Il commento alle letture di domenica 6 Settembre 2020 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.
Da: C. MIGLIETTA, EDIFICHEROโ LA MIA CHIESA. Perchรฉ (e come) essere Chiesa secondo la Bibbia, Gribaudi, Milano, 2010, con presentazione di S. E. Mons. Guido Fiandino
โDillo alla Chiesaโ (Mt 18,15)
Il secondo brano del Vangelo di Matteo in cui compare il termine โekklesรฌaโ รจ il capitolo 18:
โSe il tuo fratello commette una colpa, vaโ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterร , avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterร , prendi con te una o due persone, perchรฉ ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterร neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterร neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In veritร vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarร legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarร sciolto anche in cielo. In veritร vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che รจ nei cieli ve la concederร . Perchรฉ dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loroโ (Mt 18,15-20).
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In questo testo si tratta probabilmente di un peccato pubblico, anche se alcuni manoscritti aggiungono al versetto 15: โSe un tuo fratello commette una colpa contro di teโ, forse per armonizzare con il successivo versetto 21 dello stesso capitolo, in cui Pietro chiederร : โSignore, quante volte dovrรฒ perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?โ (Mt 18,21).ย ย ย Il tema del brano รจ come comportarsi con i fratelli che peccano per riportarli sulla retta via. Il verbo โguadagnareโ (โkerdaรฌnoโ: โSe ti ascolterร , avrai guadagnato il tuo fratelloโ: Mt 18,15) รจ un termine specifico per indicare la conversione. Il brano ha appena avuto come premessa la parabola della pecorella smarrita, che il Pastore ricerca a costo di abbandonare le altre novantanove nellโovile, e si era chiuso con lโaffermazione: โCosรฌ il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoliโ (Mt 18,11-14). Giร in Ezechiele Dio aveva detto: โIo non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e vivaโ (Ez 33,11).
Anche nellโAntico Testamento cโerano norme su come comportarci con chi sbaglia: โNon coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; correggi apertamente il tuo prossimo, cosรฌ non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signoreโ (Lv 19,17-18). Occorre quindi โcorreggereโ il fratello: lo stesso verbo โcorreggereโ, โelรจnchoโ, รจ usato nella versione greca del Levitico e in Matteo. E questa correzione fraterna รจ un modo concreto per โamare il prossimo come noi stessiโ (Lv 19,8; Mt 19,19).
I versetti 15-18 del capitolo 18 delineano una disciplina canonica in tre tappe, che ricalca lโordinamento in uso a Qumram[1]. Innanzitutto si deve praticare lโammonizione personale โtra te e lui soloโ. Poi la correzione va fatta di fronte e due o tre testimoni: probabilmente si tratta della prassi testimoniale affermata nel libro del Deuteronomio: โUn solo testimonio non avrร valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrร essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoniโ (Dt 19,15). Questo dimostra come la comunitร a cui scrive Matteo fosse strutturata secondo la normativa giudaica[2].
- a) La Chiesa locale
Se il peccatore rifiuta la correzione di un singolo o di alcuni fratelli, lo si porti davanti allโโekklesรฌaโ: la maggior parte delle Bibbie traduce le due volte in cui โekklesรฌaโ compare al versetto 15 come โassembleaโ, come faceva anche la precedente versione della CEI, o come โcomunitร โ, come fa lโultima traduzione CEI. Infatti il termine qui sembra riferirsi al gruppo locale, e non allโinsieme dei discepoli del Signore. In questo senso il significato di โekklesรฌaโ qui corrisponderebbe non tanto alla โqahalโ ebraica, quanto piuttosto alla โโedร hโ, alla sinagoga. Si tratta quindi del concetto che noi esprimeremmo come โChiesa localeโ.
Se il peccatore rifiuta anche lโammonizione dellโassemblea, โsia per te come un pagano e un pubblicanoโ, cioรจ come un non ebreo o un cattivo ebreo: i pubblicani, che riscuotevano le tasse per conto dei Romani, erano considerati traditori dellโebraismo, perchรฉ collaborazionisti con il nemico occupante. In altre parole, la comunitร emette una โscomunicaโ, cioรจ proclama lโindividuo fuori della comunione con i fratelli.
Nota Da Spinetoli che questo comportamento โnon rispecchia il comportamento di Gesรน, amico dei pubblicani e dei peccatori[3], ma risente del separatismo e del puritanesimo farisaico e qumranico. Non รจ neanche troppo in sintonia con la parabole del perdono a tutti[4] che verrร enunciata fra pocoโ[5].
In ogni caso, la Chiesa locale รจ โcaricata di connotazioni di senso trascendente ed escatologicoโ (M. Nobile[6]).
- b) Il potere della comunitร
Eโ interessante notare come il potere di โlegare e sciogliereโ che due capitoli prima era stato conferito a Pietro[7] qui venga invece dato a tutta la comunitร . Qualcuno ha pensato che il potere petrino sia stato esteso a tutti i cristiani dopo la partenza dellโapostolo o dopo la sua morte, e che in ogni caso questa estensione allโintera comunitร sia unโelaborazione teologica successiva rispetto a un primo conferimento individuale. Ma nel Vangelo di Giovanni Gesรน Risorto conferisce questo potere a tutti i discepoli: โI discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesรน disse loro di nuovo: <<Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi>>. Dopo aver detto questo, alitรฒ su di loro e disse: <<Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi>>โ (Gv 20,20-23). Cโรจ qui lโinversione dellโordine: non piรน โlegare e sciogliereโ, ma โsciogliere e legareโ. Il primo compito della Chiesa non sarร scomunicare, tagliere fuori, ma annunciare la misericordia di Dio e il suo perdono.
La Chiesa nel suo insieme ricorda di avere avuto dal Signore lo stesso potere che individualmente aveva ricevuto Pietro. In ogni caso, il potere di perdonare i peccati che, durante la sua vita terrena, era solo di Gesรน, ora รจ trasmesso alla comunitร dei discepoli.
Infine viene ricordata che la preghiera fatta in comune viene sempre esaudita. Il testo dice che se due โsumphonรจsosinโ, โfanno sinfoniaโ (Mt 18,19), Dio li ascolterร : in genere le Bibbie traducono poi โpantรฒs prร gmatosโ come per chiedere โogni cosaโ, ma Mello nota che andrebbe tradotto โ<<un affare qualsiasi>>, dove โaffareโ (<<prร gma>>) รจ termine tecnico per controversia allโinterno della comunitร [8]. Siamo dunque rimandati, senza ombra di dubbio, allโ<<affare>> precedente. Per risolverlo, lโespediente piรน efficace รจ la preghiera comuneโ[9].
- c) La Chiesa locale, luogo della presenza di Gesรน
Il brano si chiude con un versetto che sottolinea come la sequela del Signore non sia un fatto individuale, ma comunitario: dove due o tre โsunegmรจnoiโ, cioรจ โfanno sinagogaโ, โsono riunitiโ nel nome del Signore, egli รจ presente in mezzo a loro[10].
Il richiamo alla presenza di Gesรน lancia subito il pensiero a dimensioni piรน profonde della Chiesa, aprendola subito allโaspetto misterico di cui parla Paolo. La Chiesa รจ quella che Gesรน ha definito โla mia Chiesaโ (Mt 16,18). I Rabbini affermavano che la โShekinahโ, la Presenza di Dio, abita tra coloro che si riunivano per meditare la Torah, la Legge. Diceva rabbi Aquiba, morto nel 135: โSe due persone si riuniscono per pronunciare le parole della Legge, la Shekinah รจ in mezzo a loroโ[11]. Ora si afferma che il Signore stesso รจ presente quando si raduna la sua comunitร . La Chiesa, anche locale, di poche persone, รจ il luogo e il sacramento per il mondo delle presenza stessa di Dio. Eโ davvero, nonostante la sua debolezza e i suoi peccati, il nuovo Tempio di Dio.
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[1] 1 QS 5,26-6,1
[2] La Bibbia, Via, Veritร e Vita. Nuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, San Paolo. Cinisello Balsamo (MI), 2009, pg. 2090
[3] Mt 9,11
[4] Mt 18,21-35
[5] Da Spinetoli O., Matteo, Cittadella, Assisi, 1993, pg. 504
[6] Nobile M., Ecclesiologia biblica, Dehoniane, Bologna, 1996, pg. 34
[7] Mt 16,13-19
[8] 1 Cor 6,1
[9] Mello A., Evangelo secondo Matteo, Qiqajon, Bose, Magnano (BI), 1995, pg. 327
[10] Mt 18,20
[11] Pirqei Avot 3, 6. Cfr. D. Flusser, โIo sono in mezzo a loro (Mt 18,20)โ, in Il Giudaismo e le origini del Cristianesimo, Genova 1995, pp. 163-174.
Maurizio Mottolese – La Parola-Scrittura nel pensiero e nellโesperienza del giudaismo rabbinico
Carlo Miglietta