Il commento alle letture di domenica 23 Agosto 2020 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
Da: C. MIGLIETTA, EDIFICHEROโ LA MIA CHIESA. Perchรฉ (e come) essere Chiesa secondo la Bibbia, Gribaudi, Milano, 2010, con presentazione di S. E. Mons. Guido Fiandino
โEdificherรฒ la mia Chiesaโ (Mt 16,18)
Il capitolo 16 del Vangelo di Matteo รจ una grande lezione ecclesiologica:
โI farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli risposeโฆ: <<Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarร dato se non il segno di Giona>>. E lasciatili, se ne andรฒ. Nel passare perรฒ allโaltra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere il paneโฆ Essi parlavano tra loro e dicevano: <<Non abbiamo preso il pane!>>. Accortosene, Gesรน chiese: <<Perchรฉ, uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane? Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete raccoltoโฆ? Essendo giunto Gesรน nella regione di Cesarรจa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: <<La gente chi dice che sia il Figlio dellโuomo?>>. Risposero: <<Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti>>. Disse loro: <<Voi chi dite che io sia?>>. Rispose Simon Pietro: <<Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente>>. E Gesรน: <<Beato te, Simone figlio di Giona, perchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te lโhanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darรฒ le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciรฒ che legherai sulla terra sarร legato nei cieli, e tutto ciรฒ che scioglierai sulla terra sarร sciolto nei cieli>>. Allora ordinรฒ ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristoโ (Mt 16,1-20).
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Il racconto della confessione messianica di Pietro รจ comune a tutti i Sinottici[1]. โMatteo rielabora ampiamente il testo tradizionale e vi aggiunge particolari nuovi. Soprattutto รจ esclusivo del primo evangelista il discorso che Gesรน rivolge a Pietro con le solenni parole di promessa e di investitura[2]โ (C. Doglio[3]).
Il discorso piรน propriamente sulla fondazione della Chiesa di Cristo[4] รจ incastonato in una serie di rivelazioni costitutive per la Chiesa stessa. Meditiamo su alcuni ammonimenti che Gesรน in questo brano regala alla Chiesa di tutti i tempi.
- Gesรน Risorto unica salvezza
Il primo messaggio รจ che la Chiesa si fonderร sulla resurrezione del Signore: di fronte alla pretesa di avere miracoli come segni della sua divinitร , Gesรน risponde che lโunico segno sarร il โsegno di Gionaโ. La vicenda del profeta Giona, inghiottito da un grosso pesce nelle cui viscere restรฒ tre giorni e tre notti, e dal cui ventre, โnel profondo degli inferiโ, invocรฒ la salvezza, venendo alfine rigettato sullโasciutto[5], fu sempre letta dalla Chiesa come tipo della resurrezione di Gesรน, โil terzo giornoโ[6], โsecondo le Scrittureโ[7].
Il secondo messaggio forte del capitolo 16 รจ il discorso sul โpaneโ. Nel capitolo precedente cโera stato lโepisodio della Cananea che aveva implorato almeno le โbricioleโ del โpane dei figliโ, ed era stata esaudita per la sua โgrande fedeโ[8]: aveva capito che Gesรน รจ il โpaneโ di salvezza per tutte le genti. Poi cโera stata la prodigiosa moltiplicazione dei sette pani e dei pochi pesci, con cui Gesรน aveva sovrabbondantemente sfamato le folle. Eppure al capitolo 16 i discepoli affermano: โNon abbiamo preso il pane!โ (Mt 16,7). Non hanno capito che il vero pane, che รจ sempre con loro, che li sfama e li salva, รจ Gesรน stesso[9]. Solo Gesรน รจ il fondamento della Chiesa. Solo lui ne รฉ il nutrimento indispensabile per la vita.
- Una Chiesa fondata sulla croce
Gesรน non propone ai suoi una Chiesa potente, trionfante: fondamento della Chiesa รจ il Cristo crocifisso, e chi vuole essere discepolo deve rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguire Gesรน, perdendo la propria vita[10]. Chi la pensasse diversamente sarebbe โsatanaโ, sarebbe โscandaloโ[11], e penserebbe secondo una logica umana e non secondo quella di Dio.
- Una Chiesa che testimonia il Cristo
Al cuore del capitolo sta il brano con lโesplicitazione del termine โekklesรฌaโ. Matteo probabilmente attinge da quella che gli esegeti chiamano โfonte comuneโ, o โfonte Qโ, la confessione di Cesarea di Filippo, e vi opera alcune modifiche: al posto di โioโ inserisce โFiglio dellโuomoโ; aggiunge, tra i possibili โsosiaโ di Gesรน, il profeta Geremia, quello che forse piรน di tutti ha dovuto soffrire, e proprio a Gerusalemme, la persecuzione da parte dei sacerdoti e degli anziani di Israele; amplia la risposta di Pietro rispetto al testo parallelo del Vangelo di Marco[12] e di quello di Luca[13].
Eโ un passo di grande importanza, su cui il dibattito รจ da sempre vivo, fecondo, ma talora contrastato. Innanzitutto vi si afferma che compito della Chiesa รจ la professione di Gesรน come โil Cristo, il Figlio del Dio viventeโ. Eโ questa la missione della Chiesa. Essere nel mondo lโannuncio di Gesรน Signore del mondo, essere il suo segno e la sua testimonianza.
Si noti come in Giovanni, in una situazione analoga, si affermi semplicemente: โTu sei il santo di Dioโ (Gv 6,69); nei brani paralleli in Marco: โTu sei il Messiaโ (Mc 8,29), in Luca: โTu sei il Messia di Dioโ (Lc 9,21): forse il testo di Giovanni, per la sua arcaicitร , รจ il piรน vicino alla professione storica, che Marco giร interpreta in senso messianico, mentre Luca fonde le formule marciana e giovannea: Matteo assume la formula marciana, completandola con il titolo di โFiglio di Dioโ[14]. Questa espressione ha le sue origini nella tradizione regale davidica: โEgli edificherร una casa al mio nome e io renderรฒ stabile per sempre il trono del suo regno. Io gli sarรฒ padre ed egli mi sarร figlioโ (2 Sam 7,13-14); โUn bambino รจ nato per noi, ci รจ stato dato un figlio. Sulle sue spalle รจ il segno della sovranitร ed รจ chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarร il suo dominio e la pace non avrร fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farร lo zelo del Signore degli esercitiโ (Is 9,5-6); โAnnunzierรฒ il decreto del Signore. Egli mi ha detto: <<Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darรฒ in possesso le genti e in dominio i confini della terra. Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai>>โ (Sl 2,7-9); โHo trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio lโho consacratoโฆ Egli mi invocherร : <<Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza>>. Io lo costituirรฒ mio primogenito, il piรน alto tra i re della terra. Gli conserverรฒ sempre la mia grazia, la mia alleanza gli sarร fedele. Stabilirรฒ per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cieloโ (Sl 89,21.27-30); โDal seno dellโaurora, come rugiada, io ti ho generatoโ (Sl 100,3). โNella rielaborazione giudaica del tempoโฆ, in piena etร ellenistica, si verificรฒ la convergenza di piรน concezioni, quella della generazione fisica, quella analogica e quella giuridico-sacraleโ (M. Nobile[15]).
Questa confessione di fede era comparsa poco prima sulla bocca dei discepoli quando Gesรน aveva camminato sulle acque: letteralmente: โVeramente di Dio figlio sei!โ (โAlethรฒs theoรน uiรฒs eรฌโ: Mt 14,33); cosรฌ alla morte i soldati di guardia, colpiti dai fenomeni cosmici che accompagnano il trapasso del Nazareno, esclamano: โVeramente di Dio figlio era costuiโ (โAlethรฒs theoรน uiรฒs รจn oรนtosโ: Mt 27,54). Si noti come non ci siano articoli determinativi: Gesรน รจ riconosciuto genericamente come un personaggio divino. Ma Pietro invece rafforza la sua affermazione con ben due articoli determinativi: โTu sei il Figlio del Dio!โ (โSu eรฌ o Chrisรฒs, รฒ uiรฒs toรน Theoรนโ: Mt 16,16). Cosรฌ farร Caifa al momento del processo: โDicci se sei il Cristo, il Figlio del Dioโ (โEรฌpes eรฌ su eรฌ o Chrisรฒs, รฒ uiรฒs toรน Theoรนโ: Mt 26,63): affermazione cosรฌ chiara della singolaritร del rapporto di figliolanza di Gesรน che sarร la causa della sua condanna a morte[16].
Gesรน afferma che la missione di Pietro non รจ scelta da parte degli uomini, ma precisa volontร di Dio: โperchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te lโhanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieliโ (Mt 16,17). โCarne e sangueโ รจ un ebraismo che indica la dimensione umana: โcarneโ, โbasarโ, indica la fragilitร , โsangueโ, โdamโ, indica la vita umana, ma spesso nella sua connotazione di impuritร legale. La capacitร umana non รจ sufficiente per professare la messianicitร di Gesรน: ci vuole una โrivelazioneโ, unโโapocalissiโ (โapekร lupsenโ). Cโรจ un chiaro parallelismo con un altro brano di Matteo: โIn quel tempo Gesรน disse: <<Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ รจ piaciuto a te>>โ (Mt 11,25-26[17]).
- Una Chiesa realtร sovrannaturale
Gesรน promette alla sua Chiesa che โle porte degli inferi non prevarranno contro di essaโ (Mt
16,18). Lโespressione โporte degli inferiโ[18] fa riferimento alle โporteโ, luogo dove si praticava la giustizia e il potere, e agli โinferiโ, in ebraico โsheolโ, il mondo sotterraneo di morti. Il significato รจ che la Chiesa non sarร sottomessa al potere della caducitร e della morte, cioรจ che non sarร una realtร di ordine solamente naturale, ma avrร una dimensione ultraterrena.
- Il ruolo di Pietro
Si dice poi che la Chiesa sarร fondata su Pietro, a cui vengono assegnati โle chiavi del regno dei cieliโ e il potere di โlegare o sciogliereโ (Mt 16,18-19). Ci soffermiamo un poโ di piรน su questo testo, per lโenorme importanza che ha avuto nel definire il ruolo del papato nella Chiesa cattolica, e perchรฉ esso รจ ancora oggi al centro di un intenso confronto ecumenico.
โ Bar Jona
Notiamo come Pietro sia chiamato โbar Jonaโ, โfiglio di Gionaโ, in lingua aramaica, anche nel contesto del brano che รจ in greco: รจ curioso notare che invece nel quarto Vangelo Pietro non รจ โfiglio di Gionaโ, bensรฌ โfiglio di Giovanniโ (Gv 1,42). Nella letteratura apocalittica, si affermava che alcuni grandi personaggi di Israele, come Enoc, Esdra, i patriarchi, potessero avere grandi visioni sul futuro di Israele, e ne nacquero le grandi Apocalissi apocrife a loro attribuite. Forse Matteo, attribuendo al profeta Giona la paternitร di Pietro, vuole dare allโaffermazione di questโultimo una rilevanza profetica: โPietro, che si situa nella linea di un grande profeta del passato, Giona, assume il valore di un veggente apocalittico, reso degno da Dio di vedere chi sia il Figlio dellโuomoโ (M. Nobile[19]).
โ Roccia di salvezza
La missione di Simone รจ poi delineata con tre metafore: quella della pietra[20], quella delle chiavi e dalla frase โlegare-sciogliereโ[21].
Il cambio del nome, nella Bibbia, indica sempre una vocazione particolare. Si pensi ad Abram, che significa โil padre รจ grandeโ, il cui nome viene mutato in Abramo, che probabilmente vuol dire โpadre di una moltitudineโ[22]; a Sarai, che viene chiamata Sara (forse due varianti di โprincipessaโ)[23]; Giacobbe, il cui nome deriva dal fatto che alla nascita afferra il calcagno, โโaqebโ del fratello[24], vede il suo nome mutato da Dio in Israele, che significa โDio combatteโ, โYsreโรจlโ, dal verbo โsarร โ, combattere, o โDio รจ forteโ, dal verbo โsaranโ, โessere forte, prevalereโ. Anche la tradizione posteriore cristiana, soprattutto nel monachesimo, userร il cambio del nome come segno di un nuovo ruolo o una nuova missione da parte di Dio.
In Marco lโimposizione del nome di Pietro avviene allโistituzione dei Dodici[25], in Giovanni addirittura al momento della chiamata[26]; lo stesso Matteo lo ha fin qui piรน volte chiamato Pietro e non Simone[27]. Siamo di fronte a un midrash, cioรจ a una lettura meditativa sapienziale, sul nome di Pietro[28].
Gesรน fa un gioco di parole, dicendo a Simone che dโora in poi si chiamerร Pietro. Noi siamo ormai abituati ad usare correntemente questo nome proprio, e abbiamo perso la novitร e lโoriginalitร di questa โinvenzioneโ di Gesรน. In aramaico รจ piรน immediato coglierne il significato, perchรฉ โkephaโ, โla pietraโ, รจ maschile: Simone si chiamerร โla pietraโ. In greco invece, come in italiano, la parola โpรจtraโ, โpietraโ, รจ femminile, mentre โPetrรฒsโ รจ maschile: nemmeno in greco quindi โPetrรฒsโ รจ un nome proprio abituale. Il Vangelo usa quindi un neologismo per indicare la funzione di Simone: egli sarร โla pietraโ, la roccia su cui Gesรน costruirร lโedificio della sua โekklesรฌaโ. Forse sarebbe piรน intuitivo per gli inglesi equiparare il nuovo nome di Simone non tanto a โPeterโ quanto a โRockyโ.
Pietro รจ la roccia secondo la posizione tradizionale, detta โorientaleโ. Ma non tutti gli esegeti concordano che sia Simone la โpietraโ su cui Gesรน edificherร la sua Chiesa. Agostino, ad esempio, affermรฒ che la roccia รจ Gesรน stesso: affine a questa posizione รจ quella di Caragounis, che sostiene che non รจ Pietro la roccia, ma il contenuto della sua confessione, cioรจ la messianicitร di Gesรน Cristo[29]: ma non si capirebbe allora lโuso per Simone del genere letterario del cambio del nome, che collega il concetto direttamente alla sua persona.
La figura della โpietraโ o della โrocciaโ, in ebraico โsรนrโ, รจ nellโAntico Testamento spesso riferita a Dio: โInfatti, chi รจ Dio, se non il Signore? O chi รจ roccia di difesa, se non il nostro Dio?โ (Sl 18,32); โLui solo รจ mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrรฒ vacillareโ (Sl 62,7); โLa roccia del mio cuore รจ Dioโ (Sl 73,26); โTu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezzaโ (Sl 89,27). โIl termine <<rupe>>, usato come titolo di Dio, rivela chiaramente lโantico sistema di guerra: se si riusciva a fissare la propria posizione su una delle balze scoscese tanto numerose in Palestina si poteva resistere quasi ad ogni attaccoโ (J. L. Mc Kenzie[30]).
Ma talora la figura della โpietraโ definisce anche i Patriarchi: โGuardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo vostro padre, a Sara che vi ha partoritoโ (Is 51,1-2). Interessante รจ il sogno di Nabucodonosor nel libro di Daniele, che vede staccarsi dalla montagna una pietra (questa volta si usa โโebenโ, in aramaico โโabnร โ) che distrugge la statua simbolo di tutti i regni precedenti, e poi โdivenne una grande montagna che riempรฌ tutta quella regioneโ (Dn 2,1-49): รจ indubbiamente una visione apocalittica che descrive il Regno (in aramaico โmalkรนโ) messianico: โIl Dio del cielo farร sorgere un Regno che non sarร mai distrutto e non sarร trasmesso ad altro popolo: stritolerร e annienterร tutti gli altri regni, mentre esso durerร per sempreโ (Dn 2,44).
Spesso si accosta il brano del primato petrino a quello in cui Gesรน parla di โun uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perchรฉ era fondata sopra la rocciaโ (Mt 7,24-25)[31]. Ma se il contesto di questo detto di Gesรน รจ meteorologico, alludendo a una tempesta particolarmente distruttiva, il brano del primato di Pietro richiama una situazione bellica: quando si parla delle โporteโ dello Sheol, il termine significa โ<<le forze attive della cittร in armi>>, <<le forze militari della cittร >>โฆ Solo <<Rupe>>, <<Rupe inaccessibile>> alle potenze del Male e della Morte puรฒ essere lโesatto significato metaforico del nuovo nome <<Kefร /Pรจtros>> attribuito da Gesรน allโapostolo Simone di Giovanniโฆ La traduzione di <<Kefร /Pรจtros>> e di <<kefร /pรจtra>> con Pietro, pietra e roccia, non sarebbe affatto il vero senso della metafora bellica, nรฉ sarebbe possibile capire per quale motivo un esercito allโassalto non riuscirebbe ad espugnare una cittร costruita sulla roccia, su una base rocciosa o addirittura su una pietraโ (A. Salerno)[32].
La traduzione piรน precisa quindi non sarebbe: โTu sei <<Pietra>>โ, ma: โTu sei <<Fortezza inespugnabile>>, <<Rupe di salvezza>>โ. Pietro รจ dato alla Chiesa come un dono di sicurezza, di difesa, come promessa di stabilitร e vittoria. In ogni caso โnon cโรจ motivo di vedere il nuovo nome <<Kefร /Pรจtros>> come un <<soprannome di significato misterioso>>[33]. E non puรฒ essere accettatoโฆ che il <<senso>> di questo testo <<permane per noi oscuro ed incerto>>[34]โ (A. Salerno[35]), o che si riferisca solo al carattere impetuoso dellโapostolo Pietro, come da taluni affermato.
โ Il potere delle chiavi
Il tema delle chiavi รจ tipicamente biblico. Si pensi a quando Isaia profetizza a Sebna, primo ministro del Regno: โIn quel giorno chiamerรฒ il mio servo Eliakรฌm, figlio di Chelkia; lo rivestirรฒ con la tua tunica, lo cingerรฒ della tua sciarpa e metterรฒ il tuo potere nelle sue mani. Sarร un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrรฒ sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderร ; se egli chiude, nessuno potrร aprire. Lo conficcherรฒ come un paletto in luogo solido e sarร un trono di gloria per la casa di suo padre. A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anforeโ (Is 22,20-24). Gesรน rimprovererร i farisei: โGuai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei cieli davanti agli uomini; perchรฉ cosรฌ voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarciโ (Mt 23,13). NellโApocalisse รจ Gesรน che si presenta come โil Santo, il Verace, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude, e quando chiude nessuno apreโ (Ap 3,7).
Taluni leggono questo brano di Matteo in riferimento al potere dato a tutti gli apostoli di perdonare i peccati: โA chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessiโ (Gv 20,23). Ma lโespressione โlegare โ sciogliereโ, in aramaico โโasar โ sรจrahโ, รจ tipicamente rabbinica e indica un preciso intervento nel campo della dottrina o della morale, indicando ciรฒ che รจ veritร e ciรฒ che รจ menzogna, oppure ciรฒ che รจ permesso e ciรฒ che รจ proibito, e il potere di ammettere o di escludere dalla comunitร . Il tema del possesso delle chiavi indica quindi gli ampi poteri che Pietro avrร sullโaccesso al Regno, le sue amplissime facoltร : e garantisce che ciรฒ che Pietro deciderร avrร una corrispondenza anche a livello di Dio stesso.
- La Chiesa di Cristo, nuovo Tempio
In ogni caso la Chiesa รจ sempre solo di Cristo (โla mia Chiesaโ: Mt 16,18), anche se si serve degli apostoli per edificarla. Giร i profeti aveva definito il Messia โpietra angolareโ[36]. Gesรน applicherร a sรฉ questa definizione, citando il Salmo 118,22-23: โNon avete mai letto nelle Scritture: <<La pietra che i costruttori hanno scartata รจ diventata testata dโangolo; dal Signore รจ stato fatto questo ed รจ mirabile agli occhi nostri>>?โ (Mt 21,42). Altri passi neotestamentari ribadiranno che anzi lโunica roccia รจ Cristo: afferma infatti proprio la prima lettera di Pietro: โSi legge infatti nella Scrittura: <<Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterร confuso>>[37]. Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato รจ divenuta la pietra angolare, sasso dโinciampo e pietra di scandaloโ (1 Pt 2,6-8). E Paolo ribadirร : โNessuno puรฒ porre un fondamento diverso da quello che giร vi si trova, che รจ Gesรน Cristoโ (1 Cor 3,11); โI nostri padriโฆ bevevano da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristoโ (1 Cor 10,1.4).
Poichรฉ il tema della โpietra angolareโ รจ tradizionalmente riferito alla costruzione del tempio, il brano afferma anche lโautocoscienza che la Chiesa ha di essere ormai il nuovo tempio, la dimora di Dio in Gesรน Cristo.
- Chiesa e Regno di Dio
Il contesto non permette di stabilire se quando Gesรน afferma: โEdificherรฒ la mia Chiesaโ, il verbo โedificherรฒโ (โoikodomรจoโ: Mt 16,18) sia relativo alla vita terrena di Gesรน o al periodo dopo la sua resurrezione. Lโammonimento con cui si chiude il brano deporrebbe per una dimensione post-pasquale: โAllora ordinรฒ ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristoโ (Mt 16,20): la testimonianza di Cristo da parte della Chiesa inizia solo dopo la sua resurrezione. Ma forse il termine โedificareโ abbraccia sia la dimensione terrena che quella successiva della vita del Signore, perchรฉ lโinsegnamento di Gesรน qui sulla Chiesa pare rapportabile a quello sul โRegno di Dioโ che tanto caratterizza tutta la predicazione di Gesรน nel Vangelo di Matteo.
In questi stesso brano รจ evidente il parallelismo tra โedificherรฒ la mia Chiesaโ (Mt 16,18) e โa te darรฒ le chiavi del Regno dei cieliโ (Mt 16,19). โRegno dei cieliโ รจ unโespressione tipica di Matteo, che la usa trentadue volte; รจ una circonlocuzione usata nel tardo giudaismo per evitare di pronunciare il Nome santo di Dio: significa quindi che โDio regnaโ. Designa pertanto un regno che viene da Dio e che sarร dato ai โbeatiโ del discorso della montagna: โdi essi รจ il Regno dei cieliโ (Mt 5,3-12).
Il problema della relazione tra โRegno di Dioโ e โChiesaโ รจ complesso. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha enunciato: โIl Signore Gesรน diede inizio alla sua Chiesa predicando il buon annuncio, cioรจ la venuta del Regno di Dio promesso da secoli nelle Scrittureโ[38]. Barbaglio afferma che โGesรน, cosciente del suo ruolo messianico, comprese a un dato momento della sua esistenza il destino tragico che lo attendeva. Dโaltra parte Israele lo aveva abbandonato chiudendosi nel rifiuto piรน ostinato e nellโincredulitร piรน cocciuta. Ripiegรฒ allora sui dodiciโฆ Nacque in lui lโidea di una comunitร messianica, che si sostituisse al popolo israelitico e si realizzasse come comunitร della nuova alleanzaโฆ Il Regno di Dio annunciato e atteso esclude la possibilitร che Gesรน si sia prospettato lโidea di una Chiesa? In senso affermativo rispondevano gli escatologisti, come A. Schweitzer e A. Loisy, per i quali Cristo si attendeva una prossima venuta della fine del mondo. Famosa al riguardo lโaffermazione di Loisy: Gesรน attese il Regno e venne la Chiesa. Oggi anche da parte protestante si รจ meno drastici e diversi studiosi ammettono che tra Regno e Chiesa non cโรจ contraddizione e che Gesรน ha di fatto annunciato la venuta del Regno e ha costituito la Chiesaโ[39].
NellโAntico Testamento solo a Dio spetta di regnare[40]. Lโespressione โRegno di Dioโ in Israele era carica di attese escatologiche. Nel Vangelo di Matteo, il Regno di Dio รจ il tema centrale della predicazione e dellโazione di Gesรน. In questo Vangelo, gli insegnamenti di Gesรน sono raccolti in cinque grandi discorsi, richiamando quindi il Pentateuco o Torah: il primo ha come sfondo un monte, ed รจ perciรฒ chiamato il โDiscorso della montagnaโ (capitoli 5-7), e puรฒ essere interpretato in riferimento al Sinai: Cristo non รจ venuto ad abolire la legge di Mosรจ ma a portare a pienezza lโordinamento del Regno.
Nel secondo discorso, detto โmissionarioโ (capitolo 10), il Regno รจ annunziato, accolto e rifiutato. Nel terzo, il discorso in โparaboleโ (capitolo 13), il Regno รจ descritto nella sua crescita lenta ma inarrestabile nella storia. Nel quarto discorso (capitolo 18) la Chiesa diventa il segno del Regno durante il cammino della storia, nellโattesa che esso giunga a pienezza nella salvezza finale (quinto discorso, โescatologicoโ, capitolo 24).
Il Regno annunciato da Gesรน รจ una realtร futura: si prega infatti: โVenga il tuo Regnoโ (Mt 6,10), si parla di una venuta escatologica del Figlio dellโuomo[41] per un giudizio finale[42]. Ma il Regno รจ presentato anche come imminente: Giovanni Battista e Gesรน predicano alla stessa maniera: โIl Regno di Dio รจ vicinoโ (Mt 3,2; 4,17); cosรฌ i discepoli dovranno annunciare โche il Regno dei cieli รจ vicinoโ (Mt 10,7); bisogna vegliare, perchรฉ verrร quando meno ce lo aspettiamo[43]. Anzi, il Regno di Dio รจ giร qui ora in mezzo a noi: Gesรน afferma: โSe io scaccio i demoni per virtรน dello Spirito di Dio, รจ certo giunto fra voi il Regno di Dioโ (Mt 12,28); โBeati i poveri, i perseguitati, perchรฉ di essi รจ il Regno di Dioโ (Mt 5,3.10).
Il Regno di Dio infatti si realizza in Gesรน Cristo, il โDio con noiโ (Mt 1,23). Gesรน aveva profetizzato: โAlcuni non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio venire nel suo Regnoโ (Mt 16,28); e Gesรน รจ acclamato re sulla croce: โSalve, re dei Giudei!โ (Mt 27,29-30); โQuesti รจ Gesรน, il re dei Giudeiโ (Mt 27,37).
Il Regno di Dio ha uno sviluppo graduale, come un seme[44], un granello di senape [45] o di lievito[46]. Eโ un dono di Dio: non lo si ottiene nรฉ con la lotta armata degli zeloti nรฉ con la scrupolosa osservanza della Legge dei farisei: รจ soprannaturale e trascendente. Il Regno di Dio cambia la storia: dove arriva si stravolgono le logiche umane[47], si amano i nemici[48], non ci si preoccupa piรน del cibo o del vestito[49], cโรจ pienezza di gioia e di salvezza[50]: davvero si deve annunciare allora lโโEvangelo del Regnoโ (Mt 24,14), la lieta notizia del Regno di Dio.
Certo, il โRegno dei cieliโ supera le dimensioni della โChiesaโ, ma essa nรฉ รจ in qualche modo profezia, segno. โLโ<<ekklesรฌa>> protocristiana si concepisce come annunciatrice della Signoria di Cristo, signoria imminente per la venuta, ritenuta prossima, della parusia, anzi giร presente mediante lโazione dello Spirito sui credenti. Essa รจ anche consapevole, tuttavia, di essere ancora parte di questo mondo e di non potersi quindi ancora identificare totalmente con la <<basileรฌa>>, con il Regno di Dio che vieneโ (L. Coenen[51]).
La Chiesa รจ quindi conscia di non essere ancora il Regno di Dio, ma di esserne in qualche modo unโanticipazione. La Chiesa รจ โil Regno di Dio giร presente in misteroโ, di cui โcostituisce in terra il germe e lโinizioโ (Lumen gentium, nn. 3.5). โA partire dal Concilio Vaticano II, la Chiesa viene comunemente definita <<sacramento del Regno>>. Questo significa che la Chiesa non รจ la totalitร del Regno, ma che ne offre un determinato volto nella storia: lo incarna anche se non lo monopolizza. Essa รจ <<del Regno>> pur continuando a camminare <<verso il Regno>>. Questo Regno puรฒ manifestarsi altrove, in altre esperienze sociali e religiose, e la Chiesa sa che il suo Dio puรฒ servirsi di altre strade oltre a lei, per raggiungere lโuomoโ (B. Chenu[52]).
Afferma il Concilio Ecumenico Vaticano II: โLa promessa restaurazione che aspettiamo รจ giร cominciata in Cristo, รจ portata avanti con lโinvio dello Spirito Santo e per mezzo di lui continua nella Chiesaโฆ: giร dunque รจ arrivata a noi lโultima fase dei tempiโฆ Tuttavia la Chiesa porta ancora la figura fugace di questo mondo e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino a ora e sospirano la manifestazione dei figli di Dio. In essa non si registra ancora la pienezza del Regno di Dio. Il suo compimento non avrร luogo se non nella gloria del cielo, quando verrร il tempo della restaurazione di tutte le coseโ (Lumen Gentium, n. 48).
La Chiesa quindi comincia oggi il Regno, ma esso avrร la sua realizzazione solo in Paradiso. La Chiesa deve quindi essere fiera della sua chiamata, ma anche restare semplice e modesta, senza mai credersi la completa attuazione del Regno. โQuando i cristiani manifestano sfiducia nella forza evangelica propria dellโumiltร cristiana e dellโinermitร della fede, quando progettano una <<religione civile>> cercando di instaurare presidi e tentando alleanze strategiche con chiunque offra un appoggio alla forza di pressione cristiana nei confronti della societร , allora confondono la Chiesa con il Regno di Dio, progettano una cristianitร cheโฆ contraddice la buona notizia di Gesรนโ (E. Bianchi)[53].
[1] Mt 16,13-20; Mc 8,27-30; Lc 9,18-21
[2] Mt 16,17-19
[3] Doglio C., in Parole di vita, Edizioni Messaggero, Padova, anno LIII, n. 4, luglio-agosto 2008, pg. 23
[4] Mt 16,13-19
[5] Gio 2,1-11
[6] Mt 16,21; 17,23; 20,19; Lc 9,22; 13,32; 18,33; 24,7.46; At 27,19; 1 Cor 15,4
[7] 1 Cor 15,3-4
[8] Mt 15,21-28
[9] Mt 16,5-12
[10] Mt 16,24-26
[11] Mt 16,22-23
[12] Mc 8,27-38
[13] Lc 9,18-27
[14] Barbaglio G., Fabris R., Maggioni B., I Vangeli, Cittadella, Assisi, 1975, pg. 362
[15] Nobile M., Ecclesiologia biblica, Dehoniane, Bologna, 1996, pgg. 25-26
[16] Doglio C., in Parole di vita, Edizioni Messaggero, Padova, anno LIII, n. 4, luglio-agosto 2008, pgg. 25-26
[17] Cfr Gal 1,15-16
[18] Is 38,10; Sap 16,13
[19] Nobile M., Ecclesiologia biblica, Dehoniane, Bologna, 1996, pg. 27
[20] Mt 16,18
[21] Mt 18,19
[22] Gen 17,5
[23] Gen 17,15
[24] Gen 25,26
[25] Mc 3,16
[26] Gv 4,1
[27] Mt 4,18; 8,14; 10,2; 14,28.29; 15,15
[28] Mello A., Evangelo secondo Matteo, Qiqajon, Bose, Magnano (BI), 1995, pg. 297
[29] Nobile M., Ecclesiologia biblica, Dehoniane, Bologna, 1996, pg. 23
[30] Mc Kenzie J. L., Dizionario Biblico, Cittadella, Assisi, 1981, pg. 358
[31] Brown R. E:, Pietro nel Nuovo Testamento, Borla, Roma, 1988, pg. 109
[32] Salerno A., Tu sei Kefร . Analisi esegetica di Mt 16,18, manoscritto registrato Ufficio Registro di Rivoli (TO), 16-6-1995, n. 2503, serie III, pgg. 5-6
[33] Corsani B., Ricca P., Pietro e il papato nel dibattito ecumenico odierno, Claudiana, Torino, 1978, pg. 10
[34] Subilia V., Tu sei Pietro. Lโenigma del fondamento evangelico del papato, Claudiana, Torino, 1978, pg. 65
[35] Salerno A., Tu sei Kefร . Analisi esegetica di Mt 16,18, manoscritto registrato Ufficio Registro di Rivoli (TO), 16-6-1995, n. 2503, serie III, pgg. 11-12
[36] Is 28,16; Zc 10,4
[37] Is 28,16
[38] Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen gentium, n. 5
[39] Barbaglio G., Fabris R., Maggioni B., I Vangeli, Cittadella, Assisi, 1975, pg. 370
[40] Gdc 8,23; Os 3,4; 7,3; 13,10-15; 1 Sam 8,1-22; 10,17-27โฆ
[41] Mt 25
[42] Mt 13,24-30
[43] Mt 24,43-50; 25,1-13
[44] Mt 13,24-30
[45] Mt 13,31-32
[46] Mt 13,33
[47] Mt 5,3-10
[48] Mt 5,38-42
[49] Mt 6,25-33
[50] Mt 4,23; 13,44-45
[51] Coenen L., in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, Dehoniane, Bologna, 1976, pg. 265
[52] Chenu B., La Chiesa, popolo di profeti, in Parola, Spirito e Vita, n. 41, 2000, pgg. 237-248
[53] Bianchi E., 16 febbraio 2010, TeologiaSpirituale.it
Carlo Miglietta