Il commento alle letture di domenica 28 Aprile 2019 a cura dei Missionari della Via.
Meditiamo la Parola
La seconda domenica di Pasqua è dedicata alla Divina Misericordia. Il Vangelo celebra la misericordia del Risorto che dapprima si manifesta ai suoi discepoli, rintanati per la paura. Egli va loro incontro, annunzia e dona la pace: pace a voi.
La pace, che tutti cerchiamo, è dono suo, è qualcosa da accogliere e custodire vivendo uniti a lui. Gesù non va loro incontro rimproverandoli o accusandoli, ma con gioia, liberandoli anche dalle loro paure. È la comunione con il Signore che ci libera dalla paura dell’altro, di soffrire a causa dell’altro o per amore dell’altro. E li manda a portare anche agli altri il suo perdono e la pace.
Ecco il compito di tutta la Chiesa, ecco il compito di ciascuno di noi; donare quella pace e quel perdono di cui per primi siamo destinatari. È lì la fonte dell’amore, in Gesù: è lui che ci dona la forza di costruire ponti e non muri, di non fermarci alle offese ricevute, di intessere relazioni d’amore autentico. E questo dono del perdono sono chiamati ad amministrarlo specialmente i ministri di Dio, che nel sacramento della confessione lo trasmettono alle anime pentite, come canali d’acqua fresca che ristorano le anime.
Sì, nel sacramento della confessione il penitente, accusandosi dei suoi peccati, riceve e fa suo quel perdono che Dio già ha donato, morendo in croce per noi. Nel chiederlo concretamente, il peccatore pentito “lo fa suo” e quel perdono guarisce la sua anima, ferita dai peccati commessi, liberandolo dai lacci del male. E poi nel Vangelo vediamo la misericordia del Signore verso l’incredulo Tommaso.
Chissà, forse nel suo cuore non voleva semplicemente accettare che gli altri avessero visto Gesù risorto e lui no. E si incaponisce; ma si mette in condizione di incontrarlo. La Domenica successiva alla sua manifestazione, Tommaso è infatti insieme con i suoi. C’è qui un richiamo implicito all’Eucaristia, celebrata già dai primi discepoli di domenica. E proprio lì Gesù va incontro anche a Tommaso, ripetendogli amorevolmente le stesse parole dette da Tommaso.
Tommaso crolla, facendo la professione di fede più bella ed esplicita del NT: “mio Signore e mio Dio!”. Gesù, sottolineando la beatitudine del credere senza vedere, ci incoraggia a far nostre le parole e gli avvenimenti del Vangelo, perché la nostra fede nel Risorto possa rafforzarsi sempre più; e così persino i dubbi di Tommaso diventano benefici anche per noi, che veniamo “cementati” nella nostra fede in Cristo morto e risorto. Che in questo giorno il Signore risusciti sempre più i nostri cuori, rinnovando la gioia del saperci perdonati e cercati da lui, vincitore del peccato e della morte!
Preghiamo la Parola
Signore, guarisci la nostra incredulità, perché possiamo sempre più proclamarti e testimoniarti nostro Signore e nostro Dio.
VERITA’: Vita interiore e sacramenti
Mi riconosco sempre bisognoso della misericordia di Dio? Dedico tempo e cura a ricevere il Suo perdono attraverso il sacramento della riconciliazione?
Cerco di coltivare uno sguardo misericordioso verso gli altri?
I dubbi che posso trovarmi a vivere mi spingono a cercare? O sono una scusa per vivere mediocremente la mia fede?
CARITA’: Testimonianza di vita
L’incontro con il Risorto spinge i discepoli ad annunziarlo e a diffondere la sua parola e il suo amore. Man mano che cammino con Gesù, aumenta in me il desiderio di condividere la mia fede? Colgo le occasioni che ho per farlo? Tra amici, colleghi e parenti?