Il commento alle letture di domenica 4 agoato 2019 a cura di p. Benedict Vadakkekara.
Luca analizza più volte nel suo vangelo la devastazione che la ricchezza compie nella capacità di valutazione dell’uomo. Il ricco è spesso per Luca un povero stolto, il quale ha perduto la percezione della reale situazione in cui l’uomo si trova e dei vari valori che deve perseguire.
Ben poca gente capirebbe, a prima vista, perché debba essere chiamato stolto un uomo che si rallegra dei suoi guadagni e costruisce depositi per conservarlo. Il mutamento che ci propone Luca è molto più radicale di quello che poteva sembrare a prima vista. Ecco perché è importante il fatto che Gesù dichiari di non essere venuto per fare il mediatore in questioni di soldi. Egli va al di là di tutto il sistema del possesso e dello scambio.
Non viene a portare correttivi o miglioramenti a questo sistema, ma a dichiararne la completa irrilevanza a confronto dei veri bisogni e problemi dell’uomo. A questo punto si capisce anche perché, per Luca, la povertà è una virtù essenziale per essere cristiani. Cercare le cose di lassù, come ci dice Paolo, significa davvero estraniarsi da un sistema di valori e di scelte che domina il mondo. Implica una conversione così radicale che può essere solo una meta a cui aspirare, un’utopia da tenere davanti come costante giudizio critico della nostra situazione nel mondo.
In base al testo evangelico odierno, possiamo evidenziare anche ulteriori osservazioni. L’uomo è sempre tentato di porre la propria sicurezza in ciò che ha, che produce, che accumula per sé… nei suoi beni. In quest’atteggiamento appare la forza dell’egoismo che produce divisioni, attriti, litigi e che ha, come effetto drammatico, l’insensibilità verso gli altri. Per esempio, c’è la martellante insistenza dell’aggettivo mio nella parabola dell’uomo ricco (vv. 16-19). Paolo ci dice che il cristiano partecipa, in virtù del battesimo, alla risurrezione di Cristo.
Come risorto con Cristo deve ogni giorno cercare le cose di lassù e mortificare quella parte di sé stesso che appartiene alla terra. Appartiene alla terra quanto è frutto dell’egoismo, quanto spinge l’uomo a costruire la propria vita sull’avere; fornicazione, passioni, avarizia. Le cose di lassù, che il battezzato deve cercare, sono costituite dai frutti dello Spirito Santo: sincerità, amore, bontà, comprensione, misericordia, perdono. Accogliendo nella propria vita i frutti dello Spirito il cristiano manifesta ogni giorno quanto ha prodotto in lui il battesimo: egli ha rivestito l’uomo nuovo che si rinnova ad immagine del suo Creatore, egli si è rivestito di Cristo, immagine del Dio vivente così che Cristo è tutto in tutti, fonte perenne di carità e di amore.
Amen.
Letture della
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica.
Dal libro del Qoèlet
Qo 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89 (90)
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.
Seconda Lettura
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio
Vangelo
Quello che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola di Dio