Commento alle letture di domenica 18 ottobre 2015 – Card. Silvano Piovanelli

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Il commento alle letture di domenica 18 ottobre 2015 a cura del Cardinal Silvano Piovanelli.

XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco

[ads2] In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedรจo, dicendogli: ยซMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoยป. Egli disse loro: ยซChe cosa volete che io faccia per voi?ยป. Gli risposero: ยซConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraยป.
Gesรน disse loro: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?ยป. Gli risposero: ยซLo possiamoยป. E Gesรน disse loro: ยซIl calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoยป.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: ยซVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 ottobre 2015
  • Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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Isaia 53, 10-11ย ย ย ย  /ย ย ย ย  Ebrei 4, 14-16ย ย ย ย  /ย ย ย ย  Marco 10, 35-45

Il Lezionario di oggi รจ, in modo singolare, unitario: centrato sulla figura del Cristo, sofferente Servo di Dio (prima lettura), sacerdote che sa compatire le nostre infermitร  (secondo lettura), servo di tutti fino al punto di โ€œdare la propria vita in riscatto โ€ (Vangelo).

ISAIA 53, 10-11

Al Signore รจ piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirร  se stesso in sacrificio di riparazione, vedrร  una discendenza, vivrร  a lungo, si compirร  per mezzo suo la volontร  del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrร  la luce e si sazierร  della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherร  molti, egli si addosserร  le loro iniquitร .

PAROLA DI DIO

Durante lโ€™esilio di Babilonia un profeta anonimo ย (convenzionalmente chiamato il Secondo Isaia, 40-55 del libro del profeta Isaia) ha lungamente meditato sul senso della storia dโ€™Israele ed ha espresso una visione nuova della salvezza sperata.

La vera liberazione non verrร  da un guerriero forte di una imbattibile potenza militare, ma da un uomo โ€œdisprezzato e senza stimaโ€, capace di cambiare profondamente il cuore umano.

Il profeta Isaia (c.53) ne fa una descrizione straordinariamente precisa: un Servo, โ€œdisprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori, che ben conosce il patireโ€; quando, duramente messo alla prova, โ€œoffrirร  se stesso in espiazione, vedrร  una discendenza [la comunitร  dei suoi discepoli che รจ la Chiesa], vivrร  a lungo [dopo il suo intimo tormento vedrร  la luce: risorto, piรน non muore], si compirร  per suo mezzo la volontร  del Signore [ โ€œsorgi, Gerusalemme, vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santoโ€: Baruch 5,5].

Lโ€™idea della intercessione in favore del popolo era stata anticipata dalla supplica di Abramo per Sodoma (Gen 18,17ss); ancor piรน chiaramente dal digiuno espiativo di quaranta giorni da parte di Mosรจ davanti al volto di Dio per il popolo peccatore (Es 24). Ma il โ€œServo del Signoreโ€ supera tutti e tutto, perchรฉ il senso intero della sua esistenza sembra trovarsi in un coinvolgimento pieno con i nostri peccati e le nostre sofferenze e in una mediazione misteriosamente vicaria.

Il funzionario etiopico, di cui parlano gli Atti degli Apostoli (8,26-39), leggerร  il brano di Isaia sul carro che lo riporta in patria dal pellegrinaggio a Gerusalemme, ma non lo comprende; glielo spiegherร  il diacono Filippo riferendolo a Cristo. รˆ attraverso ilo sacrificio, la sofferenza, il dono di sรฉ che Dio attua i suoi progetti di salvezza. Proprio perchรฉ vittima dellโ€™odio, della ingiustizia, della violenza, il Servo libera i suoi stessi persecutori dalle loro iniquitร  e costituisce lโ€™immagine perfetta di Gesรน che ha salvato gli uomini non dominandoli con la sua forza, ma umiliandosi, inginocchiandosi davanti a loro per servirli, donando la propria vita.

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  Cristo, ti vediamo dovunque pendere dal Legnoย ย  /ย ย ย ย  e noi, senza battere ciglio:
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  i crocefissi costellano il mondoย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  /ย ย ย ย  crocefissi nelle chiese, crocefissi nelle strade,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  nelle case, sul petto dei cavalieriย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  /ย ย ย ย  nelle aule delle scuole, dei tribunali;
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  e non dici piรน niente, non significhi nulla โ€ฆย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  /ย ย ย ย  Invece sei la stessa idea di umanitร 
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  sempre appesa e sempre innalzata sui patiboli,ย ย  /ย ย ย ย  la immagine dellโ€™uomo che il mondo
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  non ha mai accettato:ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย /ย ย ย ย  esemplare unico di โ€œvir perfectusโ€
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  che perciรฒ sei la tenda di Dio fra gli uomini:ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  /ย ย ย ย  Signore, che almeno i nostri occhi
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  non si abituino a vedertiย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  /ย ย ย ย  ancora e sempre crocefisso,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  segno di una civiltร  feroce โ€ฆย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย /ย ย ย ย ย ย  Amen.ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย (P. David Maria Turoldo)

EBREIย ย  4, 14-16ย ย ย ย 

Fratelli, poichรฉ abbiamo un sommo sacerdote grande, che รจ passato attraverso i cieli, Gesรน il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso รจ stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, cosรฌ da essere aiutati al momento opportuno.

PAROLA DI DIO

Il brano della lettera agli Ebrei presuppone il Vangelo. โ€œAbbiamo un grande sommo sacerdote che ha attraversato i cieli, Gesรน, Figlio di Dioโ€: per questo โ€œaccostiamoci con piena fiducia al trono della graziaโ€.

Infatti egli โ€œha attraversatoโ€ anche la nostra umanitร , condividendo โ€œle nostre infermitร , essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccatoโ€. ย Si tratta di mantenere โ€œferma la professione della nostra fedeโ€. La nostra fede, allorchรฉ possiamo โ€œsoffrire una qualche provaโ€ (1Pt 1,6) e portiamo una โ€œmomentanea lieve oppressioneโ€ (2Cor 4,17), dovrebbe farci sentire il tutto come โ€œpura gioiaโ€ (Gc 1,12). Come diceva lโ€™apostolo Paolo, dovremmo essere lieti delle sofferenze che sopportiamo per gli altri, perchรฉ diamo compimento a ciรฒ che, dei patimenti del Cristo, manca nella nostra carne, a favore del suo corpo che รจ la Chiesa (Col 1,24).

Gesรน non ha fatto finta di essere uomo, lo รจ stato realmente; รจ passato attraverso tutte le difficoltร  che noi dobbiamo affrontare e sa quanto รจ difficile e costi mantenersi fedeli a Dio, specialmente quando siamo provati dal dolore.

Un poโ€™ piรน avanti, nella stessa lettera, lโ€™autore aggiunge: โ€œPur essendo Figlio, imparรฒ lโ€™obbedienza da ciรฒ che patรฌ e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbedisconoโ€ (Ebr 5,8-9).

MARCO 10, 35-45

In quel tempo, [si avvicinarono a Gesรน Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedรจo, dicendogli: โ€œMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoโ€. Egli disse loro: โ€œChe cosa volete che io faccia per voi?โ€. Gli risposero: โ€œConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraโ€.

Gesรน disse loro: โ€œVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?โ€. Gli risposero: โ€œLo possiamoโ€.

E Gesรน disse loro: โ€œIl calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoโ€.

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono ad indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora] Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: โ€œVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti. Anche il Figlio dellโ€™uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโ€.ย ย ย ย ย 

PAROLA DEL SIGNORE

Il Vangelo di Marco, prima della pagina proclamata oggi, racconta: โ€œMentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesรน camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: โ€œEcco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dellโ€™uomo sarร  consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso. Lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerร โ€ (Mc 10,32-34).

Ed ecco: incredibile! i discepoli fanno ancora questione di potere e di primi posti! I due fratelli Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, che con Simon Pietro formavano il gruppo dei prediletti, proprio loro fanno una richiesta assurda per il contenuto (โ€œConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraโ€ ), ma anche sfrontata nella forma: โ€œMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoโ€.

Gesรน deve aver letto nella richiesta dei due fratelli un misto di entusiasmo, di calcolo e di vanagloria. Lโ€™atteggiamento dei Boanรจrghes (โ€œfigli del tuonoโ€: Mc 3,17) รจ concretamente umano, caratterizzato da una generosa, ma superficiale spontaneitร , per cui alla domanda del Maestro โ€œPotete voi bere il calice che io bevo o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzatoโ€, essi rispondono subito, insieme: โ€œLo possiamoโ€. Gesรน rispetta la loro lentezza nel comprendere i disegni di Dio e, senza rimproverarli, cerca di โ€œpurificareโ€ la loro visione ancora troppo terrestre della sua gloria messianica.

Chi invece ha interpretato in senso decisamente sfavorevole la richiesta sono i compagni, gli altri dieci, che hanno sentito: infatti cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. La loro domanda รจ come una miccia che fa di nuovo esplodere la contesa sulle precedenze mai del tutto sopita.

Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e spiegรฒ il senso della sua missione, che diventa esemplare per ogni discepolo:

โ€œVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono.โ€ ย Gli uomini e le donne del popolo temono il potere e a volte lo condannano pure, ma, se nella lotta contro il potere riescono ad ottenere potere, diventano in qualche istante loro stessi figli e servitori del potere. La storia รจ piena di rivoluzionari che hanno spinto le masse alla guerra e alla rivoluzione per scalzare il potere costituito per poi semplicemente sostituirsi al potere stesso, magari con una violenza maggiore. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ !

E allora, Signore, come deve essere tra noi? La risposta รจ netta: โ€œChi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti โ€. E le parole diventano la Parola: Anche il Figlio dellโ€™uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

Cosรฌ deve essere tra voi! Lโ€™autoritร  non รจ โ€œpotereโ€, lโ€™autoritร  รจ โ€œservizioโ€. Cristo Gesรน รจ in mezzo agli uomini come un servo, pronto a compiere quel gesto che nellโ€™antico Israele non poteva essere imposto neppure ad uno schiavo, lavare i piedi ad una persona: e Gesรน lo compie come gesto che simbolicamente anticipa quello che di lรฌ a poco compirร  sul Calvario. โ€œEgli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio lโ€™essere come Dio, ma spogliรฒ se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dallโ€™aspetto riconosciuto come uomo, umiliรฒ se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce โ€œ (Fil 2,6-8).

Lโ€™insistenza su questo argomento denuncia chiaramente che Marco evangelista prova unโ€™autentica ripugnanza per tutte le manifestazioni di ambizione e di arrivismo tra cristiani. La ricerca del potere, specialmente quando ci si serve di Cristo come copertura dellโ€™orgoglio e della vanitร , devono averlo disgustato e indignato. Evidentemente questo fenomeno non era troppo raro neppure nella Chiesa primitiva.

Tra voi perรฒ non deve essere cosรฌ !

Il beato Giovanni XXIII, il Papa che ha aperto il Concilio, nel โ€œGiornale dellโ€™animaโ€ confidava: โ€œGli ambiziosi sono le piรน ridicole e piรน povere creature del mondoโ€; โ€œFiglio mio, non bisogna proprio darsi pena per due metri di stoffa (la porpora) che coprono tante miserieโ€ฆโ€; โ€œPer quel poco, per quel niente che io sono nella Santa Chiesa, la mia porpora lโ€™ho giร  ed รจ il rossore di trovarmi a questo posto di onore e responsabilitร  valendo cosรฌ pocoโ€.

Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele,
perchรฉ possiamo sempre servirti con lealtร  e purezza di spirito.
Dio della pace e del perdono, tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote
che รจ entrato nel santuario dei cieli in forza dellโ€™unico sacrificio di espiazione;
concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perchรฉ possiamo condividere fino in fondo
il calice della tua volontร  e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio.

Rileggi, contemplando il Crocifisso, le parole finali del piccolo brano di Isaia: Il giusto mio servo giustificherร  molti, egli si addosserร  le loro iniquitร .ย ย  Applica queste parole alla tua vita:

perchรฉ non ringraziare quel โ€œ giusto servo di Dioโ€ che รจ Gesรน, che si รจ caricato dei miei ed anche dei tuoi peccati?

Perchรฉ non ricordare il santo Curato dโ€™Ars, san Giovanni Maria Vianney che iniziรฒ la sua missione con questa preghiera: โ€œMio Dio, accordatemi la conversione della mia parrocchia; accetto di soffrire tutto quello che vorrete per tutto il tempo della mia vita! โ€œ ?

Che spazio ha, nella tua esistenza, la preghiera e lโ€™offerta di intercessione?

Non รจ consolante per tutti noi il mistero dellโ€™Incarnazione, il fatto, cioรจ, che Gesรน non ha fatto finta di essere uomo e si รจ fatto davvero come noi, in tutto, fuorchรฉ nel peccato?

Perchรฉ non preghi piรน spesso e fortemente, affinchรฉ nelle difficoltร  che incontri, in ciรฒ che patisci, tu non trovi soltanto motivi di tristezza e di scoraggiamento, ma piuttosto impari il segreto dellโ€™obbedienza di Gesรน il quale realizza il disegno di amore del Padre per la nostra salvezza?

Capita anche a te di fare come Giacomo e Giovanni, cioรจ, preoccuparti dei primi posti e dellโ€™onore per la tua persona, magari nel servizio della Parola, nella liturgia, nellโ€™impegno pastorale, nel tuo lavoro professionale, ecc.?

Ci tieni alle precedenze?

Capita anche a te di fare come i discepoli e arrabbiarti e prenderti a male se qualcuno sembra volerti passare avanti o mancare di attenzione nei tuoi riguardi?

Le parole di Gesรน ai discepoli โ€œtra voi perรฒ non รจ cosรฌ โ€œ indicano una forma di vita personale e comunitaria alla quale dobbiamo aspirare con tutte le forze, verso la quale dobbiamo avanzare con i passi di ogni giornata.

Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ.

Se nella societร  cโ€™รจ questa ricerca di superioritร  e questo tentativo di dominio da parte di chi ha autoritร  o sapere o carattere, il rischio รจ che anche da parte dei cristiani si viva, come si dice, secondo la carne e non secondo lo Spirito.

Qual รจ il tuo atteggiamento nella comunitร  cristiana e nella societร  umana?

Hai o cerchi di avere il cuore e lโ€™impegno di essere al servizio e di sentirti a disposizione di quanti incontrano la tua vita?

Nel tuo esame di coscienza ti domandi se orgoglio e vanitร , ambizione e arrivismo, gelosia e invidia

toccano anche la tua vita? Non ti meravigliare se, in tutto questo, subisci tentazione. Il Signore ti domanda di non aderire, di vigilare, di respingere e curare lโ€™atteggiamento contrario, cioรจ quellโ€™amore vero che sa apprezzare, gioire, collaborare al bene e al successo dei fratelli.

Card. Silvano Piovanelli