Commento alle letture di domenica 6 Ottobre 2019 – p. Samuele Duranti

Il commento alle letture di domenica 6 Ottobre 2019 a cura di p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.

Essere fedeli e servire: i due messaggi di Gesù

Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!» Chi di voi se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: vieni subito e mettiti a tavola? O non gli dirà piuttosto: preparami da mangiare, rimboccati le vesti e servimi.

Due messaggi ci sono offerti dal vangelo di questa domenica: uno sulla fede; l’altro sul servizio.

Gesù risponde: se aveste fede quanto un granellino di senape… fareste cose impossibili. Con una sola parola, sradicare un gelso e trapiantarlo in mare. Evidentemente, siccome non succede, non avete fede neanche quanto una capocchia di spillo. Il discorso sulla fede è amplissimo; né qui c’è spazio anche solo per iniziarlo. Qualche brevissima riflessione, questa sì.

Necessaria è la fede per dare un senso alla vita, alla sofferenza, alla morte. Mi interrogo e mi chiedo: che senso ha la mia vita? Perché sono nato? Perché devo soffrire? Perché anelo a una felicità che qui non trovo? Perché ho il concetto di eternità se poi non esiste? Fuori dalla fede non trovo risposte. Nietzsche, nella «Gaia scienza» esalta la morte di Dio: «Noi, assassini di Dio! Abbiamo staccato la terra dal suo Sole. Ma ora precipita nel buio, nel vuoto, nell’abisso, nel nulla. È sempre più freddo, è sempre più notte. Noi lo abbiamo ucciso. Ma come troveremo pace, noi, più assassini di ogni assassino». E sappiamo che dalla sua filosofia sono nati i campi di sterminio…

Foscolo scrisse nei «Sepolcri»: «Dal dì che nozze e tribunali ed are / Dier alle umane belve esser pietose / Di sè stesse e d’altrui…» Indicava quali segni di civiltà tre cose: l’istituzione del matrimonio (nozze); l’esercizio della giustizia (tribunali) e il culto della religione (are). Erodoto, il più grande storico dell’antica Grecia, lasciò scritto: «Troverai città senza mura, popoli senza confini, ma non troverai gente senza religione». E Ludwig Wittgenstein: «Credere in Dio vuol dire che la vita ha un senso. La fede è come una fiaccola che ci fu consegnata al mattino della vita. Nell’incerto chiarore dell’alba, la fiaccola ci fu luce sui primi passi e ci parve inutile/ingombrante; forse sbrigativamente si è buttata via. Mi auguro che, quando scenderanno sollecite le ombre della sera e verranno meno gl’inganni, si invochi quella luce così necessaria…».

Ma vogliamo accennare anche al secondo tema proposto dal Vangelo: il servizio. A prima vista ci può sembrare urtante questo padrone così esigente, che pretende dal suo servo, stanco e sudato, che si rimbocchi le maniche e che subito si metta a servirlo. Ma non guardiamo al comportamento del padrone; puntiamo, invece, l’attenzione sul comportamento del servo: discepolo del Signore. Bene, il discepolo non deve accontentarsi, ma deve svolgere il suo servizio fino in fondo; con generosità e impegno; semplicemente con la consapevolezza di dover compiere il proprio dovere. Che è il volere del Signore. Nel nostro dovere c’è il Suo volere. E la vita non è piacere, ma dovere; non è passione, ma missione. Servizio, appunto. Ricordo la poesia di Tagore: «Sognai che la vita era gioia. Mi sveglia e vidi che era servizio. Servii e il servizio fu gioia». Spendersi, donarsi è ciò che veramente dà senso a lottare, soffrire, lavorare, sacrificarsi, operare, vivere. È più bello dare che ricevere.

Fonte

p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Vice parroco e assistente dell’Ordine Francescano Secolare.
Dati aggiornati al 04/05/2019

QUI TUTTI I COMMENTI AL VANGELO DI P. SAMUELE

Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4

 
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura

Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14

 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Vangelo

Se aveste fede!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10

 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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