Gesù cammina verso Gerusalemme e si ferma in un villaggio vicino Samaria, un paese straniero i cui abitanti sono da tempo considerati dagli ebrei come quelli che non credono in Dio e per questo guardati male e tenuti in disparte.
Quando Gesù arriva in questo luogo, gli vengono incontro alcuni malati di lebbra che lo chiamano da lontano. La lebbra è una malattia che è fortemente contagiosa e per questo a quel tempo chi ne era ammalato veniva considerato “impuro” ed emarginato, non poteva entrare in contatto con nessuno. Per questo, quando vedono Gesù, si fermano a distanza e lo chiamano, gli chiedono “pietà”, che vuol dire misericordia, cioè aprire il proprio cuore a chi è in difficoltà.
La lebbra indica una condizione di emarginazione forzata, una condizione per cui si è esclusi e non si può entrare in relazione con gli altri, si è soli. Pur non essendo malati di questa malattia, possiamo ben capire cosa voglia dire essere soli, come quando ci sentiamo esclusi dalle persone che frequentiamo, come quando non ci sentiamo capiti: così per questi malati non sitratta solo di un grave problema fisico, ma il loro cuore sta ancora più male. Alla loro richiesta Gesù risponde: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”, dice, e loro vanno senza fare domanda.
Che vuol dire? Se un lebbroso in qualche modo risultava guarito,doveva andare dal sacerdote perché certificasse la guarigione e potesse essere riammesso a stare insieme agli altri, un po’ come quando noi andiamo dal medico e ci fa un certificato per dire che siamo guariti, che magari possiamo tornare a scuola dopo unalunga malattia tipo la varicella o il morbillo, e che possiamo di nuovo stare con gli altri. La guarigione di questi lebbrosi però non avviene subito, ma durante il cammino per andare dai sacerdoti, per il fatto che hanno creduto al potere di Gesù e sono partiti senza fiatare. Solo uno di loro però, uno straniero Samaritano, si rende conto che la guarigione che ha ricevuto non è semplicemente frutto delle capacità di Gesù, ma c’è altro che ha scoperto dentro di lui: la relazione con Lui, e la esprime tornando a ringraziarlo di cuore. E questo è il vero obiettivo di Gesù: spesso infatti, quando fa un miracolo non si limita a sistemare un problema, come una malattia da guarire, ma fa fare un passo in più: fa scoprire che dietro al problema c’è sempre un cuore da salvare, e quindi allo straniero guarito gli dice “Va, la tua fede ti ha salvato”.
La fede non è semplicemente credere che Gesù può fare un miracolo, ma è parlare con lui, ascoltare e guardare alle cose che riceviamo come ad un grande regalo, e capireanche che non sempre la soluzione del problema ci risolve davvero la vita, ma che a volte abbiamo bisogno di altro e ancora non lo capiamo. Quante volte abbiamo una difficoltà o un dolore e vorremmo che ci fosse il genio della lampada ad esaudire anche solo un desiderio, quello di scacciare quella difficoltà o quel dolore?
Ecco, Gesù non è il genio della lampada, pure se i suoi poteri sono reali e più grandi: perché il genio non si oppone ai desideri, non è tuo amico e non si chiede cosa diventerai domani e se il tuo cuore sarà felice, se saprà ringraziare, se saprà andare avanti di fronte ad un problema anche se la soluzione non arriva. Gesù è quello che prima di tutto parla con te, che prima di guarire il corpo salva il cuore, rendendolo capace di guardare alle cose che hai, alle persone che hai intorno e a ringraziare, considerandole non come cose normali, che devi avere di diritto, ma come un regalo che è sempre una sorpresa, proprio come uno straniero che in una terra dove nessuno lo vuole impara che ogni cosa è un dono e non è scontata. Siamo abituati ad avere tutto, ma non è scontato avere una mamma o un papà, dei fratelli, degli amici, qualcuno con cui ridere, giocare, parlare ma anche piangere e che ci consoli. Ma avere Gesù ci permette di vedere conocchi molto più grandi, prima ancora di essere esauditi nelle nostre necessità che riteniamo importanti.
Missio Ragazzi
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Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.
Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17
In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Seconda Lettura
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 2,8-13
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Parola di Dio
Vangelo
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore