Il commento alle letture di domenica 3 Novembre 2019 a cura di p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Zaccheo sul sicomoro, Gesù in casa sua
L’incontro di Gesù con Zaccheo. Gesù nei pressi di Gerico ha donato la vista a un cieco. Sta, ora, entrando in città. Questo spiega la grande folla che fa ressa attorno a Lui. C’è un uomo, di nome Zaccheo, poco perbene e perché capo di quelli che riscuotono le tasse e perché strozzino e ladro… E però gli è saltata addosso una smania: vuol vedere chi è Gesù. Ma due ostacoli glielo impediscono: la calca della folla e la sua statura piccola. Allora cosa fa? Una cosa disdicevole per un adulto: si mette a correre e, come uno scoiattolo, si arrampica su un sicomoro, proprio sulla strada dove deve passare Gesù. Così, appollaiato tra il fogliame, Gesù non potrà vederlo, ma lui potrà vedere Gesù. Ed ecco che il Maestro giunge sotto di lui. Si ferma. Alza lo sguardo. Tutti si aspettano che finalmente gliene dica quattro, come si merita. E invece Gesù si rivolge a lui dicendo: Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.
Fermiamoci anche noi un momento. Zaccheo si sente chiamare per nome. Penso che avrà avuto un tuffo al cuore: come mi conosce se non mi ha mai visto?! E poi ci sono due parole, che hanno una risonanza lunga nel vangelo secondo Luca: la prima è devo. Come nel vangelo di Giovanni c’è la parola ora; in san Luca c’è devo, che attraversa tutta la trama del vangelo: dalle prime parole di Gesù adolescente («devo interessarmi delle cose del Padre mio») fino alle ultime ai discepoli di Emmaus («dovevano accadere tutte queste cose, erano scritte nei profeti!»)
L’altra parola è oggi: la troviamo all’inizio, quando gli angeli annunciano ai pastori «Oggi è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore». Fino all’ultima parola rivolta al malfattore dalla croce: «Oggi sarai con me nel paradiso».
Ma proseguiamo. Zaccheo scende in tutta fretta e accoglie Gesù colmo di gioia. Anche qui dobbiamo sostare un momento su due parole: fretta e gioia. Troviamo la fretta in Maria, che va a trovare Elisabetta; nei pastori, che vanno a trovare il Bambino… sino alla fretta delle donne il mattino di Pasqua. Insomma: quando c’è da incontrare Gesù e da donarlo. Troviamo la gioia in numerosi episodi e cantici: il cantico della Vergine, quello di Zaccaria, di Simeone, degli angeli; e nei tanti prodigi di guarigioni che accompagnano la vita pubblica di Gesù.
Ecco che Gesù si ferma a casa di Zaccheo. Sì, contava di vederlo, ma Gesù va al di là di ogni attesa e sorpresa. E però si squalifica: tutti lo criticano. È andato addirittura in casa di un peccatore! A questo punto Zaccheo si alza in piedi (il testo greco dice «risorge») e fa la sua confessione con aggiunta di concreti propositi: «Ecco, Signore: a chi ho rubato restituirò quattro volte tanto; dei miei beni ne darò la metà ai poveri». Un vero ribaltamento di vita, un’autentica conversione.
La conclusione di Gesù è semplicemente meravigliosa: Oggi (!) (ritorna l’Oggi di Dio; l’oggi della salvezza) la salvezza è entrata in questa casa. Perché anche Zaccheo è figlio della promessa di Abramo, che Dio non smentisce! E rivela: Io, Figlio dell’uomo, sono venuto proprio a cercare e a salvare ciò che era perduto! Rivelazione più consolante di questa, per noi peccatori? Aveva ragione sant’Agostino: Signore, io non ti avrei mai cercato se tu non mi avessi trovato! Tardi t’amai bellezza tanto antica e sempre nuova; tardi t’amai! E dalla conversione, camminò sulla via della santità.
p. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino.
Vice parroco e assistente dell’Ordine Francescano Secolare.
Dati aggiornati al 04/05/2019
QUI TUTTI I COMMENTI AL VANGELO DI P. SAMUELE
Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Seconda Lettura
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 – 2,2
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
Parola di Dio
Vangelo
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore