Il commento alle letture di domenica 3 Febbraio 2019 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Gesรน, un profeta non sempre ben accolto

Il brano evangelico di questa domenica (Lc 4,21-30), continuazione di quello di domenica scorsa, ci presenta una situazione abbastanza paradossale, che puรฒ suscitare qualche perplessitร . Vi รจ la prima scena, quella giร incontrata in precedenza, la lettura di Isaia con lโannuncio del suo compimento, che fa da cerniera con quella di oggi, lo stupore dei presenti che testimoniano la parola di grazia uscita dalla bocca di Cristo, e poi la sua improvvisa provocazione che vira il discorso sulla richiesta di segni e il suo rifiuto a compierli, quando, rimanendo al testo, sembra che nessuno abbia fatto una richiesta in tal senso.
Forse potremmo leggere in quella domanda ยซnon รจ il figlio di Giuseppe?ยป una venatura di perplessitร , ma di certo fino a qual momento il clima sembrava del tutto positivo. Da una parte possiamo restare ammirati dal fatto che Gesรน non voglia adulare in nessun modo i suoi ascoltatori, e che non tenga in nessun conto le aspettative nascoste dei presenti calibrando il suo messaggio sulle loro attese; dallโaltra potremmo giudicare il Cristo, con la sensibilitร di oggi per i sondaggi, lโaudience, la costruzione del consenso, come un pasticcione che รจ riuscito a inimicarsi utili sostenitori con un comportamento maldestro.
Oppure, e forse potrebbe essere un argomento piรน fondato, vi รจ stata la necessitร di questa provocazione: la parola profetica ha sempre anche una funzione destabilizzante, almeno allโinizio, deve dire qualcosa di altro, di importante, che non รจ risaputo, svelare le intenzioni di Dio, il suo intervento nella storia e che, quindi, non sarร ininfluente, richiederร nuovi assetti, spostamenti, cambiamenti.
Se facciamo un breve confronto con testi simili a questo, dove Gesรน rifiuta di compiere segni esigiti da qualcuno, troviamo alcuni interessanti spunti di riflessione: egli non darร alcun segno alla generazione presente tranne il segno di Giona (cf. Lc 11,29) perchรฉ alla sua predicazione quelli di Ninive si convertirono (di nuovo una contrapposizione fra vicini increduli e lontani che hanno accolto il messaggio); in Mt 11,21-24 minaccia le cittร del lago, Cafarnao, Betsaida, della stessa sorte di Sodoma pur avendo, loro sรฌ, visto dei segni (che evidentemente non sono bastati), tutto questo dopo una disputa con il Battista se Gesรน fosse davvero il Messia con una ripresa del testo di Isaia che Cristo porta a compimento (cf. Mt 11,3-10); evidentemente questo testo e i segni, fatti o non fatti, compresi o rifiutati, procedono di pari passo. Uno schema simile รจ al capitolo 12 di Matteo: il rifiuto radicale di Cristo che diviene bestemmia dello Spirito (Mt 12,24-32), รจ preceduto da una citazione di Isaia simile a quella della sinagoga di Nazaret, il messia mite che non infrange la canna incrinata (cf. Mt 12,18-20). Questa carrellata solo per dare il senso del rapporto complesso fra lโannuncio di pace e liberazione del Messia, con la sua accettazione: non sempre รจ lineare, non sempre la parola procede senza scossoni, ogni messaggio richiede di mettersi in questione rifiutando spiegazioni troppo comode.
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Anche nella seconda lettura, il celebre ยซinno alla caritร ยป (1Cor 12,31-13,13) vi รจ lo spostamento da un certa retorica: non basta neppure dare tutte le sostanze ai poveri, per vivere la caritร ? Parrebbe di sรฌ, non perchรฉ Dio goda nel proporci sfide impossibili ma forse perchรฉ rimaniamo aperti a non mortificare i suoi doni, la sua chiamata, a non mantenere, sotto sotto, quel certo vanto che ci conferma nelle nostre certezze.
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QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 Febbraio 2019 anche qui.
Lc 4, 21-30 Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน cominciรฒ a dire nella sinagoga: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoยป. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: ยซNon รจ costui il figlio di Giuseppe?ยป. Ma egli rispose loro: ยซCertamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafร rnao, fallo anche qui, nella tua patria!”ยป. Poi aggiunse: ยซIn veritร io vi dico: nessun profeta รจ bene accetto nella sua patria. Anzi, in veritร io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elรฌa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elรฌa, se non a una vedova a Sarรจpta di Sidรฒne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamร n, il Siroยป. All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della cittร e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro cittร , per gettarlo giรน. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.Fonte: LaSacraBibbia.net
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