Commento alle letture di domenica 28 Ottobre 2018 per bambini – ElleDiCi

802

Spunti di riflessione dedicati ai catechisti o ai sacerdoti per impostare l’omelia per la messa con i bambini.

XXX Domenica del Tempo Ordinario

Quando ci ritroviamo a Messa, siamo un popolo sparpagliato che si raduna.
Gesù Cristo ci ricollega al Padre, ci illumina e ci apre gli occhi.

II cieco, gettato via il suo mantello, balzò in
piedi e venne da Gesù

Dal libro del profeta Geremia (Ger 31,7-9)

2600 anni fa Israele fu conquistato. Molti abitanti furono condotti con forza in un paese straniero. Geremia, il profeta, con le sue parole dona loro coraggio e speranza.

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».

Capire le parole

  • Giacobbe. Detto anche Israele. È uno dei capostipiti del popolo ebraico. Qui, il termine è usato per
    designare il popolo ebreo.
  • Èfraim. È una delle dodici tribù di Israele. II nome discende dal primo antenato, un figlio di Giuseppe, figlio di Giacobbe.

Di più

Festa di famiglia
Certamente avrai già partecipato ad una festa di famiglia, quando tutti si ritrovano per il compleanno della nonna, o l’anniversario di matrimonio di uno zio. In quell’occasione hai rivisto i cugini e le cugine, anche chi non conoscevi bene. A volte si preparano dei canti o un video sui festeggiati. È una festa, la gente è contenta. Allo stesso modo, ci dice Geremia, si comporta Dio quando raduna il suo popolo. La gente grida di gioia ed è felice. Giunge dai quattro angoli della terra. È Dio che conduce il suo popolo e si prende cura di lui.

Dalla lettera agli Ebrei (Eb 5, 1-6)

I primi cristiani erano ebrei. Per questo l’autore ricorda loro che è Gesù Cristo il solo sommo sacerdote. Solo lui può unire per sempre Dio e gli uomini.

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek».

Capire le parole

  • Aronne. Fratello di Mosè. Fu il primo sommo sacerdote di Israele.
  • Sacerdote. È l’intermediario tra Dio e gli uomini. I primi cristiani osservando come Gesù avesse consacrato la sua vita a Dio e si fosse sacrificato per gli uomini, l’hanno identificato con Melchìsedek.
  • Melchìsedek. Fu un misterioso re sacerdote al tempo di Abramo. Pronunciò una benedizione su di lui ringraziando Dio per il pane condiviso e la pace tra i nemici.

Dal vangelo secondo Marco (Mc 10, 46-52)

La fede permette di vedere chiaro. In questo racconto un uomo cieco riconosce chi è Gesù. La sua fede gli ha fatto vedere la verità.

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Capire le parole

  • Gèrico. Città della Palestina (link a Google Maps).
  • Figlio di Davide. Davide fu il re più importante della storia di Israele. Gli Ebrei attendevano un inviato di Dio,
    discendente dalla famiglia di Davide.
  • Rabbunì. Vuol dire «mio maestro».

Di più

Stella cadente
Quando vediamo una stella cadente, esprimiamo un desiderio. Pensiamo a qualcosa che speriamo fortemente. Immaginiamo che questo si realizzerà. È un momento magico. Anche il cieco Bartimeo aveva un grande desiderio: voleva vedere. Ma Gesù non è come una stella cadente. Per lui ciò che conta è la fede. E il cieco Bartimeo ha creduto che Gesù poteva salvarlo, ha avuto fiducia in lui. Questo cambia tutto. La forza di questo cieco è stata la fede in Gesù.

Fonte

Scarica e colora la vignetta di RobiHood

IL CIECO

[amazon_link asins=’8801058411,8801063113,8801056419,8801059892′ template=’ProductCarousel’ store=’ceriltuovol04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1e41c6f1-c47e-11e7-9974-417047202061′]

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 28 Ottobre 2018 anche qui.