Il commento alle letture di domenica 16 luglio 2017 a cura di don Giorgio Scatto.
La Parola vera richiede un vero ascolto
La parola uscita dalla mia bocca non tornerร a me senza aver operato ciรฒ che desidero.
Il testo di Isaia, molto conosciuto, mette in risalto lโaspetto dinamico della parola di Dio. La Parola รจ feconda, produce vita, guida la storia. Di fronte alle generazioni che si susseguono, la parola di Dio rimane in eterno. Ciรฒ che passa รจ il mondo vecchio, ciรฒ che rimane รจ lโamore di Dio, la sua ostinata fedeltร allโuomo. Eโ una Parola potente che รจ vera perchรฉ realizza ciรฒ che dice. Essa non appartiene al profeta, non viene dallโuomo, ma โesce dalla bocca di Dioโ. Per questo รจ efficace, e puรฒ ottenere il suo scopo per vie diverse da quelle pensate dallโuomo.
Questa Parola รจ radicata nel passato โ pensiamo ad esempio alla straordinaria storia dellโEsodo โ ma tende al futuro: ciรฒ che รจ stato diventa garanzia per lโavvenire, per trovare una nuova fiducia, senza mai voltarsi indietro.
Il testo proposto per la liturgia odierna lo possiamo quasi certamente collocare negli ultimi anni dellโesilio babilonese (550-538 a.C.), prima dellโavvento di Ciro che permetterร il ritorno in patria degli esiliati.
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Eโ una pagina che si rivolge a uomini scoraggiati, che vivono situazioni difficili, piene di tentazioni e di dubbi.
Sono tentazioni di scoraggiamento, di asservimento alle potenze mondane e ai loro idoli; sono tentazioni che insinuano il dubbio che Dio non sia fedele alle sue promesse. Sono la tentazione di pensare che ormai non ci sia piรน futuro e che sia vana ogni speranza: meglio adattarsi alla triste situazione del presente.
In realtร il duro e prolungato esilio pose al popolo dei credenti un problema di fede: Dio รจ ancora un Dio che salva? ร ancora fedele alle promesse? ร ancora il Signore della storia?
Queste domande ce le poniamo tutti, mentre registriamo drammaticamente la deriva di interi popoli, vittime del saccheggio e della violenza di quelli che tengono in mano la finanza mondiale; assistiamo al rapido liquefarsi di ogni sentimento di umana solidarietร , perchรฉ ormai lo slogan di tutti รจ che ciascuno rimanga a casa sua, a marcire, sperando di ricevere le briciole che cadono dalla tavola del ricco. E anche sul versante della fede รจ difficile vedere โ almeno in Occidente โ significativi segni di ripresa; emerge piuttosto una devozione di maniera, di matrice individualista, aliena da un serio impegno, vissuto insieme a quanti desiderano responsabilmente un cambiamento della storia, a partire dalla liberazione dei poveri. Sono ancora troppo pochi quelli che desiderano โuna Chiesa povera per i poveriโ. Allora ci domandiamo: cโรจ ancora salvezza? Osiamo ancora sperare per tutti?
Il profeta reagisce in questo modo: di fronte a Israele stanno quelle che vengono considerate le potenze del mondo, potenze che spesso affascinano e intorpidiscono la vista di un popolo stanco e continuamente umiliato. Queste โpotenzeโ per il profeta sono una nullitร , perchรฉ la vera potenza รจ solo quella di Dio.
In questa prospettiva รจ chiesto a Israele di recuperare la fede nella parola di Dio, che deve sentirsi amato da lui e sicuro allโombra della sua fedeltร . Lโapparente silenzio di Dio non รจ impotenza o infedeltร alle promesse fatte. Siamo noi che dobbiamo stare in silenzio, perchรฉ Dio parla e si comunica attraverso la sua Parola, che รจ come la pioggia e la neve che rendono feconda una terra arida e assetata. Accogliere la Parola e vivere di essa non รจ una scelta opinabile per la Chiesa, una fra le tante, ma รจ la condizione per la sua sopravvivenza.
Ecco, il seminatore uscรฌ a seminare.
Non รจ azzardato pensare che questa parabola nasca in un contesto nel quale molti non vedevano che insuccessi e fallimenti, anche nella stessa predicazione di Gesรน. Lo stesso Gesรน deve registrare dappertutto opposizioni, critiche feroci, abbandoni. Come credere ancora che attorno a questo rabbi itinerante di Galilea Dio voglia stabilire il suo Regno sulla terra?
La parabola vuol proprio rispondere a queste obiezioni: costatare che una parte delle sementi non giunge a maturazione non significa che tutte le sementi non daranno alcun frutto.
Anche il nostro tempo รจ un tempo che registra molti fallimenti: masse un tempo cristiane vivono un silenzioso esilio dalla fede e tanti altri fedeli sono disorientati, talvolta anche per lo scandaloso comportamento di preti e di vescovi.
Ma il seme della Parola trova anche oggi il terreno buono che lo custodisce, e porta frutti in abbondanza.
Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprendeโฆ
Quello seminato sul terreno buono รจ colui che ascolta la Parola e la comprende.
Non รจ possibile โcomprendereโ il messaggio evangelico se non in un atteggiamento di totale disponibilitร dellโintera persona a mettersi in gioco. Colui che โcomprendeโ รจ solo chi โdร frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per unoโ.
Non si puรฒ โcomprendereโ questa parola senza viverla e, se ci lasceremo trasformare da essa, allora comprenderemo.
La comprensione delle parabole non รจ semplice questione di conformitร dellโintelligenza ad un oggetto, che comunque le resta estraneo, ma si realizza solo nella conformitร libera e responsabile di tutto lโessere alle esigenze di un messaggio di vita. Questo โmessaggioโ รจ Gesรน stesso.
Beati i vostri occhi perchรฉ vedono e i vostri orecchi perchรฉ ascoltano.
I discepoli sono โfortunatiโ non solo perchรฉ sono testimoni oculari di un avvenimento straordinario, ma soprattutto perchรฉ hanno degli orecchi capaci di sentire. I discepoli sono beati perchรฉ si sono resi disponibili ad โascoltareโ, lโunico modo che permette di โcomprendereโ Eโ per questo che si contrappongono alla folla โ un popolo diventato duro di orecchi โ che si lascia rubare il seme appena seminato, che non ha radici ed รจ incostante, che si lascia sopraffare dalle preoccupazioni mondane e dalla seduzione delle ricchezze.
Sarร dura, ma ยซle sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarร rivelata in noiยป.
don Giorgio Scatto
[box type=โinfoโ align=โโ class=โโ width=โโ]D. Giorgio Scatto, sacerdote della diocesi di Venezia, รจ il fondatore e il priore della comunitร monastica Piccola Famiglia della Risurrezione, sorta nella Pentecoste del 1984 con il consenso e la paternitร del Patriarca Marco Cรจ.
Vive la piccola Regola, ricevuta dalle mani di don Giuseppe Dossetti, presso il quale don Giorgio ha dimorato per circa un anno nella sua comunitร a Gerusalemme. La comunitร , composta di fratelli e sorelle, vive a Marango, vicino Caorle in provincia di Venezia, si propone di vivere il primato del Vangelo e di annunciarlo ai poveri, come primi destinatari della novitร del Regno. Eโ aperta allโaccoglienza di quanti cercano Dio in un tempo di solitudine e di preghiera. [/box]
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 2 luglio 2017 anche qui.
XIII Domenica del Tempo Ordinario โ Anno A
- Colore liturgico: Bianco
- 2 Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6, 3-4. 8-11; Mt 10, 37-42
Mt 10, 37-42
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesรน ai suoi discepoli: โChi ama il padre o la madre piรน di me non รจ degno di me; chi ama il figlio o la figlia piรน di me non รจ degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non รจ degno di me.
Chi avrร trovato la sua vita, la perderร : e chi avrร perduto la sua vita per causa mia, la troverร .
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrร la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrร la ricompensa del giusto.
E chi avrร dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perchรฉ รจ mio discepolo, in veritร io vi dico: non perderร la sua ricompensaโ.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 โ 08 Luglio 2017
- Tempo Ordinario XIII, Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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