanici appaiono in Daniele e nel racconto di Matteo, nello stesso ordine: lo splendore luminoso volto, la voce, lโincoraggiamento: Gesรน tocca i discepoli con la mano e dice loro: โNon temere!โ. Attraverso questi elementi comuni รจ permesso riconoscere lo schema di una rivelazione, o apocalisse, che ordinariamente esige il segreto e progredisce grazie alla conversazione con un angelo interprete.
8: โEcco il messaggio dellโevento della trasfigurazione: occorre ascoltare Gesรน. Ma ciรฒ va compreso bene: lโascolto di Gesรน รจ ascolto della parola del Vangelo e non di altre parole, รจ ascolto di ciรฒ che Gesรน ha detto e fatto, รจ ascolto della sua umanitร , quellโumanitร che egli ha vissuto con noi, condividendola in tutto, in tutto, senza venire meno allโamore del Padreโ (E. Bianchi)
Ma la visione svanisce, e Gesรน รจ di nuovo contemplato โsoloโ nella quotidianitร umile della natura umana (cfr Mc 9,8 e par.). โI due esponenti della rivelazione veterotestamentaria si erano ritirati per fare posto a Gesรน, il figlio prediletto. ร lui che il Padre impone di ascoltareโฆ La storia della salvezza aveva preso un nuovo corso (Mt 16,4), non era piรน mosaica ma cristiana. Ormai solo Gesรน รจ il legislatore ed il profeta voluto dal Padreโฆ io fa intendere di aver costituito solo Gesรน suo unico plenipotenziario e intermediario tra gli uominiโ (O. Da Spinetoli).
Ma cโรจ anche unโaltra rivelazione. โร significativo che Matteo concluda: โGesรน resto soloโ, che significa non la sua solitudine ma che i discepoli dopo la rivelazione vedevano soltanto Gesรน, vedevano un uomo. Vedevano un uomo come prima, ma con la grazia della rivelazione da quel momento nellโumanitร di Gesรน potevano vedere Dioโ (E. Bianchi).
9: Alla rivelazione della gloria del Figlio dellโuomo (termine danielico), segue lโingiunzione di non dire niente a nessuno โquello che avevano vistoโ (Mc 9,9). La rivelazione รจ stata straordinaria, ma deve restare sotto silenzio, perchรฉ non sia svelato il segreto messianico prima dellโora della resurrezione, per evitare implicazioni politico-nazionalistiche. Ora รจ istruttivo che, per Matteo โquello che avevano vistoโ diventi โla visioneโ (tรฒ hรฒrama: v. 9): inserendo il termine visione Matteo dichiara qual รจ la propria interpretazione della Trasfigurazione: una visione apocalittica, la visione del Figlio dellโuomo nella sua gloria (Dn 7,13-14). Quella visione che non sarร piena, fino a quando โil Figlio dellโuomo non si levi dai mortiโ.
10: Cโรจ quindi una conversazione con Gesรน stesso, che riguarda il ritorno di Elia. La conversazione che ha luogo, scendendo dal monte, verte solo su uno solo dei protagonisti della visione, quello piรน importante per Marco: il profeta Elia. Il semplice fatto che gli scribi sostengano la necessitร del suo ritorno, e giร indice di una discussione a questo riguardo. Elia deve venire โprimaโ: ma prima di chi, o di che cosa?
11: In Ml 3,23-24 si annunzia il ritorno di Elia in questi termini:
โEcco, io mando voi il profeta Elia
prima che venga il giorno del Signore
grande e terribile,
e ricondurrร il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
affinchรฉ io non venga a colpire
il paese con lo sterminioโ.
Perciรฒ deve venire Elia prima del giudizio, e il suo compito sarร di sistemare ogni cosa, mettendo ordine nelle relazioni tra padri e figli: ma non รจ cosรฌ sicuro in base alla profezia, nรฉ generalmente ammesso tra gli scribi, che egli debba venire quale precursore del Messia.
12: Ora, รจ proprio questo che il Vangelo afferma, dicendo che Elia รจ giร venuto. Non solo, ma la sua stessa sorte (โhanno fatto di lui quello che hanno volutoโ) preannunzia quella del Figlio dellโuomo senza perรฒ che tale necessitร sia cosรฌ strettamente deducibile dalla Scrittura come vorrebbe Marco 9,12-13, ripetendo per due volte โcome sta scrittoโ, ciรฒ che Matteo omette.
13: Infine Matteo toglie ogni suspense alla discussione identificando espressamente Elia con il Battista, come aveva giร fatto 11,14: โE se lo vorrete accogliere (ndr: รจ un dato di Fede. non รจ un fatto rigorosamente probabile sulla base delle Scritture), รจ lui Elia che deve venireโ. Questo รจ ben compreso dai discepoli (A. Mello). Anche se in Gv 1,21 si dice che il Battista non era lโElia che doveva venire (โAllora gli chiesero: ยซChe cosa dunque? Sei Elia?ยป. Rispose: ยซNon lo sonoยปโ), la teologia cristiana vedrร in lui lโElia escatologico.
ESEGESI
- La meditazione della Scrittura ci rivela Cristo
Che cosa รจ probabilmente successo? Che Gesรน si รจ preso una giornata di ritiro con i suoi amici piรน cari, se ne รจ andato monte e si รจ messo a leggere la Bibbia, cioรจ Mosรฉ ed Elia. Per dire โLa Scritturaโ, gli ebrei dicevano โMosรฉ ed Eliaโ, oppure รจ โMosรฉ e i profetiโ. Gesรน legge la Bibbia โ questo significa parlare con Mosรฉ ed Elia-, ed in questa riflessione sulla Scrittura Gesรน prende coscienza di essere il Messia e, per miracolo divino, questa consapevolezza viene capita anche dai tre ai discepoli che sono con lui. Non vogliamo negare a Dio la possibilitร di trasfigurarsi, di diventare bianco, splendente, con tutti i raggi intorno, ma รจ molto piรน vicino a noi pensare che quando riusciamo a trovare mezza giornata per ritirarci su un monte per leggere la Scrittura, in quei momenti anche noi parliamo con Mosรฉ e con Elia, in quei momenti Dio parla a noi e ci trasfigura, si rivela a noi, ci dice che siamo suoi figli, ci fa capire la nostra missione, ci dร coraggio per portare avanti la nostra vita. Nulla vieta di pensare e credere che sia avvenuto un fatto strepitoso, ma dobbiamo leggere la Bibbia al di lร del genere letterario e recuperare il senso plastico di questo brano, la rivelazione concreta che in esso ci viene data.
Mosรจ ed Elia, la Legge e i profeti che sintetizzano tutte le Scritture di Israele, il Primo Testamento, sono accanto a Gesรน come testimoni e interpreti. Anzi, in quel loro โintrattenersiโ, in quel loro โparlare insiemeโ (sunlaleรฎn: cfr Mc 9,4 e par.) a Gesรน mostrano unโautentica interpretazione spirituale in atto: Gesรน รจ lโermeneuta della Legge e dei profeti che sempre, โcominciando da Mosรจ e da tutti i profeti, spiega in tutte le Scritture ciรฒ che si riferisce a luiโ (cfr Lc 24,27); e Mosรจ ed Elia, definiti da Luca โdue uominiโ, sono coloro che, presenti accanto alla tomba vuota, interpreteranno le parole dette da Gesรน nella sua vita e lo proclameranno Crocifisso-Risorto (cfr Lc 24,4-7). Proprio in questโottica, nel racconto della trasfigurazione Luca specifica che Mosรจ ed Elia โparlavano con Gesรน del suo esodo (รฉlegon tรจn รฉxodon autoรป), che stava per compiere a Gerusalemmeโ (Lc 9,31). Dunque la Legge e i profeti testificano la necessitas passionis di Gesรน, lo indicano come il Servo del Signore che deve passare attraverso la kรฉnosis e lโinnalzamento, e cosรฌ mostrano la continuitร della fede tra Antica e Nuova Alleanza.
Le attese messianiche di Israele sono veramente compiute, e Gesรน il Messia appare come lโesegesi vivente e il compimento autentico delle Scritture. Con questa convinzione Origene puรฒ commentare:
โSe si comprende e si contempla il Figlio di Dio trasfigurato al punto che il suo viso sia sole e i suoi vestiti bianchi come la luce, si vedranno, contemplando Gesรน in questa forma, Mosรจ la Legge ed Elia, che non รจ un profeta solo ma li rappresenta tutti, mentre conversano con Gesรน โฆ E se qualcuno ha visto la gloria di Mosรจ, poichรฉ ha compreso che la Legge spirituale รจ tuttโuna con la parola di Gesรน, e ha compreso che nei profeti ยซla sapienza รจ nascosta nel misteroยป (1 Cor 2,7), allora egli ha visto Mosรจ ed Elia nella gloria, proprio vedendoli con Gesรนโ (Commento a Matteo XII,38,29-37.43-49 [su Mt 17,2-3]).
La Trasfigurazione รจ anche mistero di luce, che illumina tutto il corpo (Israele e la Chiesa; Mosรจ, Elia e i discepoli) insieme al Capo. Infatti il Primo Patto testimonia e Gesรน interpreta il Primo Patto; i discepoli, a loro volta, accolgono Gesรน, accolgono la testimonianza delle Scritture e accolgono il comando del Padre in vista dellโascolto del Figlio. Non cโรจ immagine biblica piรน efficace per narrare lโunitร della fede nei due Testamenti, la centralitร di Gesรน il Messia, la pienezza della rivelazione in lui, lโessere un solo corpo da parte dei credenti che nellโAntico Testamento attendevano il Messia e nel Nuovo lo confessano e lo annunciano.
โLโascesa dei discepoli verso il monte Tabor ci induce a riflettere sullโimportanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso lโalto e contemplare Gesรน. Si tratta di disporci allโascolto attento e orante del Cristo, il Figlio amato del Padre, ricercando momenti di preghiera che permettono lโaccoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio. In questa ascesa spirituale, in questo distacco dalle cose mondane, siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia. E quando noi ci mettiamo cosรฌ, con la Bibbia in mano, in silenzio, cominciamo a sentire questa bellezza interiore, questa gioia che genera la Parola di Dio in noiโฆ Al termine dellโesperienza mirabile della Trasfigurazione, i discepoli scesero dal monte (cfr v. 9) con occhi e cuore trasfigurati dallโincontro con il Signore. ร il percorso che possiamo compiere anche noi. La riscoperta sempre piรน viva di Gesรน non รจ fine a se stessa, ma ci induce a โscendere dal monteโ, ricaricati della forza dello Spirito divino, per decidere nuovi passi di conversione e per testimoniare costantemente la caritร , come legge di vita quotidiana. Trasformati dalla presenza di Cristo e dallโardore della sua parola, saremo segno concreto dellโamore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nellโabbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dallโingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenzaโ (Papa Francesco)..
- La Cristofania
Qualcosa della gloria, della luce di Dio risplende in Gesรน, per quanto era possibile vedere ai discepoli: Gesรน appare nella forma di uno dei โgiusti splendenti come il sole nel Regno del Padre loroโ (cfr Mt 13,43), come lui stesso aveva rivelato, appare come uno dei santi sapienti โsplendenti nel firmamento come stelle per sempreโ della visione di Daniele (Dn 12,3). Ciรฒ che accade รจ dunque una vera Cristofania, anzi una teofania come quelle raccontate nellโAntico Testamento, di cui beneficiarono Mosรจ (cfr Es 3,1-15; 34,5-28), Elia (cfr 1 Re 19,1-18) e gli altri profeti, soprattutto Isaia (cfr Is 6) ed Ezechiele (Ez 1).
Nello stesso tempo lโevento della trasfigurazione annuncia ciรฒ che accadrร a Gerusalemme, quando nellโora della croce il centurione confesserร : ยซVeramente questโuomo รจ il Figlio di Dio!ยป (Mc 15,39; Mt 27,54). Sรฌ, lโevento della trasfigurazione รจ memoriale del battesimo e oracolo della croce, e la posizione centrale assegnatogli dagli evangelisti vuole proprio indicare questa sua qualitร di memoriale e di profezia, di compimento di ciรฒ che รจ stato detto nel battesimo e di anticipazione di ciรฒ che avverrร nella resurrezione e nella parusia. โNellโattesa di quel giorno a noi non resta che contemplare, per quanto ne siamo capaci, ยซil volto di Cristo su cui risplende la gloria di Dioยป (cfr 2 Cor 4,6): cosรฌ, ยซriflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasfigurati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, attraverso lโazione dello Spirito santoยป (cfr 2 Cor 3,18). Cosรฌ nella tua luce vediamo la luce, Signore (cfr Sl 36,10)!โ (E. Bianchi). โLa comunitร cristiana ha le piรน alte garanzie della sua predicazione: la legge, i profeti e lo stesso Padreโ (O. Da Spinetoli).
- La bellezza di Dio
Nel contesto liturgico, celebrando la Festa delle Capanne, i discepoli capiscono che Gesรน รจ il Messia annunciato da tutta la Scrittura, che Gesรน รจ lo chatan Torah, lo sposo, lโermeneuta, colui che spiega tutta la Torah; evidentemente sono arrivati gli ultimi tempi, la preghiera per il Messia si รจ realizzata, il Messia รจ qui tra loro e instaura il Regno. E poichรฉ realizza il Regno, la creazione diventa bella: โDio vide che tutto era buonoโ, nel creare lโuniverso (Gen 1,4.10.12.18.21.25.31). ร qui i discepoli che cosa dicono? โร bello per non restare quiโ (Mt 17,4), il mondo รจ tutto bello. Tu, Signore, in questo momento sei venuto e porti veramente a compimento il piano creazionale di Dio. Sei la Genesi, sei il nostro paradisoโ. I padri diranno: โCreavit Deus Adam et posuit eum in paradiso, id est in Christoโ: โDio pose Adamo in paradiso, cioรจ in Cristoโ. Il paradiso รจ simbolo del Cristo, perchรฉ solo in Cristo si compie il progetto creazionale (la Genesi non racconta come eravamo, ma come saremo!) nel quale i figli di Dio parlano tutti con il Padre, lo vedono non solo piรน di spalle (Es 33,23), ma faccia a faccia (Es 33,11), partecipano alla sua stessa vita, godono dellโimmortalitร (Rm 8,17). Il paradiso รจ Cristo, Gesรน รจ il nostro paradiso: questa รจ la lettura piรน completa e piรน esatta del libro della Genesi. Allora quello che era il caposaldo della fede ebraica, lo โShemร , Israelโ, lโโAscolta, Israeleโ (Dt 6,3-4; 9,1; 20,3; 27,9), che veniva proclamato tutti i giorni in sinagoga, ora diventa lโobbedienza alla Parola di Gesรน: il Padre dice: โQuesti รจ il mio figlio prediletto: ascoltatelo!โ (Mt 17,5).
โNella fatica di ogni giorno per seguire Gesรน portando la nostra propria croce (cf. Mt 16,24) abbiamo bisogno di momenti in cui poter dire: ยซร bello per noi stare qui accanto a te, Gesรน, nostro Signore!ยป; momenti in cui la luce del ยซDio-con-noiยป (Mt 1,23) si fa evidente, in cui la nostra fede รจ confermata dalla voce di Dio che ascoltiamo nel cuore: ยซร lui il mio Figlio amato, ascoltatelo!ยป. Sono momenti rari, di presenza elusiva, ma ci sono necessariโ (E. Bianchi).
- La tentazione di rifiutare la Croce
โLa risurrezione รจ il messaggio fondamentale del Vangelo ma non puรฒ essere disgiunto dalla passione. Lโintervento di Pietro, evidentemente funzionale (v. 4), viene a mettere in risalto il contrasto segnalato varie volte nel corso della vita pubblica di Gesรน tra le aspirazioni dellโuomo e il disegno di Dioโฆ Le tre tende rivelano il senso che Pietro aveva dato alla scena accomodandosi subito sugli allori di unโimmeritata vittoria. Anche in questo caso Pietro rappresenta la voce della carne e del sangue(Mt 16,17), colui che pensa non secondo Dio ma a modo degli uomini (Mt 16,23), per questo รจ ancora una volta motivo di intralcio piรน che collaboratore di Dio. La spiegazione di Pietro non รจ solo sua; Paolo la ritrova a Corinto(1 Cor 1-4), ad Atene (At 17,16-32) presso il procuratore Festo e re Agrippa (At 25-26). Eโ il tentativo di accomodare il disegno di Dio al piacimento e alla ยซsaggezzaยป dellโuomo. Lโapostolo questa volta non รจ tacciato di ยซuomo di poca fedeยป (Mt 14,31), nรฉ meno ancora da alleato satanico (Mt 16,23), ma il Padre stesso si scomoda a redarguire sue aspirazioni e a rettificare le sue concezioniโ (O. Da Spinetoli).
- Vedere Dio nel volto dei fratelli
Dopo la Trasfigurazione, i discepoli vedono โGesรน soloโ. Ne contemplano ormai solo la sua umanitร , la sua presenza tra gli uomini, la sua Incarnazione. โSiamo chiamati a esercitarci alla capacitร di vedere lโumanitร , come i tre discepoli lโhanno vista in Gesรน: una ยซvisioneยป di Dio, almeno per noi, una traccia di Dio. Essere uomini e donne destinatari della trasfigurazione significa anche essere capaci di mutare lo sguardo per vedere lโinvisibile nel volto umano, e lรฌ vedere Dioโฆ Al nostro orizzonte cโรจ la promessa del profeta Malachia: ยซSi leverร per voi che credete nel suo Nome il sole della giustificazione, nei cui raggi cโรจ la guarigioneยป (Ml 3,20). Sole che, illuminando i volti degli umani, cosรฌ feriti, piagati, sporchi, li guarirร e li farร apparire a noi come i volti dei fratelli di Gesรน, dei figli di Dio, di Dio stessoโฆ! ร come dice Benedetto nella sua Regola: ยซDavanti agli ospiti che arriveranno o partiranno si inchinerร la testa o ci si prosternerร a terra, adorando in essi il Cristo che si accoglie nella loro personaยป (53,6-7). I discepoli sono dunque invitati a un cammino che รจ ben riassunto in un detto di Gesรน riportato da Clemente Alessandrino: ยซHai visto tuo fratello, un uomo? Hai visto Dioยป (Stromati I,19,94). Questo รจ il mistero della trasfigurazione: ยซHai visto tuo fratello, tua sorella? Hai visto Dioยปโ (E. Bianchi).
- Trasfigurarci e trasfigurare il mondo
โMa qui noi ci poniamo una domanda. Siccome in Marco e in Matteo sta scritto che Gesรน โfu trasfigurato รฉmprosthen autรดn, davanti a loroโ (Mc 9,2; Mt 17,2), e solo davanti a loro, allora ci chiediamo: รจ il corpo di Gesรน che si รจ trasfigurato oppure sono stati i discepoli che, per grazia di una rivelazione, hanno visto nella carne fragile e umana di Gesรน la sua gloria divina? Giร Origene si poneva tale domanda, e concludeva che sono stati i discepoli a subire una trasfigurazione della loro vista nella fede, fino a vedere nellโumanitร del Servo, nella forma dello schiavo, la forma di Dio Egli scrive: โTu tenti di sapere se i discepoli, quando Gesรน si trasfigurรฒ davanti a quelli che aveva fatto salire sullโalta montagna, videro Gesรน sotto la forma di Dio, quella che era la sua prima, avendo egli preso quaggiรน la forma di schiavo? Ebbene, ascolta queste parole, se tu sei capace, in un senso spirituale, e nota che non รจ detto solo ยซfu trasfiguratoยป, bensรฌ ยซfu trasfigurato davanti a loroยป, come dicono Matteo e Marco. Tu dunque concluderai che รจ possibile che Gesรน davanti ad alcuni sia trasfigurato e davanti ad altri non lo siaโ (Commento a Matteo XII,37,1-21 [su Mt 17,2]).
Ma affinchรฉ questa rivelazione, questa apocalisse sia per i discepoli autentica e definitiva, ecco anche la visione della Legge e dei Profeti, di Mosรจ ed Elia che conversano con Gesรน. Mosรจ ed Elia, servi del Signore, appaiono qui nella condizione gloriosa di viventi presso Dio, quali testimoni della gloria di Gesรน. La Legge e i Profeti che sullโalta montagna avevano visto la teofania, la manifestazione di Dio e della sua gloria (cfr Es 19,16-25; 24,12-18,33,18-34,28; 1 Re 19,8-18), ora sullโalta montagna vedono la cristofania, la manifestazione del Messia Gesรน! ร manifestazione, questa, della Parola di Dio detta dalla Legge e dai Profeti e fatta carne in Gesรนโ (E. Bianchi).
La trasfigurazione รจ mistero di trasformazione: il nostro corpo e questa creazione sono chiamati alla trasfigurazione, a diventare โaltroโ; il nostro corpo di miseria diventerร un corpo di gloria (cf. Fil 3,21), e โla creazione che geme e soffre nelle doglie del partoโ (cfr Rm 8,22) conoscerร il mutamento in โcielo nuovo e terra nuovaโ (Ap 21,1). Ciรฒ che รจ avvenuto sul monte Tabor in Gesรน Cristo avverrร per tutti i credenti e per il cosmo intero alla fine della storia.
โCelebrare lโEucaristia รจ vivere in anticipo la trasfigurazione in comunione con il Signore e con i fratelli e sorelle: la Parola si trasfigura in pane e in vino e questi in cibo che a sua volta si trasfigura nella nostra vita. In questo modo lโEucaristia diventa un progetto di trasformazione che deve impegnarci nella nostra storia: abbiamo lโobbligo di trasformare il pane delle nostre possibilitร in pane per tutti affinchรฉ non vi siano affamati nel mondo; abbiamo il compito di trasfigurare ciรฒ che viviamo e facciamo e tocchiamo perchรฉ la pace possa chiamarsi giustizia. Gesรน non resta sul monte della trasfigurazione, ma scende nel mondo della storia quotidiana per portare il vangelo della trasformazione agli uomini e alle donne che incontrerร sul suo cammino verso la cittร di Dio: la cittร della trasfigurazione definitiva che muta la morte in vita e la croce da strumento di tortura e di morte in simbolo di misericordia e di redenzione. Noi ne siamo testimoni. Noi lo annunciamo con la nostra vitaโ (P. Farinella).
[1] Es 20,18; Dt 33,26โฆ
[2] Es 13,21-22; 14,19.24
[3] Es 19,16; 24,15-18
[4] Es 33,9-10
[5] 1 Re 8,10-13; Is 6,4
[6] Ez 10,3-22
[7] 2 Mac 2,8
[8] Lc 1,35
[9] Es 40,35; Nm 9,18.22
[10] Mt 17,1-8; 2 Pt 1,16-19
[11] Mc 14,62; At 1,9; 1 Ts 4,17