Commento alle letture di domenica e spunti di riflessione dedicati ai catechisti o ai sacerdoti per impostare lโomelia per la messa con i bambini.
PRIMA LETTURA (2 Samuele 5,1-3)
Davide ha unificato Giuda e Israele, facendone un solo regno. Dopo Salomone, la restaurazione del regno di Davide resterร un sogno. La sua realizzazione sarร affidata al Messia. Gesรน realizzerร un Regno ben diverso.
Capire le parole
- Noi siamo tue ossa e tua carne. Questa espressione indica il piรน stretto senso di appartenenza dei sudditi al loro re David e la loro totale sottomissione.
- Ebron. Era una cittร della regione montuosa di Giuda. Si trova circa 30 km a SSO di Gerusalemme e a unโaltitudine di oltre 900 metri sul livello del mare. Vanta la caratteristica di essere una delle piรน antiche localitร del Medio Oriente ancora abitate.
SECONDA LETTURA (Colossesi 1,12-20)
Si era diffuso nelle comunitร cristiane il timore che esistessero degli spiriti che, sfuggendo al potere di Cristo, potevano condizionare in negativo la vita dei credenti. Paolo, in catene, reagisce con forza e innalza questo inno per celebrare la potenza divina del Signore Gesรน, che domina su tutte le creature e che salva lโumanitร intera.
Capire le parole
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- Potere delle tenebre. ร il male che si esprime nel peccato dellโuomo, ed รจ associato allโidea del buio.
- Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Gesรน รจ riconosciuto come lโarchitetto che รจ alla base della creazione e come il modello a cui guardare, come il progetto da seguire, come la finalitร ultima da raggiungere.
VANGELO (Luca 23,35-43)
Il popolo guarda Gesรน in croce senza capire, i capi lo insultano e i soldati li imitano, il primo ladrone cerca di strumentalizzarlo, il secondo lo dichiara innocente e si affida a lui. In questo brano Luca presenta la regalitร autentica di Gesรน e le reazioni che gli uomini possono avere nei suoi confronti.
Capire le parole
- Costui รจ il re dei Giudei. Questa frase scritta su legno al di sopra del capo di Gesรน aveva un evidente intento di scherno (dissero poi a Pilato: non scrivere che Lui รจโฆ, ma che lui dice di essereโฆ), ma finรฌ per diventare involontariamente un riconoscimento della regalitร di Gesรน.
PER RIASSUMEREโฆ
ร un poโ difficile che noi usiamo queste parole nella preghiera, perchรฉ sappiamo che il Signore non puรฒ dimenticarsi di noi. Ma per il buon ladrone, che le dice mentre condivide la croce con Gesรน, รจ un bellโatto di fede. Possiamo usarle anche noi nella celebrazione eucaristica, quando vogliamo esprimere il nostro pentimento per esserci noi dimenticati di lui, e il nostro desiderio di sentirlo vicino a noi.
Fonte (e molto altro materiale) sul sito elledici.org