Commento alle letture di domenica 29 Dicembre 2019 – p. Benedict Vadakkekara

Il commento alle letture di domenica 29 dicembre 2019 a cura di p. Benedict Vadakkekara.

Nella prima domenica dopo il Natale la Chiesa ci chiede una particolare attenzione sulla unità familiare. Con una serie di massime e riflessioni sapienziali l’autore di Siracide rende comprensibile la sua fede ebraica.

I doveri verso i genitori non sono solo delle regole esigite dalla società per una convivenza ordinata, ma più profondamente una risposta ad una precisa volontà di Dio. Dio esige che si onori il dono della vita, cioè che si riconosca che noi non ne siamo la fonte, ma solo i beneficiari, tale riconoscimento della vita come dono si attua onorando il genitore. Perché questo dovere non sfumi in riconoscimenti solo verbali l’autore si premura di esemplificare cosa significhirealmente onorare il genitore e i benefici che da tale comportamento derivano.

Si considera il dovere di onorare il padre soccorrerlo quando è anziano, circondarlo di compassione ed affetto quando il suo prestigio è decaduto, quando la sua lucidità è offuscata. La pietà filiale non deve mai venire meno e mantenersi in ogni circostanza. La famiglia di Nazareth è presentata con una vita assolutamente ordinaria, immersa nel problema quotidiano della sopravvivenza, come ogni altra famiglia.

Il Vangelo, infatti, ci descrive le vicende che portarono la famiglia di Gesù prima a fuggire in Egitto, poi a ritirarsi per motivi precauzionali a Nazareth, una borgata piccola e insignificante, che non aveva fatto mai parlare di sé. In questo racconto non emerge tanto l’una o l’altra persona della famiglia, ma i tre perché famiglia, a causa del figlio. L’episodio della fuga in Egitto più che un fatto aneddotico orienta la nostra attenzione sul realizzarsi delle Scritture in Gesù. Gesù vive le vicende del suo popolo, sceso in Egitto ed uscito prodigiosamente dalla terra di schiavitù.

In tal modo egli nella sua carne rivive la stessa esperienzae l’Esodo acquista in lui e con lui tutto il suo senso. Coloro che Dio ha scelto per il suo progetto mirabile di salvezza, non sono trattati con privilegi esterni. La via della salvezza è proposta dentro una famiglia che, se vanta un privilegio, è quello di far parte della schiera dei più poveri. E nella persecuzione il destino di uno è il destino di tre: Prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele. L’unità del nucleo si fonda sull’unità di destino.

La famiglia di Nazarethsi propone come un richiamo all’unità di destino, che non mortifica le ricchezze di ciascuno, ma le riporta ad un unico progetto. Nel contesto della famiglia odierna questo messaggio richiama all’apprezzamento vicendevole nella diversità per la costruzione comune di un progettoche invece di appiattire, coordina e integra: ciascuno è, col suo piccolo mondo, un dono alla vita, senza contrapposizioni.

Amen.

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