Il commento alle letture di domenica 4 agosto 2019 a cura di p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Dove abbiamo il nostro tesoro?
Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità». Gesù coglie questa opportunità per mettere in guardia da ogni cupidigia: dall’avidità di avere e dall’avarizia di possedere; dalla bramosia delle cose, che porta all’ingiustizia, ai soprusi, alle iniquità. Alla discordia. E detta una massima che taglia alla radice ogni rivendicazione: la vita non dipende dall’abbondanza dei beni che uno possiede; non ha valore a seconda dei beni che uno ha. La vita non è garantita dalla ricchezza. È questa la massima che deve determinare le scelte prioritarie della vita. Alla radice di controversie e ingiustizie c’è l’idolatria della ricchezza, «la esecranda fame dell’oro». Gesù mette decisamente in guardia: Fate attenzione! Tenetevi lontano! E per illuminare il suo insegnamento, riferisce una parabola. Un proprietario terriero ha raccolto grandi frutti dalla sua campagna. Fa i suoi progetti: allargare i magazzini, costruirne di più grandi… Dice a se stesso: finalmente potrò godermi la vita; per lunghi anni! Mangia, bevi, riposati, datti alla gioia. Ma il suo monologo è bruscamente interrotto dalla voce di Dio, che lo chiama «stolto» (!). Nella sua stupidità non ha messo in conto che non è lui il padrone della sua vita. La quale, addirittura, questa stessa notte gli sarà richiesta. E allora dovrà lasciare inesorabilmente, irrimediabilmente tutto! Inutile tutto quell’accumulare, quell’accaparrare. «Mai visto una ditta di traslochi dietro un carro funebre», disse un giorno Papa Francesco. «Il sudario non ha tasca».
Gesù conclude con un comando: Non accumulare tesori per questa terra, arricchisci davanti a Dio! La parabola pone il cristiano di fronte alla ricchezza. Quale deve essere il suo atteggiamento e comportamento? La ricchezza non è assolutamente un male in sé e per sé; può diventare un rischio. E lo diventa per due motivi.
Primo: se fa dimenticare la vita eterna. Se fa vivere solo chiusi nel breve cerchio di questa vita; ragion per cui uno pensa solo a godersi i piaceri, levarsi le voglie, soddisfare le proprie ambizioni.
Secondo: se chiude nel proprio egoismo, nel proprio io, senza minimamente interessarsi degli altri. Gesù tuonerà chiaramente: Beati voi, poveri! Guai a voi, ricchi! E avrà un’altra parabola, quella del ricco epulone, per riconfermare il suo insegnamento sull’uso giusto e saggio dei beni. Gesù è singolarmente severo sul rischio della ricchezza; proclamerà: È impossibile servire Dio e la ricchezza, talmente sono diversi/opposti e contrari. Una vita attaccata, schiava della ricchezza è una vita senza fede, una vita senza speranza, una vita senza amore. Una vita dove la Parola di Dio è soffocata. È stolto riporre il senso della vita nell’accumulare ricchezze. C’è qui un forte richiamo alla sobrietà. E alla generosità. Gesù comanda di arricchire presso Dio. Un giorno soltanto le nostre opere ci accompagneranno. E su queste peserà il giudizio eterno di Dio. Chi dà a un povero accende un credito presso Dio.
Scriveva san Paolo a Timoteo: Ai ricchi raccomanda di fare il bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi. Facciamo nostre queste raccomandazioni. E ricordiamole nella vita.
Fatevi tesori nel cielo.
p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Vice parroco e assistente dell’Ordine Francescano Secolare.
Dati aggiornati al 04/05/2019
QUI TUTTI I COMMENTI AL VANGELO DI P. SAMUELE
Letture della
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica.
Dal libro del Qoèlet
Qo 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89 (90)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.
Seconda Lettura
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio
Vangelo
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola di Dio