Il commento alle letture di domenica 20 gennaio 2019 a cura dei Missionari della Via.
Quello di Cana è il primo dei segni di Gesù che si presenta come lo sposo venuto a portare a compimento l’alleanza tra Dio e l’uomo, che finalmente ottiene, grazie a Lui, il vino “bello”, simbolo dell’amore, della pienezza, della gioia. Cana è l’inizio dei segni di Gesù.
Siamo ad una festa di nozze; le nozze in tutti i popoli rappresentano la gioia dell’incontro tra uomo e donna, la festa dell’origine della vita e dell’amore. Ma c’è ancora di più: nell’AT l’immagine del matrimonio richiama l’alleanza tra Dio, lo Sposo, e l’umanità, la sposa, cioè ognuno di noi.
Egli non vuol avere con noi un rapporto “alla lontana”, tipo “padrone-servo”, ma un rapporto intimo; Egli ci chiama ad essere una cosa sola con Lui, proprio come due sposi dopo il matrimonio. Presso gli ebrei questa festa durava una settimana, e gli invitati erano ospiti degli sposi; perciò poteva capitare che venisse a mancare qualcosa per errori di calcolo.
Qui infatti viene a mancare il vino, un elemento che anche nell’AT rappresenta “il di più”. L’acqua infatti rappresenta l’ordinario, la sobrietà; il vino lo straordinario, la gioia, il colore, il sapore, una bellezza più grande che qui però viene a mancare.
A Cana dunque manca il vino, come spesso accade anche nelle nostre vite; capita quel momento in cui non ce la facciamo più ad amare, in cui non basta la buona volontà; abbiamo bisogno di aiuto. Cristo viene per darci questa salvezza, questa pienezza, viene per colmare i nostri vuoti interiori con il Suo Spirito “di-vino”.
La madre di Gesù dà questa “diagnosi”: non c’è vino. Come a dire: c’è da rendersi conto e accettare che quando nelle nostre vite manca un rapporto vero col Signore, manca qualcosa di importante! Anche noi dobbiamo partire da questi due fatti: siamo creati belli, ma questa bellezza l’abbiamo persa col peccato.
Che fare allora? Una cosa sola: per aprirci alla guarigione è importante accogliere nel cuore Gesù, cercando di mettere in pratica tutto quello che Lui ci dice.
Infatti la nostra bellezza è essere secondo il progetto di Dio: ritorniamo allora a camminare nelle Sue vie, riempiamo di acqua le giare, cioè facciamo ciò che possiamo, fidandoci della Sua Parola! Sarà poi Lui a cambiare l’acqua in vino, a cambiare i nostri cuori portando bellezza e gioia nelle nostre vite.
Infatti è il Signore la fonte di tutta la gioia e la pienezza che il cuore cerca: uniti a lui, accade un qualcosa di meraviglioso: la gioia ritorna, anzi sovrabbonda, con un vino più buono di quello di prima.
Perciò smettiamola di fare di testa nostra, di seguire le nostre strategie: l’obbedienza a Dio è la via d’uscita di tutti i nostri vuoti.
Preghiamo la Parola
Signore, tu sei venuto a salvarci, a donarci pienezza di vita e gioia. Quante volte nella nostra vita manca questa gioia; quante volte finiamo per trascinarci stancamente per le strade del mondo, dimentichi del tuo meraviglioso progetto d’amore. Aiutaci Signore a riscoprire la bellezza della vita, nella docile obbedienza a te.
VERITA’: Vita interiore e sacramenti
Attingo ogni giorno, mediante la preghiera del cuore e quella biblica, alla “fonte d’acqua viva” che è Gesù?
Che posto ha nella mia vita la Madonna? Coltivo la preghiera mariana?
CARITA’: Testimonianza di vita
Cerco di allenarmi a mettermi nei panni degli altri? A cogliere i loro bisogni, anche quelli inespressi?
Cerco di coltivare l’empatia e di percepire lo stato d’animo di chi mi sta accanto?
Mi lascio “scomodare” dagli altri, o sono chiuso e arroccato nei miei ritmi e nei miei schemi?
ALTRO COMMENTO
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.