Commento alle letture di domenica 24 settembre 2017 – Missionari della Via

Il commento alle letture di domenica 24 settembre 2017 a cura dei Missionari della Via.

Eccoci davanti ad una parabola seria, capace di far insorgere chiunque nell’affermazione: ma non è giusto! A tutti la stessa paga! Chiamiamo il sindacato!

Effettivamente è vero: Dio non è giusto secondo la nostra misura, ma è giusto secondo la Sua: Egli è giusto e misericordioso e vuole la salvezza di tutti! Vediamo un po’: Gesù ci sta parlando del regno dei cieli, del regno d’amore di Dio e del suo stile. Egli non può vedere l’uomo starsene “con le mani in mano” a sprecare vita e talenti e lo chiama: la chiamata alla fede o una particolare chiamata possono arrivare a diverse ore, ossia in diversi momenti della vita, chi prima, chi dopo.

C’è chi cammina con Gesù da quando è piccolo, chi lo ha incontrato a 20 anni, chi a 30, chi a 40… chi sul letto di morte… insomma, Dio non smette mai di cercarci, perché ci ama troppo! A tutti propone un denaro: possiamo vederlo come il dono della salvezza. Attenti: non significa che in cielo saremo tutti uguali, infatti ogni santo è pienamente beato ma nella misura dei suoi meriti. Significa però che accogliere il Signore per mezzo della fede ci ottiene il dono della salvezza, e questo è un dono gratuito che Dio vuol fare a tutti. Dio ci vuole con sé in paradiso! Ed ecco, a fine giornata, il borbottio di coloro che avevano iniziato a lavorare prima: non è giusto, noi abbiamo lavorato di più! E la risposta del padrone: chi sei tu per dirmi cosa fare delle mie cose?

O sei forse invidioso perché io sono buono? Ecco il punto: Dio è buono, è generoso; noi invece siamo spesso meschini e invidiosi. Che brutta bestia l’invidia! L’invidia è la negazione della bontà, è il ripiegamento su di sé: è una tristezza di fronte alla gioia altrui e gioia di fronte alla tristezza altrui. È il peccato del demonio per eccellenza: è il non riuscire a relazionarsi con l’altro, ma sfociare nella competizione, non riconoscendo i doni e l’amore di Dio: non siamo contenti di noi stessi e ci guardiamo in competizione con gli altri. Sei invidioso perché io sono buono?

Qui il Signore ci invita a guardarci nel cuore e a chiederci: ma io voglio davvero la salvezza degli altri? Quante volte fa piangere il cuore sentir dire alle persone che frequentano persino la chiesa: ma non è giusto che uno in punto di morte si converta e si salvi! Segno che non hanno capito nulla e che soprattutto non hanno aperto il cuore all’amore! Dio non è giusto secondo i nostri canoni, ma secondo i suoi canoni di bontà e misericordia! È giusto perché vuole la salvezza di tutti; certo, una salvezza che non è automatica, ma va accolta, come hanno fatto gli operai del Vangelo, disponibili alla sua chiamata! D’altronde, mettendoci nei panni di un datore di lavoro, quello che ci perde a dare a tutti la stessa paga è essere lui, e non fa di certo ingiustizia a nessuno, ma dà segno di una grande generosità! Ecco, Dio è così: è generoso, è buono, è sovrabbondante, non aspetta altro che un minimo cenno dell’uomo per entrare in Lui e trasformargli cuore e vita.

E noi siamo entrati in questa logica di bontà? Siamo entrati già ora nel suo regno d’amore?

Preghiamo la Parola

Signore, che la tua bontà spiazzi e dilati i nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, perché possiamo uscire dalla nostra gretta logica del merito, ed entrare nella tua logica divina dell’amore.

fr. Umile mdv

Condividiamo la Parola

VERITA’: Vita interiore e sacramenti

Cerco di rispondere prontamente al Signore? Facendo bene il mio dovere, facendo il bene quando mi si presenta l’occasione? O mi lascio andare alla pigrizia, all’ozio o al “gioco del rimando?”.

CARITA’: Testimonianza di vita

Io voglio davvero la salvezza degli altri? Cerco di far spazio ai nuovi, o a chi mi sta meno simpatico?

PERLE PER L’ANIMA

Rattristati dalla felicità degli altri (Cl. Geffré)

È indiscutibile: noi siamo spesso rattristati dalla felicità degli altri. È uno de- gli aspetti del mistero del peccato, della ferita presente in ciascuno di noi, Vi sono persone che si rattristano quando vedono che gli altri si amano. Vi sono degli sventurati che non perdonano agli altri la loro giovinezza, la loro bel- lezza, la loro intelligenza. Vi sono nella Chiesa dei cristiani imbronciati e la-

boriosi che non perdonano a certi convertiti di essere stati soggiogati dalla grazia di Dio, apparentemente senza alcun sforzo e merito da parte loro…

L’inizio della santità sarebbe riconoscere che, nonostante la disuguaglianza delle nostre vite, non ci manca nulla se Dio è con noi; e allora potremmo gioire della bontà di Dio che sembra amare maggiormente i nuovi arrivati nel suo amore  (Cl. Geffré, Uno spazio per Dio).

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 24 settembre 2017 anche qui.

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 20, 1-16
Dal Vangelo secondo  Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 24 – 30 Settembre 2017
  • Tempo Ordinario XXV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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