Il vangelo si apre con una preghiera degli apostoli a Gesù: «Accresci in noi la fede!».
Che richiesta particolare! Hanno il Signore davanti, Colui che può tutto, e cosa chiedono? Di fare diventare più grande la loro fede, la loro Fiducia in Dio. Avevano intuito perfettamente cos’è il dono più importante da possedere: chi ha fede può tutto, può superare qualsiasi prova.
Gesù dice infatti : «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.” » . Un granello di senape è qualcosa talmente piccolo da essere quasi invisibile agli occhi. Pensate quindi che se con una fede così piccola si possono fare cose grandissime, lo credo bene che i discepoli pregano per averne una sempre più grande. Però bisogna fare attenzione perché qui non si parla di superpoteri e la richiesta degli apostoli non è finalizzata ad avere una potenza così smisurata da diventare i padroni dell’universo, come nei cartoni animati e nei film dei super eroi!
I discepoli chiedono di averne in grande quantità perché temono di perderla: hanno intuito benissimo che fede è rapporto vero, autentico con Dio ed è in virtù di questo legame che ogni uomo potrà vivere nella felicità vera malgrado la vita possa riservare situazioni spiacevoli e di sconforto.
Gesù però corregge il tiro, perché non si tratta di avere una “quantità” come nelle ricette, tipo che per fare una Vita Felice ho bisogno di 100 grammi di Fede. Si tratta piuttosto di viverla amando.
Nel vangelo continua il suo discorso parlando di servi e quanto dice sembra quasi una cosa ingiusta: secondo Lui questi servi devono lavorare e nemmeno ricevere un Grazie!
Capiamo meglio il messaggio! Per prima cosa i servi sono quelli a cui il padrone affida tutte le cose importanti,
quindi si fida di loro, tanto da affidargli anche la cura di se stesso, pur se con un “ordine” imposto. Essi però non se ne preoccupano, perché a loro interessa solo il bene della casa e del padrone.
Se un tuo amico sa che stai male e hai bisogno di qualcosa, pur se glielo chiedi in un malo modo, lui farà di tutto per aiutarti, e non perché tu gli dica grazie, ma perché tu stia bene.
In fondo, anche se sono nominati servi e padroni, Gesù sta parlando di amicizia: non a caso poi dirà: “Non vi chiamo più servi, ma amici”. Amici! La fede non è come il denaro da accumulare in tasca, ma è l’amicizia con Gesù, che si ottiene semplicemente vivendola, alimentandola giorno dopo giorno con lo stare con lui, con la preghiera o l’ascolto delle letture e soprattutto amando chi ci sta vicino.
Un amico è colui che ti fa vedere le cose da un punto di vista migliore; un amico conosce i tuoi desideri e cerca di realizzarli; un amico ti supporta e ti sta sempre vicino qualsiasi cosa fai. Vivere nella fede, cercando la Sua amicizia, ti fa vedere le cose belle della tua vita, non ti fa mai sentire solo e dal cuore ti viene di ringraziarlo. Chi ha fede ha un potere incredibile: il potere di un amico il cui unico desiderio è che tu sia felice.
Buon Cammino da Missio Ragazzi
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Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Il giusto vivrà per la sua fede.
Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.
Seconda Lettura
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Parola di Dio
Vangelo
Se aveste fede!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore