Commento alle letture di domenica 5 Gennaio 2020 – p. Benedict Vadakkekara

Il commento alle letture di domenica 5 Gennaio 2020 a cura di p. Benedict Vadakkekara.

La prima lettura è uno dei vertici della letteratura sapienziale. Il senso della trascendenza dell’Altissimo, unito alla paradossale esperienza della sua continua presenza nella storia del popolo eletto, fa sì che i teologi di Israele sentano la necessità di dare quasi una consistenza propria alla Sapienza di Dio.

Jahvé si trova in cielo, ma la sua Sapienza, quasi come un essere a sé, abita nell’opera della creazione e nel popolo d’Israele. Su questa linea colloca il tema del vangelo odierno. Questo brano porta a compimento il lungo cammino di riflessione sulla rivelazione. Gesù, quell’uomo ben concreto che è esistito  in mezzo ad altri uomini, che dai più è stato violentemente rifiutato, e solo da pochi accolto, è la parola di Dio che esprime tutta la sapienza divina.

È guardando a lui che si diventa saggi, illuminati, ed è guardando a lui che si può comprendere quando un atteggiamento è saggio e quando proviene invece dalle tenebre della stoltezza. Ma soprattutto, per quanto ciò possa apparire inaudito, è guardando a lui che si può vedere in tutta verità Dio stesso. Il Verbo, sapienza del piano divino, è Gesù di Nazareth nella sua concretezza umana. Il Cristo della fede deve essere anche e sempre il Gesù storico. Solo la fede può davvero comprendere Gesù. Gesù è il Rivelatore del Padre in quanto è la Parola di Dio che si è fatta carne, che ha piantato la sua tenda in mezzo agli uomini. Questa Parola è la parola definitiva, piena, detta da Dio agli uomini e non più ritrattabile.

Tale comunicazione divina non può più essere superata proprio perché la Parola è la persona stessa del Figlio di Dio. La rivelazione trova poi il suo compimento nel mistero pasquale nel quale Dio si rivela pienamente e definitivamente come Colui che dona il Figlio a noi. Il motivo della rivelazione viene sviluppata attraverso il concetto di Verità e soprattutto con la metafora della Luce, metafora che impregna di sé queste feste natalizie. Giovanni riserva il termine luce a Gesù. In tal modo non fa allora che proclamarne la divinità e ricordare che è in Lui la fonte della nostra vita e la salvezza che dà senso alla fatica del vivere.

È il Verbo lo splendore della vita che attira costantemente l’uomo che sente il desiderio di pienezza a cui lo chiama il progetto divino su di lui: In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Se Gesù è la Luce del mondo, l’uomo dando la propria adesione a Gesù ottiene la vita e sfugge alle tenebre di morte e dell’incredulità e di una vita vissuta senza vera umanità.

Amen.

Fonte


Letture della
II Domenica dopo Natale – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La sapienza dio Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

Dal libro del Siràcide
Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Sal 147

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.

Seconda Lettura

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio

Vangelo

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18

[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Parola del Signore

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